Il miracolo di Cannobio

- 1522 -

 

Il piccolo dipinto su pergamena raffigurante Cristo in Pietà tra Maria e Giovanni Evangelista è custodito entro una nicchia ricavata al centro dell’altare maggiore del Santuario al di sotto della tavola di Gaudenzio Ferrari. Anteriormente un vetro di antica fattura ne consente la visione.  
All’epoca dei fatti straordinari accaduti nei giorni 8, 9, 10 e 28 gennaio 1522, e poi ancora nei successivi 4 e 27 febbraio, la pergamena, montata su tavoletta lignea stava collocata in una saletta al piano superiore dell’abitazione del facoltoso notabile Tommaso Zaccheo affacciata sul lungolago fra le altre case patrizie dei Mantelli, Tassani, Omacini e Luati.  
Ci sono pervenute deposizioni seriamente attendibili, rogate tra fine gennaio e inizio febbraio di quell’anno dal notaio Bartolomeo Albertini, e per il 27 febbraio dal notaio Giacomo Poscolonna. Sono testimonianze dirette di lacrimazioni e di essudazioni di sangue dalle ferite di Cristo; e dagli occhi delle due figure astanti, nonché di una conturbante fuoruscita di una costola sanguinante, proporzionata al costato della Pietà, con spargimento di gocce di sangue vivo su una tovaglia sottostante alla tavoletta e sugli abiti delle persone ad essa più vicine.  
La Sacra Costa” fu depositata nella parrocchiale di 5. Vittore e vi è tuttora conservata entro il reliq uiario donato nel 1605 dal card. Federico Borromeo. Le stoffe segnate di gocce di sangue sono racchiuse nell’urna posta sotto la mensa dell’altar maggiore del Santuario. L’analisi eseguita nel 1922 da p. Agostino Gemelli vi accertò presenza di sangue umano.  
A datare dal 4524, con la ristrutturazione delle stanze superiori di casa Zaccheo cedute alla cosiddetta “Confraternita della Devozione”, si ottenne un unico capace oratorio, dotandolo di prolungamento terrazzato sorretto da portico e raggiungibile da due scale laterali.  
Dal 1575 al 1614, con il solo sostegno finanziario di borghigiani e di devoti, fu eretta e completata la struttura muraria dell’attuale edificio, con l’avallo di S. Carlo che ne affidò il progetto al Tibaldi, e con l’impiego di maestranze locali dirette dai Beretta (padre e figlio) di lnzella di Brissago  

    Testi e foto dal mensile La ss. Pietà, associata all'Unione Redazionale Mariana (Direttore resp. P. Carlo Caroglio)  
     

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Sotto il Santuario si apre la cripta con la tomba  
del Servo di Dio don Silvio Gallotti, cannobiese, illuminato direttore dei chierici novaresi e ardente apostolo della devozione a Maria.  
Si spense a 46 anni, il 2 maggio 1927. 

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