Apparizione di Casnigo (BG)

6 Agosto 1839

Madonna d'Erbia

Cenni Storici

Casnigo è un paese di origine antichissima, come testimonia il primo documento scritto che lo riguarda che risale all'anno 905. L'abitato di Casnigo sorge a 514 mt di quota, su un altopiano che domina un lungo tratto della sponda orografica sinistra del fiume Serio, a circa 23 Km da Bergamo. Il nome "Agher" (da "ager" parola latina che significa campo, campagna), con cui gli abitanti chiamano ancora oggi il pianoro, un deposito alluvionale che in passato era coltivato intensamente per la sua fertilità, sembra avallare la versione più diffusa circa le origini del paese.
Nel secolo II A.C. i romani iniziarono la penetrazione nelle Orobie e, in seguito, stabilirono un presidio militare nelle zone Vertova-Casnigo a protezione delle miniere dell'alta Valle Seriana. Da uno di questi accampamenti, con tutta probabilità, prese origine il primo insediamento che sarebbe poi diventato l'abitato di Casnigo. Nel 1991, sull'Agher, a poche centinaia di metri dall'abitato, sono stati ritrovati addirittura resti preistorici (presumibilmente dell'età del ferro) che farebbero risalire, quindi, i primi insediamenti umani sul pianoro ad epoche ben più remote.

L'Apparizione della Madonna

In cima al Monte Erbia, a circa 4 km dal paese, si erge il piccolo Santuario della Madonna dell"Erbia a poca distanza dal Santuario della Trinità. Su tale colle esisteva già una chiesetta edificata dopo un intervento miracoloso accaduto il 5 Agosto 1550. Secondo la tradizione, presso la cascina di un contadino del luogo, si trovava un'immagine molto venerata raffigurante la Madonna Del Presepe. Per accedere all'immagine i numerosi pellegrini attraversavano i campi circostanti calpestandone l'erba. Il contadino, infastiditosi sfregiò a colpi di zappa il dipinto che, durante la notte, magicamente ricomparì.

Un certo Carlo Lanfranchi, amico di Luigi, invitò questi ad accompagnarlo sul monte Erbia a portare da mangiare alle galline che aveva lì, chiuse in una cascina. Accompagnato l'amico, Luigi proseguì fino al fienile di proprietà del padre, poco distante, e trovò il fienile chiuso a chiave. Improvvisamente si scatenò un temporale di proporzioni spaventose e Luigi, spaventato, e per proteggersi dal vento e dalla pioggia si ricoverò sotto il portico della chiesetta della Madonna dell'Erbia. Era la sera del 6 agosto 1839.

Il bambino, ranicchiato nel cantuccio destro del portico, continuava a piangere e a lamentarsi, quando all'improvviso sentì schiudersi con gran fracasso la porta a due battenti della piccola chiesa e da essa vide uscirne la Madonna, vestita di bianco e di rosso, con in braccio un Bimbo, che gli disse:

"Non temere o Luigi, vieni con me che ti porrò a dormire, e sta quieto che tra una mezz'ora verrà tuo padre".

Alla domanda di Luigi che voleva sapere dove l'avrebbe condotto, Maria rispose:

"Qui sul fienile, che sebbene chiuso a chiave io aprirò".

E così dicendogli lo prese per mano e lo condusse all'uscio del fienile che si schiuse da sé. Una volta entrati la Madonna prese del fieno e ne fece un giaciglio, quindi lasciò un pane al bambino dicendogli di stare quieto e di non temere e poi disparve. Luigi mangiò parte del pane e poi si addormentò, svegliandosi più tardi quando sentì la voce di suo padre chiamarlo per nome. Il fienile era chiuso a chiave e l'uomo, assieme ad un amico, dovette faticare parecchio per entrarvi: vi trovò il figlio con ancora un pezzo di pane in mano.

Su questo fatto nacque la tradizione di distribuire a chi lo richiede dei piccoli pani con l'impronta della Madonna dell'Erbia che poi vengono consumati da chi è malato. Nel 1867, dopo lo scoppio violento di un'epidemia di vaiolo, si fece voto di ampliare la chiesa e fu così che il piccolo tempio venne trasformato in Santuario tra il 1877 ed il 1881 e questi ulteriormente ingrandito negli anni 1927-28.

La festa si celebra il 5 agosto, ma il maggior flusso di gente e pellegrini si ha la domenica successiva durante la quale si celebrano solenni cerimonie.

Nel 1873 il vescovo di Bergamo, mons. Pierluigi Speranza, ordinò un'indagine sui fatti, che concluse il 12 ottobre dello stesso anno con un documento notarile che certificava il prodigio.

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