Maria sottomessa a Gesù (8,19-21)

Gesù si trovava ancora nella regione di Galilea quando l’evangelista Luca narra quest’episodio dall’aspetto singolare.

Maria, insieme con alcuni parenti di Nazareth, si mette in viaggio per andare a fare visita a Gesù. Una mamma che va alla ricerca del figlio per poterlo salutare, per poterlo guardare negli occhi, per potergli dare una mano nelle sue difficoltà. Una mamma che conosce quale importante missione suo figlio debba compiere in quel luogo ed in quel tempo; una mamma piena d’amore che vorrebbe solo poter essere d’aiuto e di conforto in un momento nel quale il proprio figlio avrebbe potuto averne bisogno.

Questa mamma parte dalla propria casa per andare dove Gesù in quel momento si trovava. Maria conosceva molto bene gli spostamenti di suo figlio; un po’ perché le voci su ciò che egli faceva correvano come il vento nonostante non esistessero altri mezzi di comunicazione che la propria voce, un po’ perché Gesù, conoscendo le preoccupazioni della propria madre, molto probabilmente faceva in modo di farle avere delle notizie dirette. Nel senso che qualche suo discepolo poteva, con ogni probabilità, prendersi l’incombenza saltuaria di recarsi dalla madre del proprio Maestro per farle un resoconto degli ultimi eventi.

Sicuramente Maria, per recarsi da Gesù, doveva essere a conoscenza del luogo in cui lui si era momentaneamente stabilizzato.

E Maria va. Maria è sempre la Mamma che va verso il Figlio in un moto d’amore perenne. Maria è uno slancio d’affetto inimmaginabile verso questo suo Bambino che, ormai cresciuto, parla nella pienezza del Padre.Maria, ieri come oggi, si reca sempre da Gesù per portare conforto alle sue tante pene; la missione di questa giovane fanciulla è di andare sempre e in ogni caso verso Gesù. Con Maria, inequivocabilmente, si cammina sempre verso Gesù. Nel cuore di Maria, nel suo procedere verso il Figlio, vi erano tante domande e tante preoccupazioni. Sapeva che Gesù era nel pieno della sua attività pubblica e tutto avrebbe fatto piuttosto che rappresentargli un intralcio. Solo che la mancanza di quel suo figlio da casa era così pesante che un bel giorno si decise di partire e di andare a trovarlo.

Quando giunsero ebbero però una sorpresa, soprattutto per la madre, poco piacevole: non poterono avvicinarlo a causa della folla.

La folla. Attorno a Gesù ci sarà sempre folla: prima per seguirlo, poi per acclamarlo ed infine per crocifiggerlo. Egli, nel suo lento procedere verso la Gloria del Calvario, ebbe modo di vivere e di conoscere da vicino tutte le varie sfumature della “folla”. Ma anche Maria ne visse una, si accorse che la folla era qualcosa che divideva ed avrebbe sempre più diviso la sua antica intimità con Gesù. Maria non riuscì proprio ad attraversare la folla che si accalcava sul luogo in cui si trovava suo figlio, ci provò ma fu tutto inutile. La folla era lì e la bloccava, non le permetteva di andare verso Gesù ad abbracciarlo come invece avrebbe voluto.

A quel punto non poté fare a meno di mandare qualcuno, sicuramente più forte ed agile, sin da Lui per avvisarlo dell’arrivo della propria madre.

Gli fu annunziato: ”Tua madre e tuo fratello sono qui fuori e desiderano vederti”.

Gesù avrà esultato nel proprio cuore in quel momento sperando di poter vedere al più presto sua madre e raccontargli tutto quello che stava accadendogli in quei giorni.

Ma non si alzò subito, e rispose: ”Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”.

L’evangelista conclude così il suo resoconto dell’evento. Lo tronca di netto con le parole di Gesù. Perché? Avrebbe almeno potuto descrivere i sentimenti di Maria e dei parenti o almeno abbozzarli. Invece niente. Durante la lettura di questo brano ci si trova di fronte ad un evento che stupisce e nello stesso tempo porta a riflettere sui reali sentimenti e bisogni di Gesù e di Maria.

Forse era proprio questo quello che Luca voleva.

Pensiamo a quando Gesù era dodicenne e si “perse” a Gerusalemme; quando i genitori lo ritrovarono nel tempio alla domanda della madre sul motivo della sua scomparsa egli rispose: ”Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Partì dunque con loro e tornò a Nazareth e stava loro sottomesso.

In quest’occasione Gesù aveva fatto intendere perfettamente quale fosse il suo compito terreno (“io devo occuparmi delle cose del Padre mio”) conciliandolo con la sua sottomissione ai genitori terreni (“Partì dunque con loro e tornò a Nazareth e stava loro sottomesso”). Quindi possiamo a ragione affermare che Gesù si è sempre occupato delle “cose del Padre” sia prima sia dopo la sua chiamata pubblica. La differenza sostanziale consiste nel fatto che prima si era sottomesso in primo luogo al padre ed alla madre mentre poi il posto principale lo aveva preso Dio. Dicendo la frase: ”Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”, Gesù non voleva mancare di rispetto alla madre ed ai parenti; egli voleva solo specificare e lasciare intendere perfettamente a tutti che il suo compito centrale era di fare la volontà del Signore e che la sua sottomissione era mutata. Ma questo senza togliere importanza alla madre.

La costante di Gesù è stata di occuparsi sempre delle cose del Padre: prima sottomettendosi, in primo luogo, a Maria e a Giuseppe e poi principalmente a Dio. Egli doveva necessariamente far intendere che le priorità erano mutate perché erano mutate le condizioni: Gesù era all’inizio della sua conclusione terrena. Quello che si delinea, analizzando i due episodi solo all’apparenza slegati, è che Gesù dal primo vagito nella mangiatoia all’ultimo rantolo sulla croce ha sempre fatto le “cose del Padre suo (e nostro) ”.

In quest’ottica temporale quella frase di Gesù appare nella sua piena interezza. Gesù sapeva ed anche noi lo sappiamo che, se non i parenti, sicuramente Maria ascoltava la parola di Dio e la metteva in pratica. Questo è un dato di fatto su cui non si può discutere: Maria ha sempre ascoltato e messo in pratica la parola di Dio. Quindi quella frase, anche se può sembrare in apparenza, non era direttamente rivolta alla Madre. Perché se lo fosse è come se Gesù sostenesse che sua madre, la Madre del Figlio di Dio, non ascoltava e non metteva in pratica questa parola. Ma se Dio ha scelto Lei era proprio per il motivo contrario e cioè che Maria seguiva perfettamente il volere di Dio Padre.

Inoltre il fatto stesso che l’evangelista non prosegua nel racconto, troncandolo quasi di netto, c’induce a pensare che tutto questo discorso fosse sottinteso ed implicito. Se non fosse così avrebbe almeno scritto, come per l’episodio del tempio, che Maria non aveva compreso le parole del Figlio e che le serbava nel suo cuore. Se questo non è stato scritto è perché Maria aveva perfettamente compreso quelle parole che tra l’altro non erano rivolte direttamente a lei. Gesù aveva colto l’occasione per puntualizzare quali fossero la sua missione e le sue priorità.

Secondariamente, ma non meno importante, viene spontaneo fare quest’ulteriore riflessione. Sappiamo che Gesù aveva più volte lasciato intendere, nel suo apostolato, che egli non era venuto per i sani ma per i malati. Nel senso che era venuto per coloro che avevano più bisogno di Dio. L’apparente indifferenza di Gesù per la Madre, a questo punto, che significato ulteriore ha? Quello che Maria non aveva bisogno di Lui perché non era malata. Se Maria avesse avuto bisogno, spiritualmente parlando, della sua presenza sicuramente Gesù sarebbe accorso da lei. Come del resto aveva sempre fatto con chiunque si fosse presentato da lui per averne un aiuto. Gesù aiutava tutti. Avrebbe negato un aiuto alla propria madre il Figlio perfettissimo di Dio? No! Se lo fece è perché Maria non ne aveva bisogno.

Un tempo gli eretici ed oggi i protestanti utilizzano, tra gli altri, questo episodio della vita del Cristo per infangare la Madre affermando che se Gesù l’aveva “emarginata” e non accolta con le dovute attenzioni era perché Maria non era una santa. Da qui l’avversione per la figura di Maria e la marianità in generale.

A loro dedico queste riflessioni. Abbiamo compreso che se Gesù “emarginava” qualcuno era perché questo qualcuno era già sulla via della perfezione e della santità e non il contrario.

Non dimentichiamo, inoltre, quello che l’angelo disse entrando nella casa di Maria: ”Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”.Maria era la “piena di grazia” e questo fu un angelo del signore a rivelarglielo. Come poteva quindi, Gesù, mancare di rispetto ad una donna, che oltretutto era sua madre, la quale era anche “piena di grazia”?

Comprendiamo, così, come questo passo del Vangelo di Luca sia stato scritto per indurre a meditare ulteriormente sulla figura del Cristo.

Rimane doveroso terminare questo discorso con le parole dell’angelo a Maria: ”Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.

 

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