Da Zaccaria a Maria:

identità e differenze nell’annuncio angelico

Alcuni accenni alla vita di Maria di Nazareth ci sono proposti dai Vangeli, in particolare dal Vangelo di Luca, il quale ce ne descrive alcuni tratti salienti.

L’evangelista Luca inizia il suo Vangelo raccontando l’episodio avvenuto a Zaccaria, il marito di Elisabetta, cugina di Maria.

Mi pare molto interessante valutare questo racconto mettendolo poi in relazione agli eventi successivi che riguardano più direttamente Maria, perché se ne possono ricavare alcuni spunti di riflessione e di meditazione.

Sappiamo, tramite Luca, che Zaccaria era un sacerdote della classe di Abia e che aveva in moglie una donna, discendente di Aronne, di nome Elisabetta: “essi erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni”.

Zaccaria, essendo appunto sacerdote, doveva espletare il proprio servizio nel tempio secondo un particolare turno e secondo l’usanza “gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l’offerta dell’incenso”. L’incenso era offerto nel Santo, l’ambiente che precedeva il Santo dei Santi, la parte più segreta del tempio. Mentre Zaccaria procedeva a quest’offerta l’assemblea del popolo pregava fuori di esso.

In quel momento un angelo del Signore gli apparve, alla destra dell’altare dell’incenso. “Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore”. L’angelo gli disse: ” Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto.”

Ecco che, detto questo, Zaccaria fu colto ancora di più dallo stupore e rispose all’angelo con queste parole: “Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni”.

A questa sua affermazione l’angelo rispose: “Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annunzio. Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo”.

Dopodiché l’angelo si ritirò e Zaccaria uscì dal tempio. Il popolo che lo stava aspettando iniziava già a chiedersi che cosa fosse accaduto perché, dal momento della sua entrata, era trascorso diverso tempo. Quando lo videro che non poteva parlare e che si esprimeva a gesti capirono che nel tempio era avvenuto qualcosa e che Zaccaria aveva avuto una visione.

Quando finirono i giorni del suo servizio tornò finalmente a casa. Elisabetta concepì e per cinque mesi si tenne nascosta dicendo: ”Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini”.

Seguendo nella lettura del Vangelo di Luca giungiamo così a conoscere la figura di Maria.

 Egli narra che nel sesto mese di gravidanza di Elisabetta l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea di nome Nazareth ad una vergine di nome Maria. Questa fanciulla era promessa sposa ad un uomo della casa di Davide di nome Giuseppe. L’angelo, entrando nella casa di Maria, le disse: ”Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. A queste parole anche Maria, come Zaccaria, rimase turbata e si domandava quale senso avessero tali parole.

L’angelo le disse: ”Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.

A questo punto Maria rispose all’angelo: ”Come è possibile? Non conosco uomo”. E l’angelo le rispose: ”Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”.

Maria, quindi, rispose all’angelo:” Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto “. L’angelo, finita la sua missione, partì da lei.

 Questo episodio della vita di Maria mettendolo in paragone all’episodio sopraccitato di Zaccaria ci conduce a fare una riflessione. La cosa che più colpisce è questa: come mai l’angelo nei confronti di Zaccaria si comporta duramente, rendendolo muto, mentre con Maria, la quale anche lei risponde presentando i propri umanissimi dubbi, si comporta diversamente?

Qual’è la chiave di lettura del comportamento a parità, sembrerebbe, di risposta ottenuta dall’angelo Gabriele? Perché con Zaccaria l’angelo reagisce con una dura punizione mentre con Maria si limita a darle una spiegazione di come quell’evento da lui annunciato accadrà, rendendola inoltre partecipe del futuro concepimento di sua cugina Elisabetta?

Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni; ”Come è possibile? Non conosco uomo”.

Entrambi presentano all’angelo la propria titubanza. Zaccaria pone il problema dell’età avanzata di lui e di sua moglie mentre Maria candidamente afferma che ciò che dice l’angelo le sembra impossibile perché lei non conosce uomo, nel senso che è vergine e tale vuole rimanere per una sua scelta intima di consacrazione totale al Signore.

Ebbene: se da una parte si pone il problema sul piano materiale dall’altra lo si pone sul piano spirituale. Questa è la chiave di lettura.

Zaccaria si rende conto che la sua, e quella di sua moglie, non è più l’età per concepire figli e quindi vede come ostacolo il proprio corpo non più giovane. Questo non è un ostacolo voluto ma un problema contingente dovuto al tempo che è trascorso, agli anni…e quindi al di fuori della propria volontà. Per Maria il discorso è completamente opposto: lei è giovane, si suppone non sia sterile, e per propria decisione è rimasta ed è decisa a rimanere vergine.

Se da una parte una gravidanza non era, nel tempo, iniziata a causa della sterilità dall’altra non sarebbe iniziata a causa della propria consacrazione a Dio. Se da una parte il non concepire era visto come una disgrazia dall’altra era vista come una grazia. Maria la propria “sterilità” la ricercava, la perseguiva come conseguenza del suo voto di verginità, mentre Elisabetta la sua sterilità la subiva. 

L’angelo punisce Zaccaria perché egli dubita della potenza Creatrice di Dio, il quale è padrone e creatore della materia. Egli dubita che Dio possa creare da due esseri umani avanzati in età della nuova vita, dubita che Dio possa creare la vita da Elisabetta ormai anziana. Maria invece dubita di come possa il Dio creatore della vita chiedere a lei, che si era consacrata nel suo cuore al Signore mediante la verginità, un concepimento che per lei poteva esistere solo mediante il “conoscere un altro uomo”.

Maria si pone su di un livello molto più alto di Zaccaria: non si preoccupa se Dio possa o non possa creare la vita quando e come gli pare e piace, ma si preoccupa di come questo possa accadere senza che lei debba conoscere un uomo, sessualmente parlando. Maria non comprende come possano sussistere entrambe le condizioni e cioè che la sua dedizione in anima e corpo a Dio possa coesistere con un concepimento. Maria pensa semplicemente questo.

La sua è una risposta di carattere morale e spirituale. Quella di Zaccaria è una risposta di carattere materiale. Maria è preoccupata dal non intaccare il proprio spirito ed il proprio corpo per essere sempre, in anima e corpo, del Signore; mentre Zaccaria è preoccupato dalla mancanza di fede nella potenza creatrice dell’Onnipotente, di Colui a cui nulla è impossibile.

Zaccaria mette in dubbio lo stesso Dio, Maria invece mette in dubbio unicamente sé stessa. Lei non tocca, con la sua risposta, Dio; lei tocca la sua persona e le decisioni che lei ha preso su sé stessa. Non vuole offendere Dio ma non vuole neanche trattare su quella promessa che ella aveva fatto nel suo cuore proprio per Dio. Ecco perché il dilemma di Maria si pone su di un piano spirituale e solo su quello.

L’angelo punisce unicamente Zaccaria per questo motivo: non è pensabile che un uomo, trovandosi al cospetto di quell’angelo che perennemente si trova al cospetto di Dio, dubiti della potenza di Dio stesso. Ecco che, a questo punto, la frase :“Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anniha come significato quello di negare la potenza creatrice del Signore. E questo è inconcepibile poiché Dio è il Signore di tutte le cose visibili ed invisibili.  Zaccaria pone come elemento di dubbio la sua condizione materiale.  Ed ecco che la frase di Maria : ”Come è possibile? Non conosco uomo” implica un’accettazione incondizionata dei progetti creatrici di Dio ma tali progetti provocano un dubbio sul come essi possano coesistere con la sua condizione spirituale.

Il Signore, per mezzo dell’angelo Gabriele, ci permette di comprendere come Egli considera le nostre reazioni, paure e dubbi. Se ci poniamo un dilemma di tipo spirituale Egli, nella Sua infinita misericordia, ci viene incontro perché comprende benissimo quanto la nostra mente ed il nostro spirito siano limitati; ma se ci poniamo un problema di tipo materiale, dove oltretutto rinneghiamo la Sua potenza, Egli adotta punizioni che servono alla nostra maturazione spirituale. Dio non infligge mai punizioni per far regredire l’uomo, Dio infligge le Sue punizioni per farlo progredire nel cammino dello spirito.

Egli è il padrone della materia, noi siamo i padroni del nostro spirito. Padroni non perché ne siamo creatori, perché anche il nostro spirito è creato da Lui, ma perché una volta che il Signore ci dona un corpo e quindi uno spirito esso diviene “nostro” e siamo liberi di utilizzarlo come la nostra coscienza ci consente di fare. Ecco la libertà dell’uomo. La grande libertà che permette ad ogni uomo di essere un faro di luce oppure un diffusore di tenebre.

Maria nella sua libertà aveva scelto di rimanere pura e questo, in quell’incontro angelico, gli creò dubbi e confusione; Zaccaria invece non aveva scelto niente di sua spontanea volontà ma la sua condizione era imposta dalla sterilità di Elisabetta.

Inoltre l’angelo rivela unicamente a Maria la verità che “nulla è impossibile a Dio”, e tralascia volontariamente di rivelarlo anche, nel precedente incontro, a Zaccaria. Non gli rivela questa verità e lo lascia muto, come se volesse che nel suo silenzio imposto forzatamente lui riuscisse a trovarla da solo. Dal silenzio alla meditazione. Dalla meditazione all’illuminazione.

Maria questa verità la cercava già in cuor suo tramite la sua risposta ed è premiata tramite la rivelazione della potenza di Dio che è l’unica risposta a quel “Come è possibile? Non conosco uomo”. Ecco come è possibile: con l’onnipotenza di Dio. Zaccaria invece con la sua domanda non pone un quesito su come sia possibile ma afferma quella che per lui è una verità: afferma che Dio non può creare vita da due vecchi e quindi, implicitamente, nega a priori l’onnipotenza di Dio.

Per questo motivo l’angelo rivela l’onnipotenza di Dio solo a Maria, perché Maria si era posta in una condizione di apertura a tutte le infinite possibilità creatrici di Dio. Maria se pone un dubbio lo pone su se stessa e non su Dio, lo pone sulla sua possibilità di essere coerente al suo adempimento di verginità perenne.

Ma questo brano ci conduce anche a riflettere sulla differenza tra “fede” e “vera fede”. Zaccaria desiderava da tanti anni un figlio, ed aveva innumerevoli volte chiesto questa grazia al Signore, mentre Maria non l’aveva chiesta; ed ecco che proprio Zaccaria è colui che, all’ottenimento della sospirata richiesta, non ha abbastanza fede nella potenza di Dio e si preoccupa su come possa Dio stesso fargli “conoscere questo”. Maria invece non aveva pregato il Signore per concepire un figlio.

Chissà quante volte Dio si sarà visto richiedere grazie dagli uomini e poi nella mente degli stessi leggere il dubbio sulla effettiva potenza di Dio stesso. Chiediamo ed invochiamo il cielo e poi mettiamo in dubbio la Sua capacità! 

Maria ci insegna che se un dubbio dovrà attraversare la nostra mente esso dovrà essere unicamente sulle nostre possibilità e non su quelle del Signore. 

Il libero arbitrio 

Un capitolo a parte sarebbe da dedicare interamente al discorso sulla “libertà” che Dio concede agli uomini e che traspare anch’esso da questo inizio del vangelo di Luca. Ma mi limito a fare un breve accenno per non divagare troppo dalla figura di Maria.

E’ interessante notare che a Zaccaria l’angelo non consente di verificare le sue parole, che sono parole di Dio, mentre a Maria sì; difatti a Zaccaria gli annuncia solo che queste cose si “adempiranno a loro tempo” mentre a Maria accenna al concepimento di Elisabetta per permetterle di verificare. Perché? Semplicemente perché a Zaccaria l’angelo non può predire il futuro, non può sapere se Maria accetterà o meno il suo annuncio. Non può forzare il libero arbitrio che Dio ci ha concesso, e che ha concesso anche a Maria, la quale sarà libera di accettare o meno il concepimento per opera dello Spirito Santo. 

La fede di Zaccaria e la fede di Maria 

A questo punto cosa dire della fede di Zaccaria e di quella di Maria? A questo punto che cos’ è la fede? Se leggiamo il Vangelo di Luca, riguardo a Zaccaria ed Elisabetta, egli ce li descrive come “giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni”. Ora penso questo: se questa coppia è definita in questo modo e Zaccaria risulta punito ugualmente per i motivi che abbiamo appena esaminato, con quali occhi il Signore vede le persone “non giuste davanti a Lui e che non osservano in maniera irreprensibile tutte le leggi e le Sue prescrizioni?”. O meglio: le persone giuste ed irreprensibili sono quelle che hanno più fede in Dio? Sembrerebbe proprio di no e Luca, tra le righe del suo Vangelo, ce lo ha dimostrato.

Di Maria, l’evangelista, non da una descrizione preliminare come ha fatto per Zaccaria, descrive soltanto in quale paese si trovava (Nazareth), la sua condizione (vergine) e che era promessa sposa ad un uomo della casa di Davide (Giuseppe). Perché non accenna, per esempio, alle sue virtù nascoste, alle sue grazie, a tutto quell’altissimo e sublime mondo spirituale che Maria celava tra le mura domestiche? Maria non era giusta davanti a Dio, per caso? Maria non “osservava irreprensibile tutte le leggi e le prescrizioni del Signore?”.

Quello che l’evangelista voleva si capisse, al di là dei fatti puramente cronologici, era questo: la vera fede non è una conseguenza diretta dell’essere giusto. A volte si può essere “giusti” all’esterno ma non all’interno. 

La serva del Signore 

Maria era perfetta al suo interno: un interno spirituale “pieno di grazia” elevato al più alto grado della conoscenza umana legato indissolubilmente da un esterno di purezza verginale; tanto da farle esclamare: “Eccomi, sono la serva del Signore”. Un altro insegnamento di Maria per l’umanità: se vuoi avere totale fiducia in Dio devi porti nella sua stessa condizione, ossia servire.

Il Signore si fa servire solo per essere nostro servitore, Egli si fa accogliere dalla Sua serva per poi, 33 anni dopo, morire in croce per i nostri peccati.

Il Signore che diventa servitore degli uomini tramite la sua serva. Maria non chiede ma si offre ed offrendosi riceve. Questo è uno dei tratti che inquadrano l’intera spiritualità mariana: rendersi serva offrendo tutta sé stessa al Signore. 

Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio…”  

Questa frase dell’angelo Gabriele ci permette di fare una riflessione anche sui “rapporti” che intercorrono nel mondo spirituale tra angeli e Dio.

Quando l’angelo dice “al cospetto di Dio” sicuramente non intende dire: “al cospetto materiale di Dio”, anche perché se proviene dal mondo spirituale ciò sarebbe un controsenso. Gabriele con quella frase è come se dicesse :” Io sono (l’angelo) Gabriele che sto al cospetto spirituale di Dio..”.

In una dimensione dove la materia non esiste ma esiste solo lo spirito cosa avrà voluto significare quella frase dell’angelo a Zaccaria? L’angelo è come se avesse detto: “Io che sto al cospetto “spirituale” del Signore e Creatore dell’universo e ne conosco la pedagogia, gli insegnamenti, le direttive ed il pensiero che ne governa gli equilibri e quindi in virtù di questa mia conoscenza ne applico la Legge e quindi ti rendo muto…perché so che così Dio vuole!”. E lo sapeva perché la sua conoscenza divina era legata dal fatto che ne proveniva anch’ esso. L’angelo e tutti gli ordini angelici provengono da quel centro di irradiazione di Amore creatore che è Dio, ne sono compenetrati. Noi uomini invece, dall’altra parte, possiamo affermare che ci troviamo sempre “al cospetto materiale” di Dio perché ne vediamo gli effetti nella materia.

Basta guardare solo le bellezze del creato per essere al cospetto del creatore.

Il mondo che noi definiamo “angelico” è un mondo di spiriti puri creati in ordini e gradi differenti, ognuno con un compito ben preciso e con una differente partecipazione e conoscenza dell’Amore di Dio. La Bibbia enumera nove ordini spirituali, o angelici, creati da Dio: Angeli , Arcangeli, Principati, Potestà, Virtù, Dominazioni, Troni, Cherubini, Serafini.

Gli angeli sono, spiritualmente parlando, più vicini all’uomo mentre i Serafini sono più vicini a Dio. Ma questo sempre per quanto riguarda la conoscenza dello Spirito di Dio. Noi essere umani, rispetto agli angeli, siamo enormemente più lontani nella conoscenza di questo Spirito; ma lo stesso lo sono gli angeli nei confronti dei serafini.

Ma se un “semplice” angelo mandato da Dio ha possibilità di mettere in pratica la Sua Legge, come è avvenuto per Zaccaria, quali straordinarie qualità avrà stabilito il Signore per quegli spiriti più puri e che possono meglio comprendere quel vertice irraggiungibile di spiritualità che è Dio stesso? Un vertice che, in ogni caso, anche lo spirito angelico più puro di tutto il Creato, non potrà mai raggiungere nella vera pienezza?