Santa Maria dei Miracoli presso San Celso (Milano)

30 dicembre 1485

MADRE PIETOSA

E CONSOLATRICE DEI SOFFERENTI

La splendida facciata rinascimentale del Santuario di Santa Maria dei Miracoli a Milano.

In Milano, dopo il Duomo e la Basilica di Sant’Ambrogio, il Santuario della Madonna di San Celso è particolarmente caro al cuore dei Milanesi. Le sue origini si ricollegano con la memoria dei primi Martiri e con Sant’Ambrogio, patrono della città.

Le Catacombe di Roma ci hanno conservato l’immagine della Madonna che gli archeologi fanno risalire al primo secolo; per Milano l’immagine della Madonna di San Celso, è la più antica, la prima venerata dai Padri fondatori della Comunità cristiana; da ciò dipende il culto affettuoso e costante di cui è circondata fin dai secoli più remoti. Nei momenti decisivi della sua storia, nei giorni del lutto e dei trionfi, il popolo di Milano accorre con fiducia al suo Santuario.

Fatto storicamente sicuro è il Martirio dei Santi Nazaro e Celso, avvenuto nell’anno 69, sotto il Prefetto della Città Anolino, eseguito fuori di Porta Romana, in un campo detto dei Tre Mori, probabilmente per tre grandi gelsi che lì si trovano; i corpi dei Martiri sono sepolti nello stesso campo. Antiche memorie del IX secolo affermano che il campo appartiene ad un cristiano di nome Cesario il quale vuole seppellire i due Santi nel recinto del suo podere, in un’unica fossa; in seguito i loro corpi sono riesumati e sepolti in luoghi diversi, ma non distanti l’uno dall’altro.

Nel 396, quando sono ormai trascorsi ben 327 anni dal martirio dei Santi, ed è ormai scomparsa la loro memoria, Sant’Ambrogio, rientrando dal Concilio di Aquileia, si reca al Campo dei tre Mori e, dopo aver a lungo pregato, ritrova il corpo incorrotto di San Nazaro che fa portare nella vicina chiesa dei Santi Apostoli, e vicino il corpo di San Celso. Queste notizie ci vengono comunicate dal diacono Paolino, testimone oculare dei fatti e quindi assolutamente storiche. Ma mentre ci dicono che il corpo di San Nazaro è portato nella vicina chiesa dei Santi Apostoli, nulla dicono della nuova sistemazione del corpo di San Celso.

La tradizione, che pure ha il suo valore storico, ci tramanda che Sant'Ambrogio sul luogo del ritrovamento del corpo di San Celso costruisce un muro o pilone con su dipinta l’immagine della Madonna.

Venerata immagine della Madonna che il 30 dicembre 1485 offrì in adorazione ai fedeli il bambino che porta in braccio

Su Milano si abbattono le invasioni barbariche e tante altre tristi vicende, ma l’immagine della Madonna con il Bambino continua a riscuotere dai fedeli profonda venerazione, tanto che nel 992, seicento anni dopo, l’Arcivescovo Landolfo II erige il Monastero di San Celso e vi include l’antichissimo Pilone. La devozione dei fedeli che vi accorrono da ogni parte della città e dei dintorni, attirati dalle molte grazie ottenute, va crescendo nel corso degli anni.

Ai tempi del duca Filippo Maria Visconti i miracoli sono così numerosi che si rende necessario ampliare la piccola chiesa per accogliere le folle dei fedeli che vi accorrono. Le cronache del tempo parlano di qualche centinaio di migliaia di pellegrini che attendono con pazienza il loro turno per potersi inginocchiare dinanzi alla taumaturgica Immagine.

La mattina del 30 dicembre 1485, Don Giovanni Pietro Porro sta celebrando la Messa davanti alla santa Immagine, quando i numerosi fedeli presenti assistono allibiti ad un fatto straordinario: il velo che ricopre l’Immagine si solleva e la Madonna, in un bagliore di luce, solleva il Bambino e lo protende in avanti alla venerazione dei fedeli. L’entusiasmo è incontenibile!

La chiesa di San Celso che custodisce la miracolosa immagine di Sant’Ambrogio.

La miracolosa apparizione, confermata dall’Autorità ecclesiastica con rigoroso processo canonico, è sentita da tutti come un segno di particolare benevolenza da parte della Madonna, in quell’anno tristissimo per l’imperversare della peste. Per volontà delle Autorità cittadine e dell’intero popolo viene decisa l’erezione di un Santuario, degno della grande Protettrice della città di Milano, chiamata dal popolo, per l’abbondanza delle grazie ricevute «Nostra Signora dei Miracoli».

Il Santuario di San Celso diventa il centro di attrazione della devozione dei Milanesi verso la Madonna. San Carlo Borromeo, degno successore di Sant’Ambrogio, verrà di frequente a prostrarsi davanti all’immagine taumaturgica della Madonna per implorarne l’aiuto e la protezione. Quando nel 1576 di nuovo la peste colpisce spaventosamente Milano, San Carlo ordina una solenne processione che vuole terminare qui a San Celso, implorando la Consolatrice degli afflitti con lacrime di tenerezza e di fiducia; alla sua potente e materna intercessione attribuisce poi la cessazione del tremendo flagello.

La protezione della Madonna in questo Santuario continua a rivelarsi soprattutto nel mondo invisibile delle anime, che sfugge all’osservazione esterna, ma che rimane la gloria più grande della Vergine e la rivelazione più autentica della sua potenza miracolosa presso Dio.

Quante anime venute da lontano sotto il peso di miserie senza nome, davanti allo sguardo pietoso di Maria hanno trovato consolazione e pace! (1)

Don Mario Morra SDB

(1) Il Dono di Sant’Ambrogio. Pagine del Santuario di San Celso. Nel XVI centenario della nascita di S.Ambrogio. Milano, maggio 1940.

Fonte: rivista "Maria Ausiliatrice", Novembre 2005; www.donbosco-torino.it

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