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«NOI CANNIBALI E I FIGLI DI MEDEA», 
            di Oriana Fallaci  | 
           
         
        
       
      “Spero che questo referendum fallisca 
      miseramente”. 'Non mi piace questo referendum al quale i mecenati dei 
      dottor Frankenstein voteranno per semplice partigianeria politica o miopia 
      morale' e il 12 giugno 'non usero' la scheda elettorale, e con tutto il 
      cuore mi auguro che l'offensiva fallisca miseramente'. In un lungo 
      intervento sul 'Corriere della sera' lo scrive Oriana Fallaci, convinta 
      che dietro il referendum sulla legge 40 ci sia 'un progetto, anzi un 
      proposito inaccettabile e terrificante. Il progetto - scrive - di 
      reinventare l'uomo in laboratorio, trasformarlo in prodotto da vendere 
      come una bistecca o una bomba'. 'Bando alle chiacchiere e alle ipocrisie - 
      prosegue la Fallaci - Se al posto di Birkenau e Dachau eccetera ci metti 
      gli Istituti di ricerca gestiti dalla democrazia, se al posto dei gemelli 
      vivisezionati da Mengele ci metti gli embrioni umani che dormono nei 
      congelatori, in discorso non cambia'. 
      
       
      No, non mi piace questo referendum al quale i mecenati dei dottor 
      Frankenstein voteranno per semplice partigianeria politica o miopia 
      morale. Ossia senza ragionare con la propria testa, senza ascoltare la 
      propria coscienza, magari senza conoscere il significato delle parole 
      staminale ovocita blastocita eterologo clonazione, e certo senza chiedersi 
      o senza capire che cosa v’è dietro l’offensiva per la libertà illimitata 
      della ricerca scientifica. Infatti il 12 giugno non userò la scheda 
      elettorale, e con tutto il cuore mi auguro che l’offensiva fallisca 
      penosamente. Auspicio rafforzatosi quando al Liceo Mamiani di Roma il più 
      autorevole promotore dei quattro quesiti referendari ha scandito una 
      battuta che sembra una facezia da capocomico del vecchio theatre varieté: 
      « Se l’embrione è vita, masturbarsi è suicidio». (Signor mio, anziché di 
      masturbazione a quei liceali io avrei parlato di Libertà. Gli avrei 
      ricordato quel che dice Platone quando nel Libro VIII de La Repubblica 
      scrive che dalla libertà degenerata in licenza nasce e si sviluppa una 
      malapianta: la malapianta della tirannia. Infatti qui non si tratta di 
      masturbarsi. Si tratta di spiegare alla gente che la libertà illimitata 
      cioè privata d’ogni freno e d’ogni senso morale non è più Libertà ma 
      licenza. Incoscienza, arbitrio. Si tratta di chiarire che per mantenere la 
      Libertà, proteggere la Libertà, alla libertà bisogna porre limiti col 
      raziocinio e il buon senso. Con l’etica. Si tratta di riconoscere la 
      differenza che passa tra lecito e illecito).  
      Non mi piace, questo referendum, perché a parte l’astuto ricatto con cui 
      la cosiddetta clonazione terapeutica giustifica le sue nequizie cioè 
      promette di guarire le malattie, a parte l’ovvio tornaconto di chi con 
      quel ricatto si riempie le tasche (ad esempio l’industria farmaceutica il 
      cui cinismo supera il cinismo dei mercanti d’armi), dietro questo 
      referendum v'è un progetto anzi un proposito inaccettabile e terrificante. 
      Il progetto di reinventare l'Uomo in laboratorio, trasformarlo in un 
      prodotto da vendere come una bistecca o una bomba. Il proposito di 
      sostituirsi alla Natura, manipolare la Natura, cambiare anzi sfigurare le 
      radici della Vita, disumanizzarla massacrando le creature più inermi e 
      indifese. Cioè i nostri figli mai nati, i nostri futuri noi stessi, gli 
      embrioni umani che dormono nei congelatori delle banche o degli Istituti 
      di Ricerca. Massacrarli riducendoli a farmaci da iniettare o da 
      trangugiare, oppure facendoli crescere quel tanto che basta per macellarli 
      come si macella un bove o un agnello, poi ricavarne tessuti e organi da 
      vendere come si vendono i pezzi di ricambio per un’automobile. Tutto ciò 
      mi ricorda il Mondo Nuovo di Huxley, sì, l’abominevole mondo degli uomini 
      Alfa e Beta e Gamma, ma soprattutto mi ricorda le oscenità dell’eugenetica 
      con cui Hitler sognava di creare una società costituita soltanto da biondi 
      con gli occhi azzurri. Mi ricorda i campi di Auschwitz e di Mauthausen, di 
      Dachau e di Birkenau dove, per affrettare la produzione della razza ariana 
      ossia intensificare i parti gemellari delle bionde con gli occhi azzurri, 
      il dottor Mengele conduceva gli esperimenti sui bambini gemelli. Grazie 
      all’illimitata libertà di ricerca concessagli da Hitler li martirizzava, 
      li assassinava, a volte li vivisezionava. Dunque bando alle chiacchiere e 
      alle ipocrisie: se al posto di Birkenau e Dachau eccetera ci metti gli 
      Istituti di Ricerca gestiti dalla democrazia, se al posto dei gemelli 
      vivisezionati da Mengele ci metti gli embrioni umani che dormono nei 
      congelatori, il discorso non cambia. Non a caso, quando otto anni fa gli 
      inglesi crearono la pecora Dolly, invece di esaltarmi ebbi un brivido 
      d’orrore e dissi: « Siamo fritti. Qui ci ritroviamo con una società fatta 
      di cloni. Qui si torna al nazismo » .  
       
       
      È IN ATTO UNA STRAGE DEGLI INNOCENTI  
      Il vero obiettivo è la clonazione umana., cioè l’hitleriano sogno di 
      superuomini e superdonne fabbricati in laboratorio, e la terapeutica è una 
      crudele bugia. Spesso le staminali sviluppano il cancro. 
       
      Frankenstein e i loro mecenati (giuristi, giornalisti, editorialisti, 
      attrici, filosofi, grilli canterini, membri dell’Accademia dei Lincei, 
      politici in cerca di voti, medici in cerca di gloria) non vogliono 
      sentirselo dire quel « Siamo fritti, qui ci ritroviamo con una società 
      fatta di cloni, qui si torna al nazismo » . Quando porti il discorso su 
      Hitler e sul nazismo, su Mengele, fanno gli offesi anzi gli scandalizzati. 
      Cianciano di pregiudizi, protestano che il paragone è illegittimo. Poi nel 
      più tipico stile bolscevico ti mettono alla gogna. Ti chiamano bigotto, 
      baciapile, servo del Papa e del Cardinale Ruini, mercenario della Chiesa 
      Cattolica. Ti dileggiano con le parole retrogrado oscurantista reazionario 
      e posando a neo illuministi, a progressisti, avanguardisti, ti buttano in 
      faccia le solite banalità. Strillano che non si può imporre le mutande 
      alla Scienza, che il Sapere non può essere imbrigliato, che il Progresso 
      non può essere fermato, che i fatti sono più forti dei ragionamenti, che 
      il mondo va avanti malgrado gli ottusi come te. Come me. Con burattinesco 
      sussiego dichiarano che l’embrione non è un essere umano: è una semplice 
      proposta di essere umano anzi di essere vivente, un semplice grumo di 
      cellule non pensanti. Con pagliaccesca sicurezza proclamano che non ha 
      un’anima, che l’anima esiste se esiste il pensiero, che la sede del 
      pensiero è il cervello, e il cervello incomincia a svilupparsi due 
      settimane dopo che l’embrione si è attaccato all’utero materno. O che un 
      feto incomincia a pensare solo all’ottavo o nono mese di gravidanza, che 
      secondo San Tommaso d’Aquino fino al quarto mese siamo animali e quindi 
      tanto vale proteggere gli embrioni degli scimpanzé. E inutile obiettare 
      che San Tommaso d’Aquino visse nel 1200, che di genetica se ne intendeva 
      quanto io mi intendo di ciclismo e di pugilato. Inutile replicare che 
      ripararsi dietro il sillogismo Cervello Pensiero Anima uguale Umano è una 
      scemenza. Un’offesa alla logica. Anche gli animali hanno un cervello, 
      perbacco. Anche gli animali hanno un pensiero. Ergo, stando a quel 
      sillogismo, anche loro dovrebbero avere un’anima ed essere considerati 
      umani. Inutile osservare, infine, che sulla formazione del cervello anima 
      non sappiamo un bel nulla. Neanche ciò che si sapeva sull’atomo quando 
      Enrico Fermi scisse quello dell’uranio 235 e scoprì che il suo nucleo 
      misura un centomiliardesimo di millimetro eppure può disintegrare in un 
      lampo città come Hiroshima e Nagasaki. E se l’infinitamente piccolo 
      contenesse molto di più dell’infinitamente grande? E se il cervello anima 
      dell’embrione misurasse ancor meno di un centomiliardesimo di millimetro e 
      la miopia morale (nonché intellettuale) non riuscisse a individuarlo? E 
      se di conseguenza l’embrione pensasse, soffrisse come soffriamo noi quando Zarqawi ci taglia la testa col suo coltello halal?  
       
      Il fatto è che le loro affermazioni mai suffragate da prove sono teorie e 
      basta, presunte certezze per convenienza e opportunismo spacciate come 
      assolute certezze, punti di vista sbandierati nel presuntuoso miraggio di 
      ricevere un Nobel al quale senza alcun pudore e senza alcun merito 
      ambiscono fortissimamente. Sono un dogma che non vale più del mio. Anzi 
      vale assai meno del mio che è privo di calcoli, di convenienze, di 
      opportunismi. Qual è il mio? Bè, è quello che esprimo in Lettera a un 
      bambino mai nato , libro che incomincia con queste parole: « Stanotte ho 
      saputo che c’eri. Una goccia di vita scappata dal nulla » . È quello che 
      ribadii nell’intervista al Foglio quando i neoilluministi e progressisti e 
      avanguardisti approvavano la condanna a morte di Terri Schindler o se vuoi 
      Terri Schiavo. (Secondo loro, colpevole di non aver più un pensiero, di 
      non aver più un’anima, di non poter assistere ogni domenica alla Messa che 
      ha nome Partita di Calcio. Oh sì: a mia volta senza aver le prove che 
      Fermi fornì sul nucleo dell’atomo, io credo che fin dal momento in cui lo 
      spermatozoo feconda l’ovulo e la cellula primaria diventa due cellule poi 
      quattro poi otto poi sedici insomma prende a moltiplicarsi, noi siamo ciò 
      che saremo. Cioè esseri umani. Forse non ancora persone, visto che una 
      persona è il risultato dell’essenza innata e delle esperienze acquisite 
      dopo la nascita: ma di sicuro un essere umano. L’embrione che sboccia 
      nell’ovulo d’un pidocchio è un pidocchio. L’embrione che sboccia 
      nell’ovulo di un cane è un cane. ( L’esempio del cane lo porta anche 
      monsignor Sgreccia). L'embrione che sboccia nell’ovulo di un elefante è un 
      elefante. L’embrione che sboccia nell’ovulo di un essere umano è un essere 
      umano e non me ne importa nulla che stavolta la mia opinione coincida con 
      quella della Chiesa Cattolica. Con quella di Papa Wojtyla e di Papa 
      Ratzinger, con quella del Cardinale Ruini, dei vescovi, degli arcivescovi, 
      dei preti che si opposero al divorzio e all’aborto. ( Anch’io detesto 
      l’aborto e per il voto in favore dell’aborto ebbi strazianti dilemmi. Ma 
      considero il divorzio una conquista della civiltà e per il divorzio mi 
      battei con le unghie e coi denti). Infatti se tale opinione coincidesse 
      con quella della Chiesa Marxista, di Lenin, di Stalin, di Mao Tse Tung, e 
      perfino del re di Cuba cioè dello spregevolissimo Castro, la esprimerei 
      col medesimo candore. Non me ne importa nulla nemmeno dell’astuto ricatto 
      cioè della loro promessa di guarire il diabete, la distrofia, l’Alzheimer, 
      la sclerosi multipla di Stephen Hawking. (Il grande cosmologo che da 
      decenni vive in carrozzina e ciondola peggio d’un fiore appassito). Come 
      dissi nell’intervista al Foglio, non me ne importerebbe nemmeno se le 
      staminali servissero a guarire il mio cancro anzi i miei cancri. Dio sa se 
      amo vivere, se vorrei vivere più a lungo possibile. Sono innamorata, io, 
      della vita. Ma a guarire i miei cancri iniettandomi la cellula d’un 
      bambino mai nato mi parrebbe d’essere un cannibale. Una Medea che uccide i 
      propri figli. (« Donna maledetta, aborrita dagli Dei, da me, dall’intero 
      genere umano. Crepa, essere osceno, assassina dei tuoi figli » le dice 
      Euripide attraverso Giasone).  
      Me ne importa ancor meno del fatto che i Frankenstein e i loro mecenati mi 
      espongano al ludibrio con le accuse retrograda oscurantista reazionaria 
      bigotta baciapile serva del Vaticano. Tanto con loro non serve neanche 
      spiegare perché un’atea (sia pure atea cristiana) non può esser bigotta, 
      non può essere baciapile eccetera. O perché una laica che s’è sempre 
      battuta per la giustizia e la libertà non può esser retrograda, 
      oscurantista, reazionaria. E aggiungo: davvero non v’è limite 
      all’incoerenza dei voltagabbana. Un tempo gli odierni cultori del 
      cannibalismo urlavano che era crudele sacrificare gli animali nei 
      laboratori. E ne convengo. (Ho visto cose atroci nei laboratori. Una 
      volta a New York ho visto togliere il cuore a una cagnolina, sostituirlo 
      col cuore di un maialino, e poi piazzarlo sotto il naso della povera 
      creatura per vedere se lo riconoscesse. Lei l’ha riconosciuto e s’è messa 
      a mugolare disperatamente. Un’altra volta a Chicago ho visto togliere il 
      cervello a una piccola scimmia. Da viva, visto che il cervello doveva 
      restar vivo attraverso un’irrorazione di sangue. Si chiamava Libby, e 
      mentre la legavano al lettuccio operatorio mi fissava come se implorasse 
      il mio aiuto. Infatti mi vergognai. Vomitai e il Frankenstein di turno, un 
      noto ricercatore, mi chiese stupito: « Why, perché? La credevo meno 
      schizzinosa. Less squeamish. Libby non ha mica un’anima ») . Piangevano 
      anche sui topi usati per sperimentare i farmaci, quei parolai. Li 
      definivano martiri e per difenderli inscenavano bellicosi cortei simili a 
      quelli dei pacifisti che la pace la vogliono da una parte e basta. Ora 
      invece accettano che le cavie siano i nostri figli mai nati, sacrificati 
      come la cagnolina di New York e come Libby. Accettano che le cellule di 
      queste nuove cavie vadano ad arricchire le ditte farmaceutiche il cui 
      cinismo supera quello dei mercanti d’armi, accettano che gli embrioni 
      vengano squartati come bovi nelle macellerie per ricavarne tessuti e 
      organi da vendere come si vendono i pezzi di ricambio per un’automobile. 
      Accettano che tutto ciò miri a realizzare il Mondo Nuovo di Huxley, a 
      farci diventare uomini Alfa o Beta o Gamma o Dio sa cos’altro. Campioni di 
      salute e di bellezza ma senza cervello o mostri intelligentissimi ma senza 
      braccia e senza gambe? (A proposito: nei laboratori di ricerca un’altra 
      volta ho visto un uccello che chissà perché, suppongo per divertirsi, 
      avevano fatto nascere senza le ali. Sembrava una palla fatta di piume e 
      basta. E mi guardava con certi occhi che al confronto i Prigioni di 
      Michelangelo cioè le quattro statue con la testa o gli arti ancora 
      inseriti dentro la pietra, sembrano creature felici...). E va da sé che 
      ormai le cavie siamo anche noi. Una donna che subisce l’estrazione di un 
      ovulo è certamente una cavia. Una che per restare incinta se lo fa 
      impiantare, lo stesso. Grazie a una scienza che è sempre più tecno 
      scienza, grazie a una medicina che è sempre più tecno medicina, quindi 
      sempre più disumana, siamo cavie perfino nei casi estranei alla 
      fecondazione artificiale. Quando mi sottopongo a una radioterapia, per 
      esempio, specialmente in America non vedo esseri umani. Intuisco che i 
      medici e i tecnici stanno da qualche parte, sì. Forse al di là del vetro 
      che separa la loro stanza dalla stanza nella quale mi trovo con le 
      apparecchiature e basta. Ma di loro non mi giunge neanche la voce. Non mi 
      parlano mai. Perfino quando ricevo l’ordine di trattenere il respiro, è 
      una macchina che parla. La riproduzione di una voce umana. E mi sento sola 
      come un embrione nel congelatore, indifesa come una cavia alla mercé d’un 
      ricercatore. La medesima cosa, quando devo riempire i moduli che servono 
      ad arricchire le statistiche su i metodi di cura, le sopravvivenze, i 
      decessi. Moduli nei quali sono un semplice numero. Il numero di un 
      prodotto dalla cui etichetta manca soltanto la data di scadenza.  
      Chi in buona fede favorisce il mondo nuovo si ripara sempre sotto 
      l’ombrello delle parole Scienza e Progresso. Forse le più abusate dopo le 
      parole Amore e Pace. Ma sull’interpretazione della parola Progresso, anzi 
      sul concetto del cosiddetto Progresso, i pareri discordano. E diventa 
      sempre più difficile stabilire di che cavolo si tratti. Per Giordano Bruno 
      era l’astronomia copernicana. Per Voltaire, l’affinarsi delle arti e dei 
      costumi. Per Kant, il Diritto che sostituisce la Forza. Per Darwin, 
      l’evoluzione biologica. Per Marx, il crollo del sistema capitalistico. Per 
      i miei trisnonni il telegrafo, il treno, la nave a vapore, l’illuminazione 
      a gas, la monarchia costituzionale. Per i miei bisnonni l’illuminazione 
      elettrica, il termometro, la vaccinazione antivaiolosa di Pasteur, il 
      radio di Madame Curie, la democrazia senza il suffragio universale. Per i 
      miei nonni l’automobile, l’aereo, il telefono, la radio di Guglielmo 
      Marconi, la penicillina, il suffragio universale senza il voto alle donne. 
      Per i miei genitori il voto alle donne, l’aria condizionata, la 
      lavapiatti, la Tv, la lambretta, la repubblica. Per il mio mondo i 
      trapianti degli organi, le astronavi, i viaggi sulla Luna e su Marte, i 
      maledetti computer, i maledetti telefonini e il maledetto Internet con cui 
      puoi calunniare chi vuoi e rubare il lavoro altrui senza finire in galera. 
      Nonché gli strombazzatissimi Diritti Umani che però non includono i 
      diritti umani di chi come me va controcorrente, e i diritti umani dei 
      bambini. Diritti calpestati col lavaggio cerebrale della scuola, coi 
      maltrattamenti, i rapimenti, gli assassinii magari compiuti dalle Medee 
      che i propri figli li uccidono a martellate o affogandoli nelle vasche da 
      bagno e nelle piscine. Questo senza contare i bambini pedofilizzati nei 
      collegi e nelle sagrestie, o stuprati e strangolati poi sepolti vivi come 
      Jessica Lundman. Bè, vogliamo metterci anche l’olocausto degli embrioni 
      umani nel discutibile elenco d’un Progresso che al novanta per cento dei 
      casi si basa sui successi della tecnologia non della morale? A quanto 
      pare, sì. E pazienza se eravamo più progrediti quando eravamo più 
      ignoranti, più ammalati, più poveri, più umani, sicché la morte di un 
      figlio nato o non nato ci riempiva di strazio. Cristo! Ha ragione 
      Ratzinger (grazie, Santità, d’aver sempre il coraggio di dire pane al 
      pane e vino al vino) quando scrive che il Progresso non ha partorito 
      l’Uomo migliore, una società migliore, e incomincia a essere una minaccia 
      per il genere umano. Quanto alla Scienza, mioddio. Da giovane mi inchinavo 
      alla Scienza con la stessa devozione che i musulmani hanno per il Corano. 
      Lo stesso ossequio che hanno per Maometto. Volevo diventare uno 
      scienziato, e per questo mi iscrissi a Medicina. Del resto ancor oggi per 
      la Scienza ho un istintivo rispetto, una passione che nemmeno i 
      Frankenstein riescono a spengere. E sarei un’imbecille se negassi che 
      l’umanità è andata avanti anche grazie a lei. Sai, anche a me piace andare 
      sulla Luna e su Marte. Anzi mi piace assai più di quanto piaccia agli 
      avanguardisti. Anche a me piace usare il telefono, la radio, l’aereo, la 
      Tv. E se per il momento sono ancora viva lo devo alla Medicina che sia pur 
      facendomi spesso sentire un embrione nel congelatore, una cavia alla mercé 
      d’un ricercatore, mi ha curato e mi cura. Però...  
      Però la Scienza è come il fuoco. Può fare un gran bene o un gran male. 
      Come il fuoco può scaldarti, disinfettarti, salvarti, oppure incenerirti. 
      Distruggerti. Come il fuoco, spesso fa più male che bene. E il motivo è 
      proprio quello che, come il fuoco, non si pone problemi morali. Per lei 
      tutto ciò che è possibile è lecito. Lascia perdere la retorica: di 
      scrupoli la Scienza ne ha sempre avuti pochini. Di rimorsi, ancor meno. Si 
      è sempre arrogata il diritto di fare ciò che voleva fare, che vuol fare 
      perché si può fare. E facendolo non s’è mai chiesta se ciò fosse giusto. 
      Peggio: come una bagascia che vende il suo corpo, s’è sempre venduta al 
      miglior offerente. Ha sempre rincorso i premi Nobel, la sua vanità, il suo 
      delirio di onnipotenza, la sua brama di sostituirsi alla Natura. (Ratzinger dice « sostituirsi a Dio ») . E delle sue vittime ha sempre 
      tenuto un ben scarso conto. Non ne teneva conto nemmeno il sublime 
      Leonardo da Vinci che da pittore dipingeva squisite Madonne e squisite 
      Monne Lise e squisitissime Signore con l’Ermellino, ma da scienziato 
      offriva i suoi servigi a Ludovico Sforza e progettava macchine da guerra 
      allora inimmaginabili. Super cannoni, super mitragliatrici, super carri 
      armati, super elicotteri per bombardare la gente. Non ne tenne conto 
      neanche l’onesto Oppenheimer che insieme a Teller costruì l’atomica. E non 
      mi consola affatto ricordare che prima di farla esplodere a Fort Alamos 
      abbia inviato ai suoi colleghi di Berkeley il telegramma nel quale, 
      citando un passaggio del sacro testo indù Bhagavad Gita e paragonandosi al 
      dio Khrisna, si malediva senza pietà. « Io sono diventato la Morte, il 
      distruttore dei mondi » . Del resto non fu un chirurgo, il dottor Joseph 
      Ignace Guillottin che nel 1789 inventò la ghigliottina? Non fu un altro 
      medico, il dottor Louis, che nel 1791 ne guidò la fabbricazione? Per ogni 
      penicillina la Scienza ci regala una ghigliottina. Per ogni Pasteur o 
      Madame Curie o Marconi ci regala un Mengele. O almeno un Oppenheimer, 
      almeno un Teller. E i suoi discepoli più pericolosi sono proprio i 
      ricercatori. Quasi sempre (onore e gratitudine alle eccezioni), ai 
      ricercatori non importa un corno del genere umano. A muoverli è soltanto 
      il demone della curiosità sposata all’ambizione personale e all’interesse 
      monetario. ( Come si comporterà un uccello senza le ali? Come funzionerà 
      un bambino concepito in provetta? Che cosa e quanto mi frutterà questa 
      scoperta?). E al diavolo i principi, al diavolo i valori sui quali si basa 
      o dovrebbe basarsi una società civile. Cari miei, Ratzinger ha ragione 
      anche quando dice che in nome della Scienza ai diritti della Vita vengono 
      inflitte ferite sempre più gravi. Ha ragione anche quando dice che con gli 
      esperimenti sugli embrioni umani la dignità dell’Uomo viene vilipesa anzi 
      negata. Ha ragione anche quando dice che se non vogliamo perdere il 
      rispetto per l’Uomo bisogna demistificare la ricerca scientifica, 
      demitizzare la Scienza, cioè smettere di considerarla un idolo o una 
      divinità. Sacrosante parole che a mio parere valgono anche per l’Etica. 
       
      Ogni dizionario definisce l’Etica quella parte della filosofia che si 
      occupa della Morale. Di ciò che è bene per l’Uomo, di ciò che è bene fare 
      o non fare. Infatti all’Etica si ispirano generalmente le leggi dei Paesi 
      non barbari o non del tutto barbari, e fino a ieri in Occidente ce la 
      siamo cavata per questo. Il guaio è che nell’età moderna l’Etica ha 
      partorito una figlia degenere che si chiama Bioetica. Sempre secondo il 
      dizionario, la Bioetica è una disciplina che « si occupa dei problemi 
      morali e individuali e collettivi connessi all’avanzamento degli studi nel 
      campo della genetica e della tecnologia relativa alla formazione dei 
      processi vitali ». Ma su tale disciplina io la penso come la pensava Erwin Chagaff, il grande biochimico americano che soltanto a sentir 
      parlare di procreazione assistita o di fecondazione artificiale o di 
      embrioni congelati e scongelati andava in bestia e urlava: « L’etica sta 
      alla bioetica come la musica sta alle marce militari! ». Bé... il mondo 
      occidentale ci sguazza, in quelle marce militari. Istituti di Bioetica, 
      Comitati di Bioetica, Accademie di Bioetica. Ogni volta, in mano a 
      sapienti che dicono di voler difendere il nostro futuro, bilanciare la 
      gioia del Sapere con l’utilità sociale, arginare l’avidità degli interessi 
      industriali e finanziari. Però dinanzi all’Idolo Scienza anzi alla 
      Divinità Scienza, dinanzi al mito della Ricerca Scientifica, la bioetica 
      si cala ogni volta le brache. Nel 1997, quando nacque la pecora Dolly e fu 
      chiaro che attraverso gli stessi artifizi la clonazione poteva estendersi 
      agli esseri umani, i rappresentanti della nobile disciplina definirono la 
      cosa eticamente inaccettabile. « Giammai! Permetterlo equivarrebbe ad 
      andare contro la legge biologica basilare! Sarebbe un oltraggio alla 
      Natura che da sola provvede all’evoluzione della nostra specie! 
      Condurrebbe a un declino della nostra civiltà! » .  
       
       
      QUI STANNO VINCENDO I FRANKENSTEIN  
      
      L’Occidente è ammalato di un cancro morale, intellettuale e morale. Ma 
      il Bene e il Male non sono opinioni. Sono realtà obiettive, concretezze 
      che ci distinguono ( o dovrebbero distinguerci) dagli Zarqawi e dagli 
      altri animali.  
       
      Tutti lo dissero, tutti. Il Comitato Internazionale di Bioetica dell’Unesco, 
      la United States Bioethics Commission, il Consiglio per l’Etica e Bioetica 
      della Commissione Europea, per esempio. Nonché l’Organizzazione Mondiale 
      della Sanità e le varie Accademie Nazionali di Medicina. Per la nascita 
      della prima bambina concepita in provetta, la bambina inglese, lo stesso. 
      Per l’eutanasia, pure. Per l’attuale olocausto degli embrioni, idem. Prese 
      di posizione, veti, condanne. Ma poi tutti presero a chiudere gli occhi. A 
      tenere il piede in due staffe, ad avanzar compromessi che in realtà erano 
      consensi. È la loro strategia. Il loro modo di essere Politically Correct. 
      All’inizio gridano allo scandalo, dichiarano che certe cose offendono la 
      decenza. Poi incominciano a farfugliare che bisogna rifletterci meglio, 
      che le scoperte scientifiche non si possono cancellare, che indietro non 
      si può tornare, e si rimangiano le prese di posizione. Si rimangiano i 
      veti, si rimangiano le condanne. Addirittura si rendono complici del 
      delitto. Sempre col pretesto della terapeutica, s’intende...  
      L’ultimo esempio è italiano. Viene dal Comitato Nazionale di Bioetica che 
      lo scorso maggio concesse parere favorevole all’uso delle staminali 
      isolate dai feti abortiti. « L’uso del tessuto fetale ricavato 
      dall’interruzione volontaria della gravidanza e il suo utilizzo a scopi 
      scientifici o terapeutici non si configura come bioeticamente illecito ». 
      Impegnandosi a non mettere mano sul « materiale fresco », (un bambino 
      appena abortito lo chiamano « materiale fresco » come il pesce fresco), e 
      spiegando che ciò non sarebbe comunque necessario perché migliaia di 
      cellule fetali sono crioconservate in una banca milanese, i nostri 
      staminalisti potranno dunque intrugliare senza scrupoli e senza imbarazzi. 
      E pazienza se sanno benissimo che la cosa è un incentivo all’aborto, 
      pardon, all’interruzione volontaria della gravidanza. (Nel linguaggio Politically Correct si dice così). Pazienza se sanno altrettanto bene che 
      per molte donne e molte coppie il commercio dei figli abortiti è un 
      business assai redditizio. Pensa al « turismo procreativo » sul quale 
      molti paesi europei o vicini all’Europa si arricchiscono come Cuba e la 
      Thailandia si arricchiscono sul turismo sessuale. (Per cinquemila o 
      settemila euro, l’Ucraina offre il biglietto del viaggio, l’albergo di 
      prima classe vitto incluso, la guida turistica nonché l’ovocita. E quando 
      sbarchi all’aeroporto non passi neanche la dogana). È redditizio anche il 
      business degli spermatozoi. Insieme agli ovuli congelati, le banche 
      occidentali traboccano di sperma congelato. In entrambi i casi merce che 
      viene dall’Ucraina, dalla Romania, dall’Albania, dalla Slovenia, dalla 
      Corea, dai paesi più poveri del continente asiatico. Però viene anche 
      dalla Svizzera, dalla Norvegia, dalla Grecia, da Malta, dal Portogallo, 
      dalla Spagna. In particolare da Barcellona, città nella quale vivono molte 
      immigrate provenienti dall’Europa dell’Est. Ne traboccano soprattutto le 
      banche inglesi. Non a caso il Parlamento Europeo (bontà sua) ha rivolto 
      un monito all’Inghilterra dove il mercato fiorisce vergognosamente con gli 
      ovuli che vengono dalle cliniche rumene. In massima parte, ovuli venduti a 
      mille o duemila euro la dozzina dalle zingare Sinti o Rom. E nel libro più 
      inquietante che abbia letto su questo tema, La vita in vendita, gli 
      autori Christian Godin e Jacques Testart raccontano che in Europa gli 
      ovuli delle ragazze bionde e longilinee (di solito modelle) costano molto 
      di più. Almeno quindicimila euro ciascuno. 
       
      Garantiscono figli da concorso di bellezza, capisci? Figli su misura, 
      selezionati, scelti sul menù dell’eugenetica e della biotecnologia. A tal 
      proposito Godin racconta d’aver trovato su un sito Internet quest’annuncio: 
      « Cercasi ovulo bello e intelligente che venga da una studentessa molto 
      sportiva e allieva d’un college molto rinomato ». .. Ed ora dimmi se 
      queste ricerche per cui i promotori del referendum invocano la libertà 
      illimitata non sono associabili coi campi di Dachau e Birkenau ed 
      Auschwitz e Mauthausen. Dimmi se queste ricerche in apparenza fatte per 
      guarire le malattie in realtà non puntano a qualcosa che assomiglia molto 
      all’hitleriano sogno d’una società composta soltanto di biondi con gli 
      occhi azzurri. Dimmi se col pretesto della terapeutica la Scienza e il 
      Progresso non contemplano un mondo di super uomini e super donne da 
      fabbricare nei laboratori. (Super per modo di dire, visto che il premio 
      Nobel dottor Kary Mullis propone di clonarci col Dna proveniente da famosi 
      atleti e rockstar...). Eppure i sessanta membri del nostro Comitato 
      Nazionale di Bioetica hanno concesso la suddetta autorizzazione quasi 
      all’unanimità. Solo un voto contrario ed uno astenuto. Peggio: tra di loro 
      v’erano parecchi cattolici e tra i cattolici v'era monsignor Elio Sgreccia, 
      presidente della Pontificia Accademia delle Scienze nonché vescovo e 
      autorità molto ossequiata nel campo della Bioetica. Ho fatto un balzo, a 
      leggere la notizia. E sia pur sapendo che il suo era stato un voto molto 
      sofferto, mi son detta: possibile?!? Non fu Wojtyla a dire per primo che a 
      un embrione si deve il medesimo rispetto che si deve a un bambino nato o 
      ad una qualsiasi persona? Alla Scienza che vuole sostituirsi perfino ai 
      legislatori cede anche la Chiesa, ormai? Cardinal Ruini ed altri cardinali 
      a parte, non c’è rimasto che Ratzinger a tener duro? « La scienza non può 
      generare ethos » ha scritto Ratzinger nel suo libro Europa . « Una 
      rinnovata coscienza etica non può venire dal dibattito scientifico». 
      Naturalmente Ratzinger lo dice in chiave reli giosa, da filosofo anzi da 
      teologo che non prescinde dalla sua fede nel Dio Creatore. Un Dio buono, 
      un Dio misericordioso, un Dio che ha inventato l’universo e creato l’uomo 
      a sua immagine e somiglianza. (Tesi che a volte gli invidio perché 
      risolve il rompicapo chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo, ma nella 
      quale il mio ateismo vede soltanto una bellissima fiaba. Se Dio esistesse 
      e fosse un Dio buono, un Dio misericordioso, perché avrebbe creato un 
      mondo così cattivo?). Però a dirlo difende la Natura, Ratzinger. Rifiuta 
      un Uomo inventato dall’uomo cioè un uomo prodotto di sé stesso, della 
      eugenetica mengeliana, della biotecnologia frankensteiniana. Ciò che dice 
      è vero. È giusto. È raziocinante. È un discorso che va al di là della 
      religione, un discorso civile, e la bellissima fiaba non c’entra. 
      C’entrano i doveri che noi esseri umani abbiamo verso la Natura. Verso la 
      nostra specie, verso i nostri principii. I principii senza i quali l’Uomo 
      non è più un uomo: è una cosa, un oggetto di carne senz’anima. Riflettici 
      a fondo e t’accorgerai che la colpa di questa follia non è degli 
      scienziati e basta, dei ricercatori e basta, degli scriteriati pei quali 
      tutto è lecito in quanto è possibile e a materializzarlo si diventa ricchi 
      e famosi. Si passa alla Storia come il dottor Guillotin. È di chi li 
      sostiene, di chi li protegge. Di molti politici, ad esempio. I politici 
      che fallite le ideologie non sanno più a che santo votarsi e per restare a 
      galla cercano il Sol dell’Avvenir negli sciagurati che vogliono rifare 
      l’Uomo col Dna delle rockstar e degli atleti famosi. (Il più possibile 
      scemi, magari, e drogati). I politici che per ritrovare il potere perduto 
      consentono che i nostri (e i loro) bambini mai nati finiscano nei nuovi 
      campi di sterminio. Che per cristallizzare il potere non perduto posano ad 
      illuminati e sbeffeggiano il concetto di famiglia cioè il concetto 
      biologico sul quale si basa qualsiasi società. Che il matrimonio non lo 
      definiscono più per quello che è ossia l’unione d’un uomo e d’una donna 
      presumibilmente in grado di procreare, l’istituto giuridico che regola la 
      necessità di perpetuare la specie, bensì un’unione e un istituto che con 
      gli stessi diritti spetta a due individui del medesimo sesso. Quindi, non 
      in grado di perpetuarla. E pazienza se (l’ho già scritto ne L’Apocalisse) a contare sull’omosessualità la nostra specie si estinguerebbe come si 
      estinsero i dinosauri. Pazienza se con l’adozione gay, resa possibile dal 
      matrimonio gay, anziché un babbo e una mamma il bambino adottato si trova 
      con due babbi o due mamme. Pazienza se con due babbi o due mamme cresce 
      ignorando il concetto di paternità e di maternità... Neanche i bambini 
      nati dagli embrioni congelati, infatti, sanno chi è il loro padre. Né lo 
      sapranno mai. La fottuta Bioetica proibisce di dirglielo, e nella figura 
      del padre vede solo uno stallone che mette incinte le cavalle, un toro che 
      mette incinte le vacche. Quanto alla figura della madre, pensaci bene: se 
      nascono dall’ovulo comprato da un’anonima zingara o da una famosa modella 
      che ovviamente non vuol da re il suo nome, quei bambini non sapranno 
      neanche chi è la loro vera madre. Non per nulla questo nuovo sistema di 
      nascere piace moltissimo ai coniugi del medesimo sesso. Sembra addirittura 
      inventato per loro.  
      La colpa è anche degli intellettuali che lo zio Bruno, il fratello di mio 
      padre, chiamava intelligenti cretini anzi cretini intelligenti. Gli 
      intellettuali che per opportunismo o profitto o smania di influire sul 
      futuro approvano e propagandano le malefatte dei Frankenstein. Manco 
      fossero davvero conquiste dell’Umanità. È anche dei giornali, delle 
      televisioni, dei media che quelle malefatte le presentano con 
      compiacimento, anzi col cappello in mano. Col cappello in mano le 
      descrivono ossequiosamente, accuratamente, manco fossero ricette culinarie 
      di Pellegrino Artusi o di Anthelme Brillat Savarin. Ricetta sudcoreana: « 
      Si prendono alcune cellule dell’epidermide dal corpo d’un paziente e se ne 
      estrae il materiale genetico cioè il Dna. Poi si prende un ovocita donato 
      dietro compenso da una donna ucraina o rumena o slovena o coreana o 
      albanese o maltese, ci si accerta che non sia fecondato e lo si svuota. 
      Gli si toglie il nucleo, lo si butta via. Fatto ciò, al posto di quel 
      nucleo si mette il Dna ricavato dal corpo del paziente. Operazione che si 
      chiama trasferimento nucleare. Lo si stimola con scosse elettriche 
      affinché le cellule si moltiplichino alla svelta come se l'ovocita fosse 
      stato penetrato da uno spermatazoo, si ottiene il blastocita cioè l'ovocita 
      che corrisponde alla prima fase dello sviluppo embrionale. Si crea, 
      insomma, un embrione. Quando l’embrione è cresciuto, lo si seziona. 
      (Viviseziona). Le sue cellule staminali si iniettano nel corpo del 
      paziente... ». La ricetta inglese, cioè quella fornita dai ricercatori di 
      Newcastle subito dopo i colleghi sudcoreani, è quasi identica. L’unica 
      differenza consiste nel procurarsi in precedenza tre blastociti e, dopo il 
      trasferimento nucleare, stimolarne un veloce sviluppo anche chimicamente. 
      Cose per cui il mio oncologo americano si arrabbia e sibila: « This waving 
      the therapeutical purpose is a dirty fib, a cruel lie. Questo sventolare 
      lo scopo terapeutico è uno sporco imbroglio, una bugia crudele. D’accordo, 
      noi oncologi non siamo riusciti a eliminare il cancro. Tuttavia lo 
      curiamo. A volte lo blocchiamo. Contro le malattie che citano per 
      giustificare la nuova Strage degli Innocenti loro non hanno scoperto 
      nessuna cura, invece. Ma se per caso la scoprissero, se per caso una 
      terapeutica esistesse davvero, direi ugualmente: bisogna opporsi. Bisogna 
      perché la clonazione terapeutica è già una clonazione riproduttiva quindi 
      valida per fabbricare esseri umani. Bisogna perché distinguere l’una 
      dall’altra equivale a celarsi dietro un trucco semantico. Bisogna perché 
      iniettare in un malato le cellule staminali significa ucciderlo. Sai 
      perché? Perché le cellule staminali degli embrioni sono tanto vigorose e 
      potenti quanto disordinate. Non si moltiplicano dove e come vogliamo ma 
      ovunque gli piaccia e come gli piaccia. Ergo, causano tumori. Di recente 
      sono state iniettate nel cervello di una scimmia. Il cervello ha subito 
      sviluppato un cancro fulminante e la scimmia è morta nel giro di poche 
      settimane ». 
      La colpa è anche della cosiddetta gente comune. La gente che per 
      dabbenaggine o ingenuità o disperazione crede nella storia delle malattie 
      da guarire. Credendoci, si lascia menare per il naso dalle false promesse 
      e dalle false speranze. Perché, come i sapienti della Bioetica, anche la 
      gente lì per lì grida allo scandalo. Si impaurisce, dice oddio che 
      vogliono farmi, che mi succederà. Ma poi, rimbecillita dal lavaggio 
      cerebrale esercitato dai politici e dagli intellettuali che i Frankenstein 
      li presentano come benefattori, sedotta dal compiacimento e dagli elogi 
      dei giornali che li trattano col cappello in mano, cede ai dubbi. Non 
      capisce di venir presa in giro, non si rende conto d’essere a una tragica 
      svolta del nostro destino, e cambia idea. Per sentirsi moderna, lanciata 
      verso il futuro, si adegua. Per non andare controcorrente, non perdere i 
      vantaggi della cosiddetta modernità (vantaggi che alla fine si riassumono 
      in un telefonino sempre appiccicato all’orecchio) grida al miracolo. Si 
      piega, anzi applaude, anche se ciò significa massacrare i propri figli 
      come Medea. Parliamoci chiaro: viviamo in una società che alla Vita guarda 
      in termini edonistici e basta. Che cerca solo il benessere, i vantaggi 
      materiali, le agiatezze. Una società dove l’anima non conta. La 
      spiritualità, ancor meno. E non solo in Italia, non solo in Europa, visto 
      che in America accade lo stesso. Se non peggio. Del resto è l’America che 
      ha diffuso il culto dell’edonismo. È l’America che ha lanciato la moda dei 
      matrimoni e delle adozioni gay. È l’America che ha dato il via a quelle 
      ricerche. Unica differenza, il fatto che in America il grosso dei 
      cittadini si opponga e che a quei ricercatori il suo presidente dica: « Io 
      i soldi per portar a fondo la Strage degli Innocenti non ve li do. Io alla 
      scienza che uccide una persona per curare un’altra persona, che distrugge 
      la Vita per salvare la vita, non ci credo ». (Bravo Bush). Dal Pacifico 
      all’Atlantico, dall’Atlantico al Mediterraneo, dal Mediterraneo al Mar 
      Artico, l’Occidente è malato di una malattia che nemmeno miliardi di 
      cellule staminali potrebbero guarire: il cancro morale, intellettuale e 
      morale, di cui parlo nella mia Trilogia e soprattutto ne La Forza della 
      Ragione . Proprio a causa di quel cancro non comprendiamo più il 
      significato della parola Morale, non sappiamo più separare la moralità 
      dall’immoralità o dall’amoralità. Proprio a causa di quel cancro i 
      mecenati dei Frankenstein vorrebbero una ricerca scientifica, senza veti e 
      senza condanne. Proprio a causa di quel cancro i tipi del mio tipo li 
      chiamano bigotti baciapile servi del Papa e del Cardinal Ruini, oppure li 
      espongono al pubblico ludibrio con le parole retrogrado oscurantista 
      reazionario. Ma la Moralità non è bigotteria. Non è baciapilismo, 
      oscurantismo, conservatorismo. È ragionamento, raziocinio, buonsenso. A 
      volte, Rivoluzione. L’Etica non è una moda che cambia come i vestiti e le 
      stagioni. È un codice di comportamento che vale ovunque e per sempre. Una 
      disciplina che ci aiuta a individuare il Bene e il Male, a non finire 
      nella spazzatura. Il Bene e il Male non sono opinioni, punti vista. Sono 
      realtà obiettive, concretezze che ci distinguono (o dovrebbero 
      distinguerci) dagli Zarqawi e dagli altri animali. Non per nulla ce ne 
      serviamo fin dai giorni in cui abitavamo nelle caverne e forse la fame ci 
      rendeva cannibali tuttavia conoscevamo questa elementare verità: il Bene è 
      ciò che fa bene, che ci fa sentir bene. Il Male è ciò che fa male, che ci 
      fa sentir male. Oggi invece il Bene viene considerato dai più ciò che fa 
      comodo. Il Male, ciò che non lo fa. E pochi capiscono che scegliere il 
      Male è da masochisti, da cretini. Non cretini intelligenti o intelligenti 
      cretini: cretini e basta. 
       
      A costo d’esser derisa o giudicata un nuovo acquisto del Vaticano, un'atea 
      in via di conversione, una mangiapreti in cerca di assoluzione, insomma 
      una ravveduta in punto mortis , torno dunque a Ratzinger. E dico: 
      Ratzinger ha ragione quando scrive che ormai l'Occidente nutre una specie 
      di odio verso sé stesso, non ama più sé stesso. Che della sua storia vede 
      soltanto ciò che è deprecabile, che di essa non riesce più a percepire 
      cosa contiene di grande e di puro. Ha ragione anche quando dice che il 
      mondo dei valori su cui l’Europa aveva costruito la sua identità ( i 
      valori ereditati dagli antichi greci e dagli antichi romani e dal 
      Cristianesimo, chiarisco io) sembra giunto alla fine o uscito di scena. 
      Che l’Europa è paralizzata da una crisi del suo sistema circolatorio e che 
      questa crisi la sta curando con trapianti (l'immigrazione e il 
      pluriculturalismo, chiarisco io) i quali possono solo eliminare la sua 
      identità. E poi ha ragione quando dice che la rinascita dell’Islam non è 
      nutrita soltanto dalla nuova ricchezza dei paesi che posseggono il 
      petrolio: è nutrita anche dalla consapevolezza che l’Islam possa offrire 
      una piattaforma di spiritualità. La spiritualità a cui la vecchia Europa e 
      l’intero Occidente hanno rinunciato. Infine ha ragione quando cita 
      Spengler secondo il quale l’Occidente corre inesorabilmente verso la 
      propria morte, non solo una morte culturale, e di questo passo crollerà 
      come crollò la Civiltà Egizia, l'Impero Romano, il Sacro Romano Impero. 
      Come sono crollati e crollano ( aggiungo io) tutti i popoli che 
      dimenticano di avere un’anima. Ci stiamo suicidando, cari miei. Ci stiamo 
      uccidendo col cancro morale, con la mancanza di moralità, con l’assenza di 
      spiritualità. E questa faccenda del mondo da rifare con la truffaldina 
      eugenetica, con la bugiarda biotecnologia, non è che la tappa definitiva 
      del nostro masochismo. Ecco perché i Bin Laden e gli Zarqawi, individui 
      immorali e amorali tuttavia sorretti da una loro paradossale forma di 
      moralità, hanno buon gioco. Ecco perché i loro correligionari ci invadono 
      così facilmente e così disinvoltamente fanno i padroni in casa nostra. 
      Ecco perché a casa nostra vengono accolti con tanto servilismo o tanta 
      inerzia. Tanta paura. Ecco perché l’Europa è diventata Eurabia e l’America 
      rischia di diventarlo. Ed ecco perché, segnati in fronte dal marchio di 
      cui parlo ne L’Apocalisse , il marchio della schiavitù e della vergogna, 
      molti occidentali finiranno inginocchiati sul tappetino a pregare cinque 
      volte al giorno il nuovo padrone cioè Allah. Referendum? Ma che vuoi 
      referendare. Lo stesso termine procreazione assistita evoca il gesto di 
      alzare bandiera bianca, di finire in un mondo contro natura. Senza contare 
      che, comunque vada, questo referendum si concluderà come quello sulla 
      caccia. Cioè coi cacciatori che continuano a sparare sotto le nostre 
      finestre e ad ammazzare gli uccellini.  
       
      Oriana Fallaci - Giugno 2005 
      
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