Una rivoluzione fatta con la preghiera del Santo Rosario

  1. FILIPPINE 1986: Qualcuno ha già sentito parlare del termine rivoluzione con il rosario. Ma cosa vuol dire? Sulla stampa si è parlato nel 1986 del crollo del regime dittatoriale di Marcos, nelle Filippine. Non fu un caso che l'anno mariano del 1985, chiesto dai vescovi filippini a Roma, fosse un anno di conversione, di oblazione e di penitenza e precedesse proprio la rivoluzione con il rosario. Tutto ebbe inizio quando nel febbraio migliaia di persone con il rosario in mano, si sollevarono contro la dittatura militare. Nel giro di quattro giorni, dai tre a quattro milioni di filippini, pregarono giorno e notte, nelle strade della capitale Manila e celebrarono lì anche la S. Messa. I militari avrebbero dovuto disperdere la folla, i fedeli invece procedevano verso i carri armati con il rosario alzato in mano pregando e cantando. <<Mai prima erano stati pregati tanti rosari a Manila e in tutto il paese come in quei quattro giorni>>, testimonia un giovane padre gesuita. Ordinato sacerdote il secondo giorno di quella vera rivoluzione aveva celebrato la sua prima Messa in mezzo ai carri armati e alla folla in preghiera. Si svolsero scene di grande commozione. Molti soldati, dopo aver ricevuto dei fiori come segno di pace e di fraternità, scendevano dai loro mezzi bellici e recitavano le preghiere. Non si dovevano piangere morti. Il 25 marzo Marcos ha dovuto dimettersi: fu proprio nella festa di Nostra Signora della Vittoria!
  1. FILIPPINE 2001: Un evento simile è accaduto 15 anni dopo. Un presidente corrotto delle Filippine è stato deposto ed il pericolo della guerra civile è stato evitato per la potenza del Rosario. Il presidente Josef Estrada, implicato in loschi affari, in base alla costituzione non poteva essere allontanato e senatori da lui corrotti avevano votato per lui. Il cardinale Sin, arcivescovo di Manial, la sera del 16 gennaio 2001, alle ore 23.00, ha rivolto un appello ai fedeli di recarsi al Santuario della Regina della Pace e tenere una veglia di preghiera, fino alla caduta del presidente. Egli stesso ha celebrato, poco dopo mezzanotte, una S. Messa. Gli uomini accorrevano a migliaia al Santuario che è stato costruito nel punto dove nel 1986 la folla, con il Rosario in mano, aveva fermato i carri armati mandati da Marcos. Di giorno in giorno la gente aumentava fino a raggiungere il venerdì la cifra di due milioni. [...] Quando poi gli elicotteri militari sorvolavano a bassa quota la folla, la gente pregava e cantava con voce ancora più forte. Il venerdì pomeriggio, all'ora della morte in Croce di Nostro Signore, un elicottero atterrava nelle vicinanze del Santuario e dopo dieci minuti c'èra stato l'annuncio sorprendente che la maggior parte dei generali, disobbedendo al presidente, si era messa dalla parte del popolo. [...] Il cardinale scrive nella sua lettera pastorale del 24 gennaio 2001: <<Come è riuscita la seconda rivoluzione pacifica? Ho una risposta sola: per mezzo della grazia di Dio. Tutte le rivoluzioni pacifiche ci insegnarono che il Signore ascolta le nostre preghiere, che reintegra la nostra dignità umana e risana il nostro paese, se noi, il popolo di Dio, vi rivolgiamo a Lui con preghiere e penitenza. Più forte delle armi è la preghiera fiduciosa. Più che i piani strategici, hanno grande effetto penitenza e sacrifici. L'energia silenziosa della gente che prega nelle veglie, ha più potenza della forza militare.>>"

(Tratto da "Fede e Cultura", numero 12, maggio 2003)

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