UNA VERITA' PIENAMENTE LUMINOSA

SOLO NEL NOSTRO TEMPO

La Maternità di Maria: fondamento della consacrazione

Sebbene la Consacrazione a Maria affondi le sue radici fin dagli inizi del culto mariano, e sia stata espressa dai fedeli, nelle varie epoche, con formule e modalità diverse, essa, tuttavia, è stata considerata una pratica che scaturiva da una sovrabbondanza di affetto da parte di anime particolarmente innamorate di Maria.

Lo stesso tentativo che la teologia ha fatto per giustificare questo particolare rapporto del fedele con Maria, si limita a dimostrarne la fondatezza teologica e la convenienza spirituale. La ragione che giustifica e postula che la consacrazione a Maria, di tutta l’umanità, si fonda sulla sua maternità universale - vera maternità - come viene asserito dal Concilio Vaticano II.

La maternità di Maria, che abbraccia la Chiesa universale, proclamata da Paolo VI a chiusura del terzo periodo del Concilio Vaticano II, sebbene intuita e testimoniata nel corso della storia da tanti illustri Padri e Dottori della Chiesa, si è fatta pienamente luminosa solo ai nostri giorni. La Consacrazione non è altro che la maternità di Maria, coscientemente accolta e vissuta da ogni credente.

Consacrazione significa appartenenza esclusiva! Il termine "consacrazione" che si usa per indicare l'appartenenza a Dio, rimane sempre unico ed esclusivo e non può, con lo stesso significato, riferirsi a nessuno altro essere creato.

Alcune precisazioni

La problematica sorta circa la liceità di consacrarsi a qualcuno che non sia Dio, nel nostro caso cade se si tiene conto che la natura dell’appartenenza a Maria va individuata nel rapporto specifico che intercorre tra madre e figlio. Che Maria sia nostra Madre, in ordine alla grazia, fa parte del piano salvifico di Dio ed è quindi doveroso rispettarlo! In definitiva, possiamo dire che è Dio che ci ha consacrati a Maria rendendoci suoi figli.

Un’altra obiezione è quella che la ritiene superflua rispetto alla radicalità della consacrazione battesimale.

La consacrazione a Maria è proprio in funzione di questa consacrazione battesimale: è il riconoscimento e l’accoglienza del suo ruolo materno in ordine alla vita di grazia che nasce mediante il battesimo. Lungi quindi dal sovrapporsi, o dall'oscurare la consacrazione battesimale, quella mariana ne evidenzia, semmai, la necessità dell'azione materna in ordine alla nascita e allo sviluppo di tale vita.

Accoglienza cosciente

Il fondamento biblico della maternità di Maria, va ricercato in Gv 19, 26-27.

"Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa".

Che Maria abbia accolto la sua maternità nei confronti del "discepolo", in modo cosciente, è del tutto chiaro, ma è altresì chiaro che anche il discepolo accolse in modo cosciente questo suo nuovo rapporto con la Madre di Gesù. E’ ormai convinzione comune che il 'Discepolo' a cui viene affidata Maria come Madre da Gesù morente è il prototipo di tutti i discepoli di Gesù, anzi di tutti gli uomini, perché tutti sono chiamati, in Cristo, alla salvezza. Si richiede, dunque, che come Giovanni accolse Maria come madre, ogni cristiano si apra a questa accoglienza e prenda Maria come sua Madre.

La consacrazione al Cuore Immacolato di Maria in definitiva non è altro che l'accoglienza concreta e cosciente della sua maternità nella nostra vita in conformità al disegno salvifico di Dio.

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