Vita di Santa Gemma Galgani

Gemma Galgani nasce il 12 marzo 1878 a Bogonuovo di Camigliano (Lucca), riceve il battesimo il 13 marzo. Il 26 maggio 1885, nella chiesa di San Michele in Foro, l’arcivescovo di Lucca somministra a Gemma la Cresima. La mamma Aurelia muore nel settembre del 1886. Un altro grande dolore per Gemma fu la morte del fratello Gino, seminarista, avvenuta nel 1894, ad appena 18 anni. 

Nel 1895 Gemma riceve l'ispirazione a seguire impegno e decisione la via della croce, quale itinerario cristiano. Gemma ha alcune visioni del suo angelo custode che le ricorda che i gioielli di una sposa del crocifisso sono la croce e le spine. L'11 novembre 1897 muore anche il padre di Gemma, Enrico, e le misere condizioni della famiglia, la obblifano a lasciare la casa di via S. Giorgio per quella di via del Biscione, 13 (oggi via S. Gemma 23). Gemma trascorre un periodo a Camaiore, presso la zia che l’aveva voluta con sé dopo la morte del babbo, ma nell’autunno 1899 si ammala gravemente e ritorna in famiglia. I mesi invernali segnano grandi sofferenze per tutti e le ristrettezze economiche si fanno sentire penosamente sulla numerosa famiglia, oltre alle due zie Elisa ed Elena, vi sono i fratelli di Gemma, Guido, Ettore e Tonino, e le sorelle Angelina e Giulietta. Guido, il fratello maggiore, studia a Pisa e, dopo la laurea in farmacia, cerca di aiutare la famiglia lavorando presso l’ospedale di Lucca. Anche Tonino studia a Pisa con sacrificio di tutti. 

Nel periodo della malattia Gemma, legge la biografia del venerabile passionista Gabriele dell’Addolorata (ora santo). Gemma ha un'apparizione del venerabile che ha per lei parole di conforto. Gemma nel frattempo matura una decisione e la sera dell’8 dicembre, festa dell’Immacolata, fa voto di verginità. Nella notte seguente il venerabile Gabriele le appare nuovamente chiamandola "sorella mia" e porgendole a baciare il segno dei passionistiche gli posa sul petto. Nel mese di gennaio nonostante le terapie mediche, la malattia di Gemma, osteite delle vertebre lombari con ascesso agli inguini, si aggrava fino alla paralisi delle gambe. Ad aggravare la situazione, il 28 gennaio si manifesta anche un’otite purulenta con partecipazione della mastoide. Proprio in quei giorni, il fratello Guido si trasferisce a Bagni di San Giuliano dove ha ottenuto una farmacia. Gemma è confortata dalle visioni del venerabile Gabriele e del suo angelo custode, ma è tentata dal demonio, che riesce a vincere con l'aiuto del venerabile Gabriele dell'Addolorata, ormai sua guida spirituale. Il 2 febbraio i medici la danno per spacciata, secondo loro non supererà la notte, ma Gemma trascorre le giornate in preghiera, tra indicibili sofferenze. 

Il 3 marzo è il primo venerdì del mese e la giovane ha terminato una novena in onore della beata Margherita Maria Alacoque (ora santa) e si accostò all'eucaristia, quando avvenne la guarigione miracolosa. Il 23 dello stesso mese, tornata a casa dopo l’Eucaristia, Gemma ha una visione del venerabile Gabriele, che le indica il Calvario come meta finale. Il 30 marzo, Giovedì Santo, Gemma è in preghiera, compie l’«Ora Santa» in unione a Gesù nell’Orto degli Ulivi, e Gesù a un tratto le appare ferito e insanguinato. Nell’aprile seguente, preoccupata di non sapere amare Gesù, Gemma si trova nuovamente davanti al Crocifisso e ne ascolta parole di amore: Gesù ci ha amati fino alla morte in Croce, è la sofferenza che insegna ad amare. L'8 giugno, dopo essersi accostata all'Eucaristia, Gesù le appare annunciandole una grazia grandissima. Gemma, sente il peso dei peccati, ma ha una visione di Maria, dell'angelo custode e di Gesù, Maria nel nome di suo Figlio le rimette i peccati e la chiama alla sua missione. Dalle ferite di Gesù non usciva più sangue, ma fiamme che vennero a toccare le mani, i piedi e il cuore di Gemma. Gemma si sentiva come morire, stava per cadere in terra, ma Maria la sorreggeva e quindi la baciò in fronte. Gemma si trovò in ginocchio a terra con un forte dolore alle mani, ai piedi e al cuore, dove usciva del sangue. Quei dolori però anziché affliggerla le davano una pace perfetta. 

La mattina successiva si recò all'Eucaristia, coprendo le mani con un paio di guanti. I dolori le durarono fino alle ore 15 del venerdì, festa solenne del Sacro Cuore di Gesù». Da quella sera, ogni settimana Gesù chiamò Gemma ad essergli collaboratrice nell’opera della salvezza, unendola a tutte le Sue sofferenze fisiche e spirituali. questa grazia grandissima fu motivo per Gemma di ineffabili gioie e di profondi dolori. In casa vi fu perplessità e incredulità per quanto avveniva, Gemma era spesso rimproverata dalle zie e dai fratelli, talvolta veniva derisa e canzonata dalle sorelle, ma Gemma taceva e attendeva. Nei mesi estivi conosce i Passionisti impegnati nella Missione popolare in Cattedrale e da uno di essi viene introdotta in casa Giannini. Gemma conosceva già la signora Cecilia, ma frequentandola nella casa di via del Seminario, inizia una vera e profonda amicizia con quella che le sarà come una seconda madre. Nel gennaio del 1900, Gemma comincerà a scrivere a padre Germano, il sacerdote passionista che avrebbe riconosciuto in lei l’opera di Dio e nel settembre successivo lo incontrerà personalmente. Sempre in settembre, Gemma lascia definitivamente la sua famiglia per andare ad abitare in casa Giannini, tornerà alla sua casa solo in rare occasioni per consolare la sorella Giulietta quando sofferente. Nel maggio del 1902 Gemma si ammala nuovamente, si riprende, ma ha una ricaduta in ottobre. Nel frattempo muoiono la sorella Giulia (19 agosto) e il fratello Tonino (21 ottobre). 

Il 24 gennaio 1903, per ordine dei medici, la famiglia Giannini deve trasferire Gemma in un appartamento affittato dalla zia Elisa, Gemma vive così l’esperienza dell’abbandono di Gesù in croce e del silenzio di Dio. E’ fortemente tentata dal demonio, ma non smarrisce mai la fede, non perde mai la pazienza ed è sempre piena di amore e di riconoscenza verso chi l'assiste nella malattia. Al mezzogiorno dell’11 aprile 1903, Sabato Santo, come si usava allora, le campane avevano annunziato la Risurrezione del Signore e alle 13.45, Gemma si addormenta nel Signore, assistita amorevolmente dai Giannini. Il 14 maggio 1933 papa Pio XI annovera Gemma Galgani fra i Beati della Chiesa. Il 2 maggio 1940 papa Pio XII, riconoscendo la pratica eroica delle sue virtù cristiane, innalza Gemma Galgani alla gloria dei Santi e la addita a modello della Chiesa universale

PRESENZE SOPRANNATURALI E VITA CONTEMPLATIVA IN 

Santa GEMMA GALGANI

- Vessazioni diaboliche

- Il rapporto di S. Gemma con gli angeli

- Preghiera ed esperienze mistiche in S. Gemma

Il processo di trasformazione divina dell’interiorità e di tutta la vita della nostra Santa fu tale che essa visse un’esperienza assolutamente unica e straordinaria di contatti e rapporti con le presenze soprannaturali buone (gli angeli) e cattive ( i demoni). Infatti, la barriera dello spazio e del tempo crolla quando la chiamata alla santità dei prescelti di Dio arriva a grandi profondità. E’ quasi una conseguenza necessaria nella vita dei santi oltrepassare la barriera dei sensi, anche perché le virtù cristiane praticate fino in fondo, come il Signore ci ha chiesto nel suo Vangelo, fanno vivere in anticipo alcune delle tipiche e sublimi facoltà delle anime dei beati. D’altronde proprio questo è stato lo scopo precipuo per cui Cristo si è incarnato, ossia rendere l’uomo completamente partecipe della vita trinitaria a tal punto da poter veder fisicamente il Cristo ed i suoi angeli ed affrontare con coraggio la battaglia "a carte scoperte" con il male.

S. Gemma rappresenta sicuramente uno dei momenti più culminanti ed eccezionali in tutta la storia della cristianità di questo dialogo e rapporto diretto e senza mediazioni tra Dio e l’uomo. In un certo qual senso lei ben può essere assunta come modello per tutti gli uomini di buona volontà, che aspirano con tutta sincerità a stabilire un legame e dialogo di amore con il proprio Padre Dio. Pertanto, l’ignaro lettore non reagisca superficialmente a quanto verrà narrato successivamente sui doni straordinario di S. Gemma, magari ritenendo improbabile se non impossibile gli eventi accaduti a S. Gemma o anche all’estremo opposto esagerando gli aspetti soprannaturali della vita terrena della nostra Santa.

Le sue prove dolorose dovevano avere piena attuazione anche con i frequentissimi incontri-scontri con i demoni. Quest’ultimi erano un’ordinaria presenza nella vita di S. Gemma. Gli sono apparsi in tutte le forme ed hanno usato ogni genere di violenze nei suoi confronti. Diversi testimoni hanno depositato nel processo di canonizzazione di aver assistito agli effetti materiali e fisici di queste vessazioni del maligno verso S. Gemma.

Zia Cecilia riferì che i demoni frequentemente l’aspettavano in camera la sera sotto forma di cani, gatti, di uomini spaventosi, di selvaggi. Altre volte s’imbatteva in due uomini forzuti che con delle funi la battevano a lungo. Gemma si confidava col cuore pieno di sofferenza al confessore riguardo a queste situazioni, cercando conforto e sostegno spirituale.
Il demonio in tanti altri modi la tormentava: sotto forma di apparizioni mostruose, di terrori e percosse improvvise che le infliggeva certe volte anche di giorno. Così arrivò anche a cercare d’impedirle di fare la comunione, apparendole sotto forma di omaccio, spaventandola e spingendola a terra nel fango prima di entrare in chiesa.

Le sue zie constatarono di notte rumori e movimenti strani intorno al letto di Gemma; la stessa zia Cecilia vide parecchie volte il letto di Gemma tremare tutto. Il maligno la perseguitava fisicamente rovesciandola indietro piegandola fino alle gambe anche quando pregava od era in estasi. Sperimentò l’influenza positiva e liberante degli oggetti sacri: infatti dopo che la zia Cecilia una volta le mise un’immagine della Madonna Addolorata Gemma percepì immediatamente un grande sollievo. Addirittura per un certo periodo Dio permise che il maligno le possedesse alcune funzioni del suo corpo; Gemma arrivò a comportarsi come un ossessa arrivando anche a sputare al crocifisso ed a dimenarsi come gli indemoniati. Un sacerdote che la seguiva da vicino le regalò una reliquia della Croce di Gesù. Da quel momento rimase totalmente libera da qualunque possessione diabolica.

Davvero straordinario è stato in Gemma il rapporto stabilito con gli angeli ed in particolare con il suo angelo custode. Di esso ne aveva la visione materiale costantemente. S’intratteneva a conversare con lui con la stessa disinvoltura con cui si discute con un amico. Si mostrava a lei in tanti modi: con le ali spiegate sospeso in aria e le mani distese su di lei, con le mani giunte in atto di preghiera. Il suo angelo custode le dava frequentemente consigli assumendo quindi la funzione del padre spirituale; Gemma durante le meditazioni svolte con l’angelo andava spesso in estasi. Queste esperienze di Gemma con gli angeli sono state raccolte da Padre Germano e da Zia Cecilia, i quali pur non notando la presenza materiale degli angeli potevano constatare però l’atteggiamento di Gemma mentre conversava con gli Angeli.
L’Angelo la correggeva sui suoi piccoli difetti mostrandosi con lo sguardo severo o ad esempio obbligandola a confessare tutte le sue esperienze spirituali.

La dimestichezza di Gemma con gli angeli era tale che il suo Padre spirituale la richiamò a portare più deferenza e rispetto all’Angelo imponendogli di dare del voi invece che del tu.
Accadde tra l’altro che le apparissero diversi angeli che si univano alle preghiere di lode della nostra santa. L’angelo custode la aiutava anche nelle mansioni comuni: come aiutarla ad esempio a svestirsi dopo che veniva picchiata dal demonio, la cui ira veniva però frenata dall’angelo stesso; o anche a portare lettere che Gemma scriveva per il suo Padre spirituale. Infatti, Gemma non avendo soldi per i francobolli la consegnava direttamente al suo angelo custode perché recapitasse la lettera al suo direttore spirituale. D’accordo con Padre Germano alcuni dei Giannini fecero la prova di chiudere la lettera in una cassetta a chiave. Il giorno stesso la lettera arrivò a Roma sulla scrivania di Padre Germano.

 

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