Le Confraternite:

origini, storia e funzioni

L'origine delle Confraternite

Molto è stato già scritto sulle Confraternite; la loro origine, la storia ed il peso che esse hanno avuto nel corso dei secoli sono state oggetto di ricerche approfondite ed autorevoli studi. Un breve profilo di queste pie associazioni va comunque tracciato per definirne, almeno per grandi linee, l'importanza che ebbero nel mondo cristiano a partire dai primi secoli di questo millennio. 

Le confraternite sono associazioni cristiane fondate con lo scopo di suscitare l'aggregazione tra i fedeli, di esercitare opere di carità e di pietà e di incrementare il culto. Sono costituite canonicamente in una chiesa con formale decreto dell'Autorità ecclesiastica che sola le può modificare o sopprimere ed hanno uno statuto, un titolo, un nome ed una foggia particolare di abiti. I loro componenti conservano lo stato laico e restano nella vita secolare; essi non hanno quindi l'obbligo di prestare i voti, né di fare vita in comune, né di fornire il proprio patrimonio e la propria attività per la confraternita.

La denominazione di queste associazioni fu varia nei secoli e diversa in Italia da regione a regione. I termini più frequenti furono confraternitas, fraternitas, fraterie, confratrie, agape, caritas, consortia, fratele, fraglia, sodalitium, sodalitas, gilda, gildonia, schola. I sinonimi tuttora usati sono compagnia, talvolta congregazione o congrega, oltre a confraternita ed arciconfraternita.  Vi è infine il termine estaurita o staurita, in uso a Napoli e nelle sue province nei secoli scorsi. L'origine delle confraternite è molto incerta e non mancano ipotesi di collegamento con istituzioni già esistenti in epoca pre-cristiana, i collegia romani o le fraterie greche e della Magna Grecia, per quanto più da vicino ci riguarda.

Le Confraternite in Europa

Le confraternite furono antiche nella Chiesa, onde se ne trova menzione nel quindicesimo canone del concilio di Nantes celebrato nell'anno 895, e se ne fa parola nella vita di San Marziale scritta da uno dei suoi discepoli. Recenti studi comproverebbero l'esistenza di confraternite in Europa forse già nel quarto secolo, sicuramente in Francia nell'ottavo ed in Italia nel secolo successivo.

Notizie certe confermano, comunque, la presenza di associazioni laiche agli albori di questo millennio, sia nelle città che nei villaggi italiani, operanti in missioni umanitarie negli ospedali e tra i poveri colpiti da malattie. Una confraternita di questo tipo è documentata a Viterbo agli inizi del secolo undicesimo ed a Orvieto alla fine dello stesso secolo.

I compiti delle Confraternite

I motivi per i quali sorsero e si affermarono le confraternite furono molteplici ed in buona sostanza simili a quelli che determinarono la fondazione dei monti di pietà. L'assoluta mancanza nel corso del Medio Evo di qualsiasi forma di assistenza pubblica e delle più elementari garanzie specialmente per la parte più disagiata delle collettività, in gran parte perdurata fino a tempi abbastanza recenti, ed al tempo stesso il bisogno di ben operare per amore e timore di Dio, furono le principali motivazioni che indussero i cristiani ad associarsi per aiutarsi reciprocamente.

Tra le diverse aggregazioni di laici sorte in quell'incerto periodo storico, a parte quelle eminentemente religiose ispirate al movimento dei mendicanti del Terzo Ordine francescano, vi furono le corporazioni delle arti e mestieri, di ispirazione più segnatamente laica, le fratellanze e le confraternite, anch'esse orientate inizialmente come organizzazioni di categoria, le quali si occuparono in particolare del benessere materiale degli appartenenti e contemporaneamente della loro salvezza spirituale. Fu così possibile attuare l'assistenza mutua tra i congregati nella spiritualità e nelle necessità materiali, assistersi nei casi di difficoltà economiche, nelle infermità, nella difesa dai soprusi della legge, dalle prevaricazioni e dalle persecuzioni.

Le confraternite si assunsero inoltre numerosi altri compiti sociali quali l'assistenza ai poveri, agli orfani, agli ammalati, agli incurabili, ai carcerati, ai condannati a morte, alle giovani a rischio, si prodigarono per il recupero delle persone deviate e delle prostitute pentite, si impegnarono nel riscatto dei cristiani caduti schiavi dei saraceni. Di grande valore umanitario fu poi l'assistenza agli ammalati contagiosi e la pietosa opera di sepoltura dei morti abbandonati, degli assassinati, dei poveri, delle vittime nelle epidemie, degli stranieri, degli sconosciuti, vero grande problema di quegli oscuri e tumultuosi tempi al quale le confraternite diedero sempre adeguate risposte. Per l'adempimento di quelle pietose opere di notevole contenuto cristiano, morale e civile, ma ancora per testimoniare fede, umiltà, carità e penitenza, fu necessario indossare un saio e non mostrarsi pubblicamente, nascondere la propria identità, negare il proprio volto coprendolo con un cappuccio, annullando in tal modo completamente la propria personalità, da cui la tradizione tuttora in uso in molte congregazioni.

Il movimento dei "Penitenti Bianchi"

La connotazione principale delle confraternite sin dalle origini fu dunque di natura prevalentemente spirituale, da cui i movimenti mistici dei battenti e dei disciplinati i quali aggiungevano alla preghiera ed alla beneficenza la mortificazione fisica flagellandosi sia nelle riunioni che durante le pubbliche manifestazioni. Questa particolare pratica penitenziale, che oggi può apparire tanto assurda quanto inutile, si diffuse prevalentemente nella prima parte del tredicesimo secolo entrando nelle consuetudini di numerose confraternite i cui membri erano soliti infliggersi pene corporali ad espiazione dei peccati commessi, in ricordo delle mortificazioni patite dal Cristo sofferente legato alla colonna. Indirizzi particolari verso quella penitenza vennero principalmente dai frati Cappuccini per le confraternite di loro ispirazione, come atto di espiazione rientrante nella pratica abituale di quell'Ordine, ed in tono minore dai Gesuiti che però tendevano a far praticare la flagellazione con molta moderazione. Le consorelle in genere ne erano dispensate o si flagellavano solamente in privato. La consuetudine di infliggersi pene corporali ad espiazione dei peccati fu però variabile da regione a regione e nelle diverse epoche. Nel secolo sedicesimo, ad esempio, vi furono molte confraternite di disciplinati nel Nord del nostro Paese mentre nel Sud le fratellanze mostrarono minor tendenza e disposizione verso quella consuetudine pur perdurandovi maggiormente nel tempo la presenza di congregazioni di battenti e disciplinati.

Nel corso di celebrazioni pubbliche delle confraternite, a partire dall'undicesimo secolo, penitenti di ogni ceto ed età sfilavano in processione per le vie dietro il proprio gonfalone, vestiti di sacco, con una fune per cintura, flagellandosi a sangue con le discipline in memoria della Passione di Cristo. Le processioni si svolgevano anche di notte al lume di torce e di ceri accesi. Nel Giovedì Santo dell'anno 1581 vi fu a Roma una grande processione notturna con ben dodicimila torce accese. Particolare solennità era dunque data alle celebrazioni della Settimana Santa, con la partecipazione alla Lavanda dei piedi ed alle processioni del Giovedì e del Venerdì Santo.

Di particolare interesse fu il movimento cosiddetto dei "Bianchi" affermatosi in Italia a partire dagli inizi del 1400, i cui adepti erano soliti indossare un saio di lino candido con una croce color rosso sul petto ed il cappuccio sul volto. Dal movimento dei "Bianchi" derivarono gran parte delle confraternite tuttora attive.

La diffusione delle Confraternite alla fine del Medioevo

Le confraternite ebbero grande sviluppo tra il quattordicesimo ed il diciottesimo secolo, diffondendosi in modo capillare in tutta l'Europa, come testimoniano le loro sedi ancora oggi; molte di esse divennero importanti e potenti economicamente e, pur non impegnandosi direttamente nelle vicende politiche, influirono ed incisero non poco nelle questioni civili per molti secoli, contribuendo allo sviluppo sociale, artistico ed economico delle comunità in cui si trovarono inserite. Con crescente impegno si prodigarono nell'opera di proselitismo cercando di riservarsi un proprio spazio tra le gerarchie ecclesiali, il clero, gli ordini monastici ed il popolo, fungendo sovente da cinghia di trasmissione tra queste realtà e candidandosi come alternativa e sostegno delle attività di pertinenza delle parrocchie. Per questo e per altri motivi nel corso dei secoli il clero cercò di confinare in posizioni marginali le loro attività di culto e di relegarne l'impegno prevalentemente in funzioni esterne, quali le processioni e le rappresentazioni sacre, per poi enfatizzarne in chiave riduttiva, talvolta, i soli aspetti di religiosità esteriore, ponendo di fatto un pesante retaggio storico i cui effetti gravano ancora su molte fratellanze, particolarmente su quelle non dotate di un proprio oratorio.

Ciononostante molte di esse, finanziariamente forti per lasciti, donazioni e contribuzioni dei confratelli, poterono fondare ospedali, ospizi per poveri e pellegrini, orfanotrofi e conservatori per ragazze a rischio, erigere chiese, oratori e monumenti, organizzare e gestire scuole per diffondere l'istruzione e l'educazione religiosa, gestire luoghi di sepoltura. Contribuirono allo sviluppo delle arti, dotando le loro sedi di sculture, di dipinti, di decorazioni, di ori ed argenti lavorati, di paramenti pregiati, di biblioteche; diedero importanza alla musica ed al canto liturgico che praticarono assiduamente durante le funzioni religiose e nelle sacre rappresentazioni, principalmente in quelle ispirate alla Passione e Morte di Cristo.

Confraternite tra Arte e Cultura

Gran parte di questo patrimonio artistico e culturale è giunto sino a noi ed è tuttora custodito, per fortuna, nelle loro chiese ed oratori e nelle secolari tradizioni; nei loro archivi si conservano documenti di notevole importanza attraverso i quali è possibile conoscere le vicende delle confraternite e non solo di esse, per i continui riferimenti agli avvenimenti piccoli e grandi dei tempi che le interessarono.

La particolare attenzione al mondo dell'arte, particolarmente nei secoli scorsi, si compendia in due monumentali capolavori: le Sette Opere di Misericordia dipinte dal Caravaggio per la Chiesa del Pio Monte della Misericordia di Napoli e lo Stabat Mater di Pergolesi composto su commissione dell'Arciconfraternita dei Cavalieri della Vergine dei Sette Dolori di Napoli. Le Sette Opere di Misericordia, ispirate al Vangelo di San Matteo raffigurano appunto le sei opere di carità evangeliche in cui si impegnarono le confraternite nel prendersi cura degli affamati, degli assetati, dei pellegrini, degli ignudi, degli ammalati e dei carcerati alle quali nel Medio Evo si aggiunse la settima opera, sepoltura dei morti.

Confraternite e Chiesa Cattolica

L'importanza delle confraternite nella Chiesa Cattolica è stata di notevole incisività in particolar modo nei tempi più difficili della sua storia, nel Medioevo e più segnatamente durante il periodo della Riforma protestante ed il loro contributo fu determinante nel battaglia per contrastare il protestantesimo in Italia, nella lotta alle eresie ed in tutte le altre vicende interne ed esterne alla Chiesa Cattolica.

A seguito della Rivoluzione francese, gran parte delle congregazioni vennero soppresse o costrette dall'evolvere degli eventi a ridurre notevolmente la loro attività, alti sopravvissero rianimandosi o rifondandosi dopo la Restaurazione. Sul finire del secolo scorso, per effetto dell'orientamento laicista degli stati europei ed in particolare de liberalismo capitalistico dell'Italia post-unitaria, la loro presenza nel tessuto sociale, e di riflesso anche in quello religioso, subì un lento ma inesorabile affievolimento.

La laicizzazione delle Confraternite

L'instaurarsi in Europa di forme di individualismo interiore verso le quali si orientò la cultura moderna, prevalentemente ispirata a canoni derivanti dalla cultura nordica e da protestantesimo, nonché le tendenze alla laicizzazione ed alla statalizzazione delle associazioni che sin dalla loro costituzione e per secoli erano vissute, pur con notevole autonomia, all'interno e nel cuore della Chiesa cattolica, si concretizzarono in Italia con una legge dello Stato che ne previde la concentrazione in nuovi organismi, in parte riuscita, segnatamente per quelle che avevano fini preminentemente assistenziali. Quel provvedimento legislativo di fatto decretò la fine di molte pie istituzioni e l'indebolimento di altre.

Il termine "confraternita" in quel particolare momento storico, per mancanza di adeguate conoscenze da parte di molti o per deliberata e pretestuosa contrapposizione, divenne sinonimo di associazione ristretta, quando non retriva, ed espressione di arretratezza talvolta riferita, con qualche punta di malevolo preconcetto, alle particolari condizioni in cui era stato fatto precipitare il Sud dell'Italia dove molte confraternite erano sopravvissute per il diverso modo di intendere, da parte delle sue popolazioni, la fede, l'essenza della vita e le tradizioni.

Vi fu in questo secolo ancora un periodo difficile abbastanza lungo, protrattosi sin oltre il Concilio e la conseguente fase iconoclastica, durante il quale non vi fu neppure la dovuta ed indispensabile attenzione della componente a cui spettava il compito di proteggerle e di ravvivarle, che ne agevolò invece il progressivo abbandono e la fine per inedia di molte di esse. Furono fondati e si affermarono in quel periodo movimenti che parve contenessero elementi nuovi ed interessanti, apparentemente più consoni ai tempi, che si mostrarono presenti nel tessuto religioso ed incisero efficacemente in quello sociale, talvolta con evidenti risvolti e finalità politiche, ma che nel giro di qualche decennio affievolirono progressivamente la loro azione al mutare dei tempi e delle sollecitazioni che ne avevano determinato la nascita.

I doveri delle Confraternite: Fede e Carità

Le confraternite, al di là dei valori storici, delle tradizioni e dei patrimoni di cultura e di arte che furono loro affidati affinché fossero gelosamente custoditi e tramandati, hanno il dovere di svolgere compiti importanti all'interno della Chiesa e, per suo tramite e mandato, nella società in cui sono chiamate ad operare per antica vocazione, lungo le due strade maestre indicate dal Vangelo: la Fede e la Carità.

La Fede quale testimonianza di amore in Cristo e di impegno, attraverso il perfezionamento spirituale, nella missione evangelica intesa come presenza sempre più viva nella comunità ecclesiale e nella società e più consapevole appartenenza al Popolo di Dio.

La Carità quale espressione di fraternità in Cristo attraverso le opere di misericordia per i suoi poveri, i bisognosi di amore, di conforto e di assistenza, gli afflitti dalla solitudine, dallo smarrimento e dal neopauperismo materiale e spirituale.

In verità le testimonianze non mancano e molte sono le confraternite che si impegnano attivamente e confermano la loro presenza nella Chiesa e nella società con opere di beneficenza e di assistenza. Un'attenzione particolare meritano al riguardo quelle associazioni di laici che vanno sotto il titolo di "Misericordie" le quali, pur ricollegandosi nella loro origine ai motivi ispiratori dell'associazionismo laico-religioso delle Confraternite, hanno subito nel corso dei secoli sostanziali modificazioni per effetto della laicizzazione e della statalizzazione indotte dalle legislazioni degli Stati Europei, compresa l'Italia. La secolarizzazione delle loro attività, molto apprezzabili per l'impegno nel sociale particolarmente nell'assistenza agli infermi ed ai bisognosi, non ha impedito in molti casi la conservazione di quei requisiti di evangelicità e quindi di ecclesialità, caratteristica peculiare per l'appartenenza al Popolo di Dio a cui fanno appunto riferimento le Confraternite.

L'Arciconfraternita della Misericordia di Torino, ad esempio, fino al 1848, assisteva i condannati a morte del Regno Sabaudo, oggi assiste i "condannati dalla scienza medica", i malati terminali.

Confraternite nel terzo millennio

Il terzo millennio è ormai alle porte con tante speranze ma anche con molti interrogativi angosciosi per i troppi problemi pressanti, irrisolti, aggravati da modelli di vita lontani dall'etica cristiana, che privilegiano situazioni di potere oppressivo, concetti capitalistici ferrei e disumani, sfruttamento del lavoro, egoismi regionali, personali e collettivi, volontà e spinte irrazionali di auto affermazione a qualsiasi condizione, quindi arrivismi, sovente prevaricazioni, talvolta sopraffazioni e comportamenti malavitosi. L'unico e solito intento è quello di conseguire profitti sempre e comunque, successi materialistici ed effimeri, soddisfazioni edonistiche, anche a costo di venire a patti con la coscienza e la dignità di uomini, quand'ancora vi siano.

La funzione delle Confraternite resta dunque importante per il lungo cammino percorso sulla via della speranza, per il patrimonio di esperienze acquisite nelle opere di apostolato, per la secolare presenza nella Chiesa e nella società e per la funzione di raccordo svolta tra di esse, bagaglio prezioso non facilmente sostituibile, né tanto meno surrogabile.

Esse vengono da lontano e sicuramente andranno lontano.

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Fonte: www.confraternite.it

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