Apparizione di Sorso (Sassari)

26 Maggio 1208

Beata Vergine di "Noli me tollere"

La Madonna di Noli me Tollere

Sorso dista dal mare quattro chilometri, o poco più; il suo clima è mite in tutte le stagioni dell’anno e vi rende piacevole la dimora. Il paese è discreto: le strade, sebbene poco regolari, sono quasi tutte selciate, ed i fabbricati, pur essendo semplici, per la maggior parte sono di due ed anche tre piani; vi è un bel mercato e vi abbondano botteghe di merci e commestibili, farmacie, caffè, ristoranti, e tutte quelle altre piccole comodità che non mancano nelle cittadine dell’isola e del continente.

Nei primi anni del secolo decimoterzo, Sorso, come tante altre città e paesi dell’Isola situati in vicinanza al mare, era continuamente invasa dai pirati Turchi e Saraceni, che seminavano dappertutto devastazione e terrore, per cui la popolazione era in angustie e viveva malsicura a in continua apprensione per tema di maggiori oppressioni.

Consta per tradizioni – cosa riportata sebbene vagamente, da qualche storico, compresi il Casalis, - che intorno al 1208 il paese di Sorso fu allietato da un favore celeste.

Agli ultimi del mese di Maggio di quell’anno e precisamente il giorno 26 di detto mese, un povero muto che si aggirava intorno alla spiaggia, s’incontrò con una bella Signora, la quale con volto ridente e con inaudita dolcezza gli comandò che tornasse tosto in paese e dicesse ai sacerdoti ed al popolo che venissero a prenderla, poiché voleva starsene con loro per proteggerli e difenderli da tutti i nemici. Attonito il muto non sapeva come esprimersi per significare alla sua interlocutrice l’impossibilità di eseguire la missione affidatagli, ed alla meglio che potè fece capire e forza di cenni ch’era privo della favella; ma la Signora lo esortò a ubbidire, assicurandolo che avrebbe potuto eseguire quanto essa gli raccomandava.

Ritornò l’uomo al paese, e incontrò il Parroco con altri principali del popolo, con gesti e con cenni cercava di voler fare capire il caso che gli era accorso; e mentre la gente, attratta dalla novità della cosa, accorreva da tutte le parti, il muto ebbe sciolta la lingua e potè chiaramente narrare quanto aveva veduto e gli era stato raccomandato di riferire.

Tutti ne rimasero ammirati, ed il miracolo col quale veniva confermato il fatto riferito, niente lasciava dubitare. Perciò il Parroco riunì subito tutto il popolo e lo esortò alla speranza ed alla riconoscenza; indi tutti mossero processionalmente al posto indicato dal muto risanato, ma invece della Bella Signora trovarono una statua della B. Vergine. Presero quella santa Immagine con tutto il rispetto possibile e tornarono al loro paese fortunato, ciò avvenne il 26 Maggio del 1208, essendo sommo pontefice Innocenzo III, mentre l’Arcivescovo di Torres era stato eletto, ma la sede restava vacante, poiché il medesimo era morto. Portarono la santa Immagine alla chiesa Parrocchiale di San Pantaleo, e dopo una devota e lunga preghiera, tutti tornarono alle loro case.

Statua della Beata Vergine nella spiaggia della "Rena Bianca"

Trascorsa la notte, la mattina dopo, molti accorsi alla chiesa per venerare la santa Immagine, non la trovarono, né all’altare ne in altro luogo della chiesa, restarono stupefatti e molti cominciarono a piangere amaramente.

Si fece giorno quando era il 28 Maggio del gia detto anno 1208, di sabato: il più fortunato per questo paese. Un uomo andò a vedere i suoi buoi; arrivo ad un piccolo campo che era situato nella parte bassa del paese, nel luogo dove attualmente si trova la chiesa. In questo vi erano alberi di “hazibuche” o olivi selvatici. Avvenne che quest’uomo nel passare sotto uno di questi alberi, levando gli occhi vide su di esso la SS.ma Immagine, allora corse verso il paese e diede la bella notizia.  Tutti insieme andarono in processione per portarla di nuovo al santo tempio di San Pantaleo, collocata lì, la lasciarono; ma il giorno dopo non la trovarono. Lo spavento non fu molto, perché subito corsero al luogo dove l’avevano trovata il giorno prima, e la incontrarono nello stesso albero; su una pietra di marmo sotto i piedi una scritta che molti non poterono comprendere; diceva: “Noli Me Tollere”.

Clero e popolo compresero eloquentemente da questo fatto che la Madre Celeste aveva prescelto quel sito per sua sede e dimora e fecero subito promessa di edificare ivi una chiesa. Riportarono intanto la statua in parrocchia, ma da quel giorno, finché vi fu lasciata, non si allontanò mai più. Fedeli e Sorsensi, alla fatta promessa, incominciarono tosto i lavori, e tante furono le oblazioni e le offerte all’uopo raccolte che in meno di un anno la chiesa fu portata a compimento. Essa constava di tre navate basse formanti una croce imperfetta: l’altare maggiore fu edificato nel sito ove era piantato l’albero sul quale fu ritrovata la B. Vergine, la quale fu solennemente trasportata ed insidiata nella sua nuova dimora, appena questa fu decentemente arredata, celebrando per quella circostanza solennissime feste.

La tradizione popolare ricorda moltissimi prodigi e miracoli operati dalla celeste Regina, tra i quali la pronta liberazione dalle continue ed incessabili invasioni dei nemici e la conservazione del loro paese, sebbene vicinissimo al mare, mentre molti altri furono distrutti. Per la qual cosa crebbe  tanto la devozione verso la SS.ma Vergine Noli Me Tollere, che alla festa che in suo onore si celebrava, diveniva ogni anno più grande la pompa e la solennità; ne mancarono quelli che alla loro morte legavano alla Madonna tutti i loro beni; onde la chiesa divenne in poco tempo proprietaria di un discreto patrimonio,la cui rendita era più che sufficiente per la festa, ufficiatura e manutenzione della medesima. La chiesa primitiva aveva la facciata che guardava al mare, ma fu abbattuta ed edificata l’attuale, essendosi la B. Vergine ripetutamente voltata verso il paese.

Il 31 Maggio, a conclusione del Mese Mariano, si fa un pellegrinaggio a Predugnanu, località dove sostò, secondo la tradizione popolare, l’immagine del Madonna portata processionalmente alla chiesa parrocchiale nell’anno 1208. Quivi, attualmente, sorge una cappella costruita dal Comitato quale segno di gratitudine alla Madonna  “Noli Me Tollere” per aver liberato il paese di Sorso dal pericolo dei bombardamenti durante l’ultima guerra. La cappella costruita nel 1904, è stata rinnovata qualche anno fa.

La Preghiera della Vergine SS.MA "Noli Me Tollere"

Vergine Santissima “Noli Me Tollere”,
che nella storia più tragica del nostro paese appariste
maternamente ai nostri padri e sceglieste questo Santuario
quale Vostra dimora e quale trono di grazia e di misericordia,
mostrandoVi sempre il rifugio, la protezione e la difesa delle
anime, della famiglia, del paese, accettate benigna l’omaggio
della nostra venerazione e della nostra consacrazione;
conservate nelle nostre anime il dono della Fede e della Grazia Divina;
elargite alle nostre famiglie la gioia della pace, della concordia e
della prosperità; Liberateci da tutti i nemici dell’anima e del corpo;
vegliate amorosa sulle nostre persone e sui nostri lavori;
illuminateci nelle nostre imprese e santificateci nelle nostre croci,
affinché tutta la vita nostra si svolga sotto il Vostro sguardo materno,
nel beneplacito del Vostro Divin Figlio Gesù e nel gaudio delle
Vostre celesti benedizioni. Cosi sia.

Amen.

***

Fonte: www.labillellera.it

Ricostruzione storica basata sulla relazione del Padre Bonifacio da Oristano (1884-1956) e del P. Benedetto da Ozieri ( sec. XVII)

Bibliografia: "Sorso ecco tua Madre!" La Madonna "Noli Me Tollere" a cura del P. Giulio Baldus, editore Zelatrici Opere del Santuario, 2000.

Foto di M.Cossu

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