Dal libro "Cristianità e Islam" di Severino Bortolan 

- ed. Kolbe -


L'Islam ritenta la conquista dell'Italia e di tutta l'Europa

I musulmani sono sicuri che l'Italia sarà islamizzata. Omar Bakri, portavoce del Fronte Internazionale Islamico, settore Europa, citando un detto attribuito a Maometto: Prima Costantinopoli, poi Roma, ha dichiarato: "Costantinopoli, che oggi si chiama Istanbul, è stata effettivamente islamizzata. Ora toccherà a Roma. Nessun musulmano dubita che l'Italia sarà islamizzata e che la bandiera dell'Islam sventolerà su Roma (v. La Repubblica, 14 settembre 1998).

Il cardinale Giacomo Biffi afferma: "Gli islamici nella stragrande maggioranza e con qualche eccezione, vengono da noi risoluti a restare estranei alla nostra vita individuale e associata, in ciò che ha di più essenziale, di più prezioso, di più irrinunciabile. Essi vengono a noi ben decisi a rimanere sostanzialmente diversi, in attesa di farci diventare tutti sostanzialmente come loro". C'è qualcuno che può smentire quest' affermazione? Bisognerebbe guardare a quanto sta accadendo nel mondo e anche in Italia, per rendersi conto come siano realistiche le parole dell' arcivescovo di Bologna. Chi pensa che una pacifica convivenza possa essere possibile una volta che i musulmani raggiungano un numero considerevole, dovrebbe, tanto per fare un esempio, guardare a ciò che sta avvenendo nelle isole Molucche in Indonesia. La causa principale del massacro che va avanti da anni è il tentativo di islamizzazione di un arcipelago che, a causa del passato coloniale, fino a pochi anni fa era a maggioranza cristiana. Si può ritenere che, anche in questo caso, molti dei musulmani arrivati nelle Molucche siano persone pacifiche alla ricerca di un terreno da coltivare, ma non si può ignorare che chi ha favorito tale migrazione aveva altro in mente. Così quelli che nel gennaio 1999 sono iniziati come scontri interetnici, si sono trasformati, con l' arrivo dei volontari per la guerra santa, in una vera pulizia etnica a danno dei cristiani, costretti a fuggire e disperdersi in altre isole dell'Indonesia. Qualcosa di analogo è accaduto in Bosnia. La comunità internazionale si è commossa per i musulmani brutalizzati dai serbi. Ma è un fatto che alla fine della guerra la composizione etnica della Bosnia è cambiata a danno dei cattolici, anche perche i musulmani hanno avuto l' aiuto economico e soprattutto militare dei paesi islamici, Arabia Saudita in testa. 

Monsignor Cosmo Ruppi, arcivescovo di Lecce, molto impegnato nell' accoglienza agli immigrati disse: "Sorge il sospetto che vi siano regie occulte che guidano e dirigono questo enorme movimento di popoli di maggioranza islamica. Vedere, infatti, profughi e immigrati che, pur accolti fraternamente, mostrano con la mano il segno del "vinceremo" , lascia costernati e perplessi. Quando il cardinale Biffi afferma che gli islamici vengono da noi risolutamente decisi a rimanere sostanzialmente diversi, in attesa di farci diventare tutti sostanzialmente come loro, dice l' esatta verità. Ai reggitori della cosa pubblica è più che doveroso chiedere il diritto della reciprocità, che non viene quasi mai concesso dai paesi da dove provengono questi immigrati" (v. Il Giornale, 4 gennaio 2001). 

Monsignor Alessandro Maggiolini, vescovo di Corno, condivide il pensiero dei due alti prelati (v. La Provincia, Corno, 29 novembre 1998). Gli italiani dimenticano facilmente il passato, la loro storia, gli eccidi, le distruzioni compiute dai musulmani. Invece i musulmani non hanno mai dimenticato l'Europa e in particolare l'Italia. In alcune università arabe si insegna che bisogna vendicare il disonore di Poitiers del 732, che bloccò l' avanzata dei musulmani sui Pirenei e la sconfitta inflitta loro dalle armate cristiane, sotto le mura di Vienna, ne11683, con la quale fu impedita la conquista dell'Europa da parte dei musulmani. Essi rivendicano specialmente la Spagna e l'Italia, da cui dicono di essere stati cacciati. Perciò se ritornano vengono a riconquistare la loro terra. Non bisogna dimenticare che l'Islam ha già salde radici secolari in Europa, essendo paesi musulmani l' Albania, la Bosnia, la Turchia, a proposito della quale si sta lavorando per la sua entrata nell'Unione Europea, con le conseguenze negative facilmente prevedibili. Questa volta l'Islam tenta la conquista dell'Italia e dell'Europa soprattutto con l'immigrazione clandestina, che sarebbe più giusto chiamare emigrazione, cioè spostamento d'interi popoli che portano con se le proprie tradizioni, a cominciare da quelle religiose, alle quali non vogliono rinunciare. I musulmani non sanno che farsene delle parole dei. progressisti europei che esortano ad una pacifica integrazione, alla creazione di una società multietnica e multiculturale. Sono velleità e pii desideri negati dai fatti. Basta guardare a quello che avviene in qualche nostra città, come Torino, dove i musulmani hanno fatto scappare dal centro storico gli italiani là residenti perché la vita era diventata per loro insopportabile. Di questo si è lamentato nel Duomo anche l' attuale arcivescovo cardinale Severino Poletto. Se poi il nostro sguardo supera la barriera delle Alpi per vedere quello che avviene in Francia e in Inghilterra, allora ci accorgiamo che là, dove l' emigrazione è in atto da decenni, si sono formate due società parallele ed ostili (cfr. Vittorio Messori, La sfida della fede, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano) 1993, pp 369-370).

I musulmani in Francia hanno occupato le periferie di grandi città, come Parigi, dove la fanno da padroni, ed in Inghilterra mirano addirittura a creare uno stato islamico nello stato inglese. Ne11989, una delegazione di musulmani ha presentato al ministro dell'interno una serie di richieste: il finanziamento pubblico di scuole musulmane, l'introduzione nel diritto di famiglia di alcune norme islamiche relative al matrimonio, al ripudio della moglie, all' eredità che favorisce i figli maschi ed alla tutela dei bambini in cui prevale il potere del padre e della sua famiglia d' origine. Nel 1990, su ispirazione dell'Istituto islamico di Londra, finanziato dal governo iraniano, è stato pubblicato a Londra un Manifesto musulmano che propone la creazione di uno stato islamico non territoriale all'interno di quello britannico, dotato di parlamento, magistratura, pubblica
istruzione (cfr. Mondo e Missione, febbraio 1991, p. 118). Il professore Khalil, docente al Pontificio Istituto Orientale di Roma dice:"Gli islamici che arrivano in Occidente sono sociologicamente molto deboli, ma convinti di avere la migliore religione. Si trovano di fronte degli occidentali che hanno dato vita ad una società opulenta, ma religiosamente molto debole. Nasce così negli islamici la convinzione ed un concreto progetto, con date e scadenze precise, di poter convertire all'lslam tutti gli occidentali. L'Islam è visto nella fase ascendente, mentre l'Occidente, col Cristianesimo al suo interno, appare a loro nella fase discendente, spiritualmente morto" (v. Mondo e Missione, febbraio 1991, p.115).

Bruno Etienne, dell'Istituto Ricerca e Studi sul mondo arabo e musulmano di Aix-en-Provence (Francia), aggiunge: "In seguito alla sconfitta del 1967, la riaffermazione del religioso nel mondo islamico, è stata di un' ampiezza inattesa: i differenti movimenti di reislamizzazione, al di là delle loro differenze, sono portatori di una contestazione, di una rottura con la società occidentale e con i valori fondatori del sistema sociale nato dalla decolonizzazione. Si oppongono ad un Islam di compromesso pronto ad assuefarsi ad una modernità portata dalla secolarizzazione, affermando la volontà di risuscitare l'età d'oro dell'lslam e la loro parola d'ordine è: "Il Corano è la nostra costituzione" (ibid.).

I musulmani nell'Europa occidentale sono 26 milioni, con migliaia di moschee, centri culturali e altre istituzioni per la diffusione dell'Islam. Essi si inseriscono nel tessuto sociale europeo attraverso quattro tappe: la richiesta di aiuto per affrontare le necessità della vita, alloggio, cibo, assistenza medica; apertura di centri culturali e moschee spesso luoghi di diffusione di idee eversive nei confronti della nostra società e di appoggio alle organizzazioni terroristiche; la domanda del permesso di soggiorno dato che la grande maggioranza è entrata in Europa clandestinamente; la richiesta del riconoscimento delle leggi coraniche che regolano la vita delle loro comunità, anche se sono in contrasto con le leggi degli stati europei, L'enorme risorsa dei petrodollari dell' Arabia Saudita e di altri paesi islamici è usata non per togliere la povertà delle loro popolazioni, ma per costruire migliaia di moschee in Europa e nel mondo, centri culturali, e armare e sostenere i combattenti islamici in tutto il mondo. La povertà della loro popolazione è usata come mezzo di penetrazione di musulmani in Europa. Già Maometto diceva: "Chi emigra sappia che la sua emigrazione è fatta per Allah e per il suo profeta". La Turchia e l' Albania, non rispettando i ripetuti accordi con l'ltalia, appoggiano l'invasione musulmana dell'Europa e dell'Italia, studiata e diretta da una regia superiore non troppo occulta. Le ingenti somme di denaro con le quali Bin Laden finanzia il suo Fronte Internazionale lslamico, derivano in parte dalle sue attività finanziarie, dislocate per lo più nel mondo occidentale, e in parte dal sostegno dei 26 milioni di musulmani che vivono in Europa. Lo sceicco Omar Bakri, portavoce europeo del suddetto fronte, ha detto che i musulmani in Europa gli assicurano i proventi della elemosina islamica legale prescritta dal Corano, i quali ammontavano a 1800 miliardi di lire all'anno (v. La Repubblica, 23 agosto 1998).

Un' altra importante fonte di finanziamento del terrorismo viene dallo spaccio della droga prodotta nei paesi musulmani: Marocco, Turchia, Afghanistan, Tunisia, Algeria, ecc. e venduta dai giovani musulmani ai nostri giovani. Così ottengono due risultati, per loro molto importanti, la rovina della nostra gioventù e i soldi per distruggere la nostra civiltà. A proposito di terrorismo islamico in Italia, occorre ricordare che già nel 1996, dodici persone furono arrestate a Milano, sospettate di fornire sostegno allo jai, gruppo armato islamico. A Torino, dopo pochi mesi, furono arrestati sedici algerini accusati di fare parte dello stesso gruppo. A Bologna, ancora ne11996, fu smantellata un'organizzazione legata al Gia (gruppo islamico armato). Dietro una società di facchinaggio ci sarebbe stata una struttura per finanziare la guerra santa. 

Uno dei suoi esponenti, Khalil Jarraia, sfuggito all'arresto, ricomparve anni dopo come componente dell' organizzazione vicina ai talebani. Dopo l' attacco agli Stati Uniti dell'll settembre 2001, le inchieste italiane si sono concentrate sui presunti appartenenti ad Al-Qaeda. A Busto Arsizio (Varese) e a Milano negli ultimi mesi del 2001, sono stati arrestati soprattutto cittadini tunisini accusati di fornire supporto logistico all' organizzazione criminale islamica. Le inchieste del pubblico ministero milanese Stefano Dambruoso e della digos, hanno permesso di giungere a sentenze di primo grado e il 22 febbraio 2002, quattro tunisini hanno subito condanne tra i quattro e i cinque anni di reclusione per avere fornito documenti falsi, un alloggio temporaneo, e raccolto fondi da inviare nei campi di addestramento in Afghanistan. Un' altra sentenza è stata emessa nel maggio 2002, con pene da quattro anni e sei mesi a cinque anni e dieci mesi. Nella primavera del 2002, la procura di Roma ha arrestato un gruppo di cittadini marocchini sospettati di preparare un attentato chimico contro l' ambasciata statunitense a Roma. Nell' appartamento dei quattro sono state trovate cartine e mappe delle tubature della zona vicina a via Veneto. I quattro sono ancora detenuti in attesa di giudizio (v. Avvenire, 21 agosto 2002).

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