Gli interrogatori ed il processo

Il giorno dopo quel fatto straordinario il Pievano si sentì in dovere di recarsi subito a Chioggia per presentare alla Curia il caso. Narrò dettagliatamente quanto il giovane Natalino Scarpa gli aveva riferito, sottolineando che quel ragazzo era "putto semplice", di buone qualità, pio e degno di fede.

Il Vescovo Giovanni Soffietti, avvertito della relazione del Pievano, il giorno stesso mandò a chiamare Natalino, il quale si presentò alla Curia il giorno dopo, giovedì 6 agosto. Il ragazzo apparve ai curiali con un aspetto piuttosto malinconico: la faccia era pallida, olivastra, i capelli tagliati: tutto compreso dell'importanza e della gravità del momento. Fece il giuramento che gli veniva richiesto ponendo la mano sul Vangelo, ben sapendo che avrebbe dovuto dire la verità da lui conosciuta. E iniziò la sua narrazione, precisa e puntuale.
Il Pievano aveva provveduto anche ad avvertire la Curia Pretoria di Chioggia oltre a quella Vescovile. Il Podestà di allora, Francesco Carminati, inviò lo stesso 6 agosto un resoconto al Senato della Repubblica.

Il Senato ordinò che fossero celebrate delle messe come aveva chiesto la misteriosa Signora.

Inoltre, chiese che il Podestà si facesse interprete presso la Curia perché fosse avviato un regolare processo canonico, teso ad appurare la verità dei fatti. La richiesta del Senato, firmata dal Doge, è datata 8 agosto. L'entusiasmo del Senato erano cresciuti ancor di più al sopraggiungere, nei giorni successivi, delle positive notizie sulla conclusione del conflitto con i Turchi, sconfitti nei due fronti di terra e di mare dai Veneziani e dagli alleati.

Intanto nei giorni seguenti, e ancora a distanza di mesi, si ebbero a registrare altri movimenti miracolosi degli occhi e numerosi episodi di guarigioni straordinarie.


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