Santuario della Madonna delle

Tre Fontane Sante

- 1229 -

- Trafoi (BZ) - Alto Adige -

- Sud-Tirolo -

Introduzione

A Spondigna, in Val Venosta, si dirama la strada dello Stelvio che porta nella valle di Trafoi. In fondo a questa valle, in una solitudine incantevole, si trova il santuario della Madonna delle Tre Fontane Sante. Esso dista dal paesino di Trafoi trenta minuti a piedi circa e cinque in macchina.

La passeggiata lungo questa valle di alta montagna è assai suggestiva. Montagne gigantesche coperte di ghiacciai e nevi si elevano avanti al viandante e man mano che si procede, si fanno sempre più maestose. Specialmente il Madaccio, che si fa presente come un enorme cono di roccia scura, domina lo scenario. Ai suoi fianchi scendono i ghiacciai fino a valle, dove si incontrano con pini, mughi e cembri. Forse in nessuna altra valle delle Alpi il bosco verdeggiante si trova così vicino alla neve eterna. Ad est della valle si innalza al cielo la cresta Tabaretta corrosa dalle acque, screpolata e piallata dai ghiacciai retrocedenti. Alla sua fine troneggia maestoso l'Ortles coi suoi 3902 mt. Di tanto in tanto dai grossi strati di ghiaccio, che si spingono in avanti sopra le pareti altissime dell'Ortles, si staccano grossi blocchi frantumandosi per scendere come valanghe tuonanti. E' magnifico passeggiare nella valle attraverso il bosco silenzioso. In basso mormora il torrente. Il bosco ed il sottobosco combattono qui continuamente contro le forze della natura. Il torrente in piena strappa le zolle erbose, le valanghe sradicano alberi, ciò nonostante nuove piantine verdi spuntano sempre di nuovo fra le pietre e le radici si aggrappano alle rocce ruvide.

Il santuario si trova ai piedi dell'Ortles, su una stretta striscia erbosa, vigilata da abeti giganteschi. E' in un luogo incantevole, meravigliosamente silenzioso e gradevole in un ambiente unico fra montagne maestose e selvagge.

Storia dell'origine del Santuario

Ricercatori e studiosi suppongono, e tradizioni confermano, che il luogo dove ora sorge il santuario delle Tre Fontane Sante era frequentato anticamente dai Druidi celtici i quali istruivano i loro successori.

In una descrizione di S.Enodio, Vescovo di Pavia (morto nel 482), si legge che un S.Antonio fuggì da Bormio al momento in cui avrebbe dovuto divenire prete, salì lungo la Val Furva per raggiungere il maso Milanz (la collina del paese di Tarces). Trovò due eremiti e si unì a loro fermandosi fino alla morte di questi. (P. Sebastiano Heinz - I celti in val Venosta - 1895). Già prima di Cristo, allora qui esisteva un posto di culto pagano e nell'epoca del cristianesimo vissero eremiti cristiani. Se le annotazioni di S.Enodio sono veritiere, il Santuario delle Tre Fontane sarebbe uno dei più antichi dell'Alto Adige.

Questo santuario dispone di due fonti di grazia: l'acqua miracolosa e l'Immagine miracolosa della Madonna. Un documento della metà del 18° secolo, che purtroppo non è più completo, racconta la seguente leggenda sull'origine del Santuario cristiano.

Nel 1229 il pio pastore di nome Moritz, vide tre getti d'acqua uscire improvvisamente dalla roccia e ciascuno portava con sé una croce. Il documento dice: "In verità gli angeli sono scesi dal cielo ed hanno portato tre croci". Nell'incanto dell'avvenimento il pastore afferrò una delle croci e, tenendola nella mano destra, disse: "Offro questa croce alla parrocchia di Stelvio di S.Ulrich". Ancora oggi a Stelvio la croce viene portata nelle processioni, per tradizione, sull'asta della bandiera dei giovani scapoli. "L'altra croce la offro", così continuò il pastore, "al convento di S.Giovanni Battista a Monastero (Mustair, in Svizzera)". Mentre il pastore pensava a chi potesse offrire la terza croce, questa sparì tra le acque.

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Sopra il quadro la traduzione in italiano dice:

"Nell'anno 1229 il pastore Moritz vide tre getti d'acqua prorompere dalla roccia ciascuno portando seco una croce di legno. Due croci il pastore poté afferrare, la terza sparì tra i flutti".

In basso, ai piedi del Cristo, la roccia dalla quale sgorgano le Tre Fontane Sante.

Nella chiesa del santuario c'è un quadro votivo del 1693 che illustra la leggenda. Si vede un pastore con due croci in mano, mentre la terza viene portata via dall'acqua. Da questo miracolo delle acque con le tre croci ebbe origine il Santuario delle Tre Fontane Sante di Trafoi. Il credo popolare attribuisce miracolosi effetti a queste acque, però bisogna bere da tutte e tre le sorgenti.

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L'origine dell'Immagine Miracolosa

ed il

Miracolo del Sangue

Nello stesso periodo della comparsa delle sorgenti alle Tre Fontane, in Val Monastero viveva il sacerdote Johannes de Grava, il quale nel 1228 acquistò un pezzo di terreno a S.Maria (Val Monastero) e vi costruì una cappella dedicata alla Madonna, un conventino ed un ospizio per viaggiatori che passavano il Passo del Forno e l'Umbrail.

Questo Johannes ha anche da fare con il miracolo del sangue che avvenne nel monastero, quando era badessa Adelheid (1221-1223). A questo miracolo il Santuario delle Tre Fontane deve l'immagine miracolosa della Madonna. Il giovedì Santo, la monaca Agnes von Sinz, si accostò alla Santa Comunione, ma sentendosi legata si ritirò nella sua cella con l'ostia sulla lingua e la nascose nel suo velo. Quando più tardi lo aprì, vide l'impronta di un bambino insanguinato. Piena di terrore confessò il suo peccato al padre del convento, Johannes de Grava. Secondo le tradizioni, anche il confessore avrebbe avuto parte a quel peccato. Per fare penitenza tutti e due fuggirono insieme a Gomagoi. Lassù si diresse nella selvaggia (in quel tempo) Valle di Solda, dove concluse la sua vita in severa penitenza.

Secondo un'altra tradizione, la suora sarebbe nuovamente ritornata al monastero. Padre Johannes de Grava portò con sé nella Valle di Trafoi il velo miracoloso e probabilmente l'effige della Madonna miracolosa di origine di S.Maria. Padre de Grava condusse qui una vita di severa penitenza come eremita e tornò poi al monastero. Nel 1494, durante le guerre dell'Engadina, un incendio distrusse il velo miracoloso ed il convento di Monastero (Mùstair).

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L'Apparizione della Madonna

"Taglia pure, ma non tagliare Me"

Dopo la morte dell'eremita de Grava, il luogo del suo operato venne dimenticato dai pochi abitanti della valle. Ma la Madonna, non senza motivo, aveva scelto questo luogo per elargire le Sue grazie divine.

La tradizione racconta una leggenda sul ritrovamento dell'Immagine Miracolosa. Un povero taglialegna volle abbattere un albero nei dintorni ove aveva vissuto padre de Grava. Ai primi colpi di scure, uscì una voce dalla pianta: "Taglia pure, ma non tagliare Me". L'uomo si spaventò e, sentendosi in vicinanze celesti, si gettò in ginocchio. Quando osò alzare gli occhi, vide il volto amabile della Madonna. Sull'albero fra i rami, c'era l'Immagine della Madonna, che ancora oggi si venera nel Santuario. In questo luogo subito dopo questo avvenimento venne costruita una piccola cappella in legno. In seguito molti devoti vennero ad ammirare la Madonna ritrovata miracolosamente. La cronaca parla di una processione del 1526 e della decisione di costruire una cappella in muratura. Ma ciò avvenne soltanto cento anni dopo, quando fu costruita la cappella di Loreto (1645), che ancora oggi si trova davanti alla chiesetta. (...)

Tratto da un opuscolo prelevato all'interno del Santuario delle Tre Fontane Sante, prima edizione italiana di Thoni Matthias. Con permesso delle Autorità Ecclesiastiche.

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