LA CASA DI MARIA A NAZARETH

Importanti ritrovamenti archeologici in Palestina ci indicano con precisione dove si trovava a Nazareth la casa di Maria. L’esistenza della casa della Madonna è ricordata nel Vangelo di Luca quando, all’inizio, narra il fatto dell’Annunciazione: "Dio mandò l’Angelo Gabriele a Nazareth […], da una fanciulla fidanzata di un uomo chiamato Giuseppe; entrò nella sua casa e le disse: ‘Ti saluto, o Maria…’ " [Lc 2, 26.28].

Gli scavi archeologici, effettuati tra il 1955 e il 1960, hanno confermato in pieno i dati evangelici. Sono stati rinvenuti, infatti, i resti di una "domus-ecclesia" che ornava un’antica casa fatta, secondo gli usi palestinesi del tempo, di grotte, sili, vasche e scale ritrovati nello stato originario e risalenti tutti al I secolo dopo Cristo. Sono stati poi rinvenuti e studiati anche gli abbellimenti dei secoli successivi: pitture, graffiti e mosaici, che testimoniano un ambiente battesimale.

La cosa si spiega in questo modo: nel luogo dove è avvenuta l’Incarnazione del Verbo, nello stesso posto in cui la Vergine Maria si trovò incinta di Gesù per opera dello Spirito Santo, i Catecumeni dei primi secoli si recavano per ricevere il Battesimo e rinascere, a loro volta, alla vita della grazia per l’azione dello Spirito Santo. L’accostamento, altamente simbolico, rendeva il luogo veramente sacro e molto ricercato dai fedeli, che amavano lasciare impressi nelle pareti delle grotte graffiti-ricordo, costituiti da preghiere o semplicemente recanti il loro nome, che veniva così immortalato per sempre nel luogo in cui la Vergine Santa aveva concepito il Verbo divino.

Molto significativo il frammento di commento [‘Targum’] ad Is 55, 1.13, che risale a quel periodo e che parla del "pozzo di Maria" da cui è sgorgato, come rivolo salutare, il Verbo incarnato: Maria è come la sorgente d’acqua da cui è scaturito il Signore della vita, Cristo Gesù.

Nel cerchio rosso il celebre graffito greco XH MAPIA [Xàire Maria],
nel luogo dove gli archeologi ritengono che sia vissuta la Santa Vergine, a Nazareth.

Nel III secolo, su questa "domus-ecclesia" i Cristiani di Nazareth edificarono una Sinagoga giudeo-cristiana, di cui rimangono stipiti e colonne; ma soprattutto ancora graffiti e simboli mariani.

Famose sono diventate alcune iscrizioni, che ora troviamo su tutte le icone mariane, come la seguente: XH MAPIA [= XH Maria, in greco; dove XH è l’abbreviazione di Xàire, rallegrati]. L’espressione ripete il saluto alla Vergine dell’Angelo Gabriele; e afferma in sostanza la fede dei primi Cristiani nella maternità divina di Maria.

Tra le altre, c’è anche l’iscrizione di una pellegrina che afferma di aver scritto il suo nome sotto il "luogo sacro di M[aria]" e di averne qui venerata l’immagine.

Nel 430 la Sinagoga fu rasa al suolo dai soldati bizantini, che sfruttarono i vari elementi per farci la piattaforma del loro edificio sacro, preservando le grotte mariane. Questa Basilica fu sempre riconosciuta come la "casa di Maria", come testimoniano gli scritti di alcuni Autori: uno sconosciuto, chiamato Anonimo Piacentino, che visitò la Terra Santa verso il 570; un Vescovo francese, di nome Arculfo, pellegrino cento anni dopo; San Beda "il Venerabile", vissuto tra il 673 e il 735, circa; e altri.

Questo di Nazareth è ancora oggi il "sito mariano" più celebre di tutta la Terra Santa, anche perché qui sorse poi l’imponente Basilica dell’Annunciazione, meta di Pellegrinaggi da ogni parte del mondo.

[Sull’argomento, si veda E. Testa, Maria di Nazareth, in "Nuovo Dizionario di Mariologia", a cura di Stefano De Fiores-Salvatore Meo, Ed. San Paolo, 1985, 865-891].

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