| 06/06/2006 
      
E perché no il matrimonio con le scimmie? 
      Lettera aperta 
      al ministro “Rosy nel pugno” sulle devastazioni che stanno preparando… 
       
       
      Cara Rosy, 
      vorrei segnalarti una notizia: in India, il 31 maggio scorso, una ragazza 
      di 30 anni, Bimbala Bas, ha sposato un cobra. Magari il fatto riempirà di 
      entusiasmo il tuo schieramento politico (che si professa “multiculturalista”, 
      dunque aperto a tutti i costumi non occidentali). Di certo tu dovrai 
      considerarlo nella tua attività di ministro mandato a dare “riconoscimento 
      pubblico” ai nuovi tipi di “famiglia”. E’ successo in un villaggio di 
      Atala, nello stato indiano di Orissa. I sacerdoti della sua setta 
      vegetariana e animalista hanno celebrato il rito, con la solita festa 
      tradizionale del paese, fra il rettile, che vive presso un formicaio e la 
      sposa, vestita di seta come vuole la tradizione, che ha assicurato di 
      comunicare in modo speciale col suo novello sposo e che ora è andata a 
      vivere in una capanna vicino al formicaio del “coniuge”. La madre della 
      ragazza, Dyuti Bhoi, ha dichiarato: “sono felice”. E’ proprio il caso di 
      dire “parenti serpenti”… I compaesani sono stati altrettanto contenti 
      perché ritengono che il fatto sia di buon auspicio (il cobra nel mondo 
      induista è un simbolo del dio Shiva). Non è un evento così speciale. 
      Qualche mese fa un’altra ragazza indiana si è sposata con un cane.  
       
      In tempi di multiculturalismo, con tante migliaia di immigrati che vengono 
      a vivere in Italia e soprattutto adesso con le frontiere spalancate dal 
      centrosinistra, sarà un bel problema per te, caro ministro, rispondere di 
      no al riconoscimento da parte dello Stato anche di questo tipo di 
      “famiglia” qualora queste coppie dovessero emigrare qua. O essere emulate 
      da altri emigrati già nella penisola. Infatti, una volta affermato che lo 
      Stato italiano deve riconoscere qualunque convivenza che unisca due 
      esseri, in base a quale ragionamento si potrà negare a chi ha questi gusti 
      tale riconoscimento? Sarebbe oltretutto una discriminazione di tipo 
      religioso. E può l’Italia della Sinistra multiculturale negare alle 
      minoranze di vivere secondo i propri costumi? Si dirà che in questo caso 
      trattasi di uomo e animale e che tutt’altra cosa è la convivenza fra due 
      persone. Certo, per me infatti sarebbe offensivo e assurdo metterli sullo 
      stesso piano. Ma mi chiedo se è assurdo anche per la Sinistra che, per 
      esempio, intende proibire gli esperimenti di laboratorio sui topi e 
      permetterli sugli embrioni umani. E’ assurdo anche per la sinistra che in 
      Spagna intende riconoscere i “diritti dell’uomo” anche alle scimmie? Se si 
      afferma – come fanno i promotori dei Pacs, anche in Italia – che 
      l’istituto “famiglia” deve essere definito soggettivamente e che ognuno, 
      vivendo con chi vuole, ha il diritto di ottenere il riconoscimento statale 
      e i privilegi relativi, come si può negare a chi sposa un cobra o un cane 
      o un gatto il “diritto” di farlo con il riconoscimento dello Stato? Lo si 
      vuole discriminare? E perché mai?  
       
      Oltretutto – ripeto – nella Spagna di Zapatero è ormai operativo il 
      progetto dei socialisti di riconoscimento dei “diritti dell’uomo” anche 
      per le scimmie. Una volta che le scimmie avranno ottenuto tale 
      parificazione all’uomo, come e perché si potrà negare loro il diritto di 
      “sposare” degli esseri umani? Zapatero non è lontano, è il sol 
      dell’avvenire della sinistra italica. E’ l’ideale a cui guardano la Rosa 
      nel pugno e – come si è letto sul Corriere della sera – diversi ministri e 
      ministre di questo governo. In realtà i Pacs (che potrebbero comprendere 
      pure il “modello King Kong”) in Italia trovano un muro invalicabile: la 
      Costituzione italiana. Il testo della Carta è chiaro nell’escludere i Pacs, 
      cioè il riconoscimento giuridico di tutte le forme di convivenza che non 
      siano il matrimonio fra due esseri umani, uno di sesso maschile e l’altro 
      di sesso femminile. All’articolo 29 infatti afferma che “La Repubblica 
      riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul 
      matrimonio”. Parlando di matrimonio è certo e indiscutibile che i 
      costituenti, nel 1946, intendessero parlare dell’unico matrimonio 
      esistente (allora come ora), cioè l’unione di un uomo e una donna 
      contratta davanti allo Stato. Ma siccome c’è qualche Azzeccagarbugli della 
      Sinistra secondo cui questa formulazione potrebbe essere intesa in senso 
      lato (per esempio anche includente coppie gay), va sottolineato che al 
      successivo articolo 30 si spiega nel dettaglio che per coniugi la 
      Costituzione intende i “genitori” che hanno “dovere e diritto” di 
      “mantenere, istruire ed educare i figli”.  
       
      Ciò significa che una persona può organizzare come crede la sua vita 
      privata, può vivere con chi vuole e come vuole, ma il riconoscimento dello 
      Stato va solo a quell’unione che la nostra civiltà ha chiamato famiglia e 
      che ha la prerogativa della procreazione e dell’educazione dei figli 
      ovvero che si assume certi obblighi e costi per il bene di tutta la 
      società. E’ questa utilità sociale che viene riconosciuta dallo Stato il 
      quale fa corrispondere certi diritti all’assunzione di certi doveri. La 
      Sinistra pretende di smantellare questo articolo della Costituzione senza 
      passare attraverso le procedure previste dalla Costituzione stessa. Il 
      colpo di mano è rappresentato appunto dai Pacs (anche se, cara Rosy, li 
      camuffate con altre dizioni). Nessuno naturalmente si oppone alla 
      rimozione di eventuali problemi che sorgono per certe forme di convivenza 
      ed è stato dimostrato che tutti i problemi si risolvono anche con adeguate 
      riforme (nell’ambito del diritto privato), ma quella che la Sinistra sta 
      combattendo è solo una battaglia ideologica, che non c’entra niente con le 
      persone concrete (le quali infatti hanno disertato tutti i registri delle 
      unioni civili istituite presso i comuni).  
       
      E’ una battaglia ideologica per smantellare questo caposaldo della civiltà 
      occidentale: la famiglia (si badi bene, non la famiglia cristiana, ma la 
      famiglia in sé, istituzione laica, già riconosciuta, per dire, nella Roma 
      antica, patria del diritto, la famiglia che garantisce la sopravvivenza di 
      una società). Tale battaglia ideologica viene combattuta cercando di 
      parificare alla famiglia, nei fatti, nell’ambito del diritto pubblico, 
      tutte le forme di convivenza e arrivare – per esempio – all’adozione di 
      bambini anche da parte di coppie omosessuali. Su Avvenire tu, ministro 
      Rosy, hai scritto che bisogna prendere atto che ci sono “tante e diverse 
      famiglie”: questo è il punto. Hai detto ovviamente una sciocchezza, perché 
      invece nella Costituzione si riconosce il profilo giuridico di una sola 
      “famiglia”, non di “tante e diverse famiglie”. Ma così hai dato la 
      sensazione di voler obbedire alla Sinistra che intende andare proprio 
      verso lo smantellamento (illegale) dell’articolo 29 della Costituzione e 
      al furtivo riconoscimento, da parte dello Stato, di “tante e diverse 
      famiglie”. Spero che non ti sfugga l’incostituzionalità dell’idea. E che 
      ti renda conto dell’enormità devastante di questa svolta, di cui tu 
      saresti un semplice strumento (si è davvero disposti a tutto per una 
      poltrona ?).  
       
      Tu dirai che sono ricorso a casi estremi – come la storia del matrimonio 
      col cobra o col cane - per impressionare, mentre la realtà è diversa. 
      Potrei risponderti che da sempre la cultura radicale usa i “casi estremi” 
      (pensa alla vicenda dell’aborto). E potrei aggiungere che ormai la corsa 
      nichilista è vertiginosa e i casi estremi diventano ben presto la norma 
      (solo qualche anno fa anche la sinistra italiana giudicava folle la 
      trasformazione del bambino concepito in cavia da esperimento e invece oggi 
      eccoli lì). Tuttavia posso mostrarti un altro esempio, del tutto concreto, 
      normale, che già riguarda la nostra società e che mette egualmente con le 
      spalle al muro il vostro progetto nichilista.  
       
      In Italia, come in Europa, vivono ormai decine di milioni di musulmani. 
      Nell’Islam, com’è noto, è permessa la poligamia, direttamente dal Corano. 
      Fino a quattro mogli (mentre è proibito alle donne avere più mariti). Per 
      quale ragione – se farete riconoscere dallo Stato tante forme di famiglia, 
      compresa quella gay – non dovrebbe essere legalizzata anche la poligamia? 
      Tu dirai che è una istituzione umiliante e degradante per le donne. Ma è 
      solo la tua opinione (e anche la mia). Se ci sono (come ci sono) donne 
      islamiche favorevoli, con quali ragioni impedirlo loro dopo che avete 
      teorizzato che è famiglia ciò che soggettivamente l’individuo ritiene 
      tale?  
       
      Per i vostri principi multiculturali sarebbe una grave discriminazione. E 
      quand’anche vi rifiuterete sarà la forza stessa dell’immigrazione islamica 
      ad imporvelo. Il colonnello Gheddafi ha dichiarato ad Al Jazira il 2 
      maggio: “Vedo segni che preannunciano la vittoria di Allah sull’Europa 
      senza ricorso a spade o fucili… Abbiamo in Europa 50 milioni di musulmani 
      e la trasformeranno in un continente islamico fra pochi decenni”.  
       
      Come vedi l’Eurabia non è un’invenzione della Fallaci. Alberto Ronchey sul 
      Corriere della sera si è mostrato scioccato da queste parole. Giustamente. 
      Ma se non controlliamo l’immigrazione e non blindiamo la Costituzione 
      italiana, per esempio sulla famiglia e i diritti delle donne (e anche la 
      Costituzione europea, d’impronta multiculturale), la poligamia – potete 
      starne certi – arriverà. E voi, cara Rosy, porterete la responsabilità 
      storica della distruzione della nostra civiltà. Ti rendi conto della 
      gravità di ciò che – con spensierata incoscienza – state perpetrando ? E’ 
      meglio dare ascolto all’Italia di buon senso. E alla Chiesa che già molte 
      volte ha salvato la nostra civiltà dalle invasioni degli unni, dei vandali 
      e da quelle dei musulmani. 
      Antonio Socci
        
      
      INDIETRO  |