Dal diario di Madre Provvidenza, 

scomparsa da poco in concetto di santità.

Una notte mi sentii svegliare con un tocco sulla mano destra. Chiesi chi fosse. Così mi venne risposto: <<Sono un'anima del Purgatorio che tu conosci e che ha bisogno di suffragi>>. Quando mi disse il nome mi ricordai che la conobbi davvero. Era una donna venuta da me anni or sono a chiedere consigli. Vi confesso che ero sveglia e non dormivo. Le chiesi allora: <<Per quali peccati sei andata in Purgatorio e da quanti anni ti trovi lì?>>. 
<<Sono cinque anni. Sono morta come oggi. Mi trovo in Purgatorio per i peccati commessi con la lingua: chiacchieravo sempre tanto e inutilmente. Talvolta trascuravo anche le preghiere del mattino e della sera e poi giudicavo il prossimo malamente, invece di giudicare me stessa>>.
<<Che pene provi in Purgatorio?>>.
<<Sono cinque anni che muoio di sete. La mia lingua brucia continuamente come fosse fatta di fuoco. Non ho più lacrime per piangere. Ho ottenuto dal Signore, per la devozione che ho sempre avuto verso il Sacro Cuore, la grazia di venir a parlarti. Credo che una tua preghiera per me sarà da Lui accettata, perché dovrei stare in Purgatorio ancora quasi dieci anni per altri peccati veniali che ho commesso>>.
Mi disse inoltre che pregare per le anime abbandonate significa ottenere grazie da Dio, perché loro recitano preghiere per chi cerca di suffragarle e di liberarle dai loro tormenti.
La assicurai che avrei pregato per lei. Soggiunse che si chiamava Antonietta e che nel suo girone c'erano tante anime abbandonate senza parenti e amici che pregassero per loro.
Dico la verità che io cominciai a tremare, soprattutto perché non la vedevo. Lei infatti mi disse: <<Non ho il permesso di farti vedere il mio volto>>.
Mi sono decisa di scrivere quanto sopra per ricordare che, invece di trascorrere giorni nell'ozio e nei divertimenti, vi ricordiate di chi tanto soffre nell'aldilà, proprio dove ci sarà un posto anche per noi, perché se qualche mancanza l'hanno fatta anche i Santi, tanto più noi.
<<L'eterno riposo dona loro, o Signore. Risplenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen>>.

 


La Vita di Madre Provvidenza

Anna Maria Andreani  Luglio 1939

Anna Maria Andreani, con Papa Paolo VI -  8 Maggio 1969, accompagnata da P. Francesco Cellerino, Carmelitano

I Fondatori con Papa Giovanni Paolo II 1980

A Venezia con i Fondatori 1990


Una grande santa è salita al cielo.

Madre Provvidenza al secolo Anna Maria ANDREANI è nata il 19 Agosto 1933 a Cornale di Pradalunga (Bg) da genitori saggi e molto religiosi. 

Fin dall’infanzia ha sentito forte la vocazione di donarsi al Signore per la salvezza delle anime. Da giovane ha lavorato nell’insegnamento, sia come educatrice presso la gioventù, sia come assistente delle operaie e impiegata nelle fabbriche. È stata direttrice in una colonia marina a Varazze e assistente in altre, dove educava gratuitamente i figli dei poveri. È stata mamma degli orfani nell’opera S. Vincenzo ed ha insegnato ai poliomielitici, mongoloidi e menomati psichici a Bergamo e a Varazze. Ha insegnato in due preventorii antitubercolari a Selvino (Bg) e a Sovere (Bg), e curato da vicino i fanciulli malati. 

Ha lavorato nell’Azione Cattolica Italiana come propagandista. 

Durante la sua giovinezza cresceva sempre più forte in lei la vocazione di lasciare il mondo per ritirarsi in una clausura carmelitana a scrivere, per aiutare i fratelli a seguire Cristo sempre più da vicino. 

Si è consacrata a Dio con i Santi Voti nel 1954 nella cattedrale di S. Ambrogio a Varazze (Sv), e più avanti si è fatta Carmelitana Secolare nel Santuario di Concesa di Trezzo d’Adda (Mi). Le vie di Dio sono il più delle volte diverse da quelle degli uomini. 

All’età di trent’anni, il 22 Febbraio 1964, si è offerta per la conversione di un Sacerdote. La notte seguente fu colpita da un glaucoma bilaterale, e perse totalmente la luce degli occhi. 

Dopo diversi interventi chirurgici, senza esiti, ebbe la gioia, per mezzo di un Carmelitano, P. Francesco CELLERINO, di avere un incontro con Sua Santità il Papa Paolo VI, il 28 Maggio 1969. Esposta a Lui la propria vocazione di entrare nel Carmelo per la santificazione dei Sacerdoti, Lui le rispose: «Vai pellegrina per il mondo fino a quando incontrerai un Vescovo che ti accoglierà. Accogli tutti quei giovani che sono smarriti e sono alla ricerca di una luce». 

«Santità - rispose Anna Maria – io sono non vedente». 

E il Papa a lei: «Non temere: la Provvidenza ti accompagnerà». 

Il suo Padre Spirituale di allora, P. Fernando D’URBANO, Camilliano, ora defunto, le disse: «Obbedisci al Papa. Fatti mettere su di un treno senza chiedere dove va, senza prendere né valigia né denaro, e senza la luce degli occhi. Credi che Dio ti accompagnerà. Non cercar nulla a nessuno, lascia che gli altri cerchino te». 

Pensò allora alle parole del Vangelo: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la Sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali, e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa» (Lc 10, 2-5). 

Salita sul treno le venne incontro subito la divina Provvidenza con un militare che le pagò il biglietto per Roma. 

Da una mano all’altra, e da una città all’altra, sotto la guida del suo Padre Spirituale, che ogni tanto sentiva per telefono, viaggiò sette anni pellegrina, arricchendo così la sua vita di tanta esperienza, attraverso prove di ogni genere. 

Durante quegli anni trovò anche il tempo di scrivere, seduta su qualche pietra, con gli occhi del Signore, a grandi caratteri, l’amore di Dio verso l’uomo e le varie risposte dell’uomo verso Dio. 

Ricordava spesse volte alcuni fatti accaduti durante il suo lungo pellegrinaggio: una notte un barbone divise la sua pagnotta con lei, mentre era seduta sola su una panca, senza che lei vedesse il suo volto; la storia dolorosa di chi, pur avendo un posto, avrebbe potuto aiutarla, ma non lo fece. 

Tanti episodi in tale cammino doloroso ebbe modo di valutare: per esempio, il povero che le dava un piatto di minestra; oppure, mentre trascorreva la notte sotto la rugiada dopo essersi rotta una gamba, ecco l’autista di un camion che la raccolse e la portò in un albergo, pagando tutto lui la sua permanenza. 

Nei sette anni di pellegrinaggio in cerca della sua vocazione scoprì che Dio parla soprattutto attraverso l’umile, l’indigente, il solo, l’abbandonato, il disperato. Chi soffre è sempre colui che dona con cuore più sincero. 

Dio le stava preparando la strada dura e faticosa delle Fondazioni. 

Per mezzo della protezione e della guida di Sua Eminenza il Card. Giuseppe SIRI, ebbe la gioia di diventare Madre di più figli spirituali, accompagnata da un Sacerdote, anch’egli preparato da Dio sul suo cammino così solitario, ma pieno di luce. 

Sua Eccellenza Mons. Giuseppe FRANCIOLINI, Vescovo di Cortona, in accordo con Sua Em.za il Card. SIRI, le diede l’abito religioso carmelitano. Durante quella cerimonia il Vescovo le disse che, come Fondatrice, si sarebbe chiamata anche col nome di Madre Provvidenza. 

In venticinque anni di lavoro nella Chiesa e per la Chiesa abbiamo insieme preparato, con l’aiuto di Dio, 150 Sacerdoti che sono stati inviati in tutti i Continenti. Tali Sacerdoti non erano solo italiani, ma provenivano da tutti i Continenti. Abbiamo quindi fondato non solo in Italia, ma nelle varie parti del mondo: in India, Filippine, Samoa, Angola, Antille, Colombia, Ecuador, Vietnam, Birmania, Venezuela, Brasile, Argentina, ecc. 

Le fondazioni missionarie sono state diverse, sia di vita attiva che di vita contemplativa. Lo spirito è soprattutto quello di vivere e comunicare una fede profonda. 

La finalità principale è stata quella di aiutare i Sacerdoti in difficoltà e di occuparci della formazione di numerosi chierici con l’apertura di Seminari sia in Italia che all’estero. Comunque il Fondatore è sempre Dio: noi siamo stati solo i Suoi collaboratori. 

Sua Em.za il Card. Giuseppe SIRI ha voluto che Madre Provvidenza si dedicasse, come una vera Madre, a tutte le necessità non solo spirituali di tali giovani, ma anche per quanto riguarda il vestiario, l’alimentazione e l’ordine generale. Le consigliò pure di pubblicare una rivista per gli associati laici: «Svegliarino», con il supplemento «Missionarium». 

Scrivere e aiutare sono sempre stati un bisogno del suo spirito. Infatti, oltre alle proprie famiglie religiose, nel mondo si è costituita un’altra famiglia che si chiama «Figli di Madre Provvidenza». 

La Madre ha sempre ricevuto molte lettere di persone in necessità e ha cercato di aiutarle con la preghiera e col consiglio. 

Infatti sta scritto nel Vangelo: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto» (Mt 7,7). 

Dopo tanto lavoro per la costruzione di numerosi edifici, sia pur in terra di missione, nonostante il suo stato di necessità, dopo tante sofferenze, si era ritirata a Cornale di Pradalunga in provincia di Bergamo nella sua casa natale, dove potè trovare un po’ di tempo anche per curarsi, perché negli anni di Fondazione viaggiò giorno e notte, dando alla Chiesa numerosi Sacerdoti e Suore. 

Trovò finalmente il tempo per dettare alle Sorelle spirituali che la accompagnarono quello che sentì nel suo cuore per il bene dei fratelli, pur riservando per essi anche un po’ di tempo per incontrarli nei momenti difficili. 

Questa, in breve, la sua storia che terminò il 16 Giugno dopo una terribile crisi respiratoria. 

La Madre soffriva molto a causa di varie malattie. Da due anni però aveva anche un’asma persistente che non le dava tregua né giorno, né notte. Circa ogni due ore doveva ripetere l’aerosol per aver un po’ di respiro. È proprio stato a causa di quest’ultima malattia che si è interrotta la sua vita.

La crisi non è stata lunga. Infatti in poche ore ha concluso la sua esistenza. Tutto è cominciato nel pomeriggio del 15 giugno. Una crisi respiratoria acuta ci ha costretto a chiamare il medico che la curava, il quale, visto il caso urgente, ha fatto applicare subito l’ossigeno, chiamando contemporaneamente l’ambulanza perché venisse trasferita in ospedale. Erano circa le ore 19. Dopo diverse visite e controlli medici, radiografie e analisi del sangue, al Pronto Soccorso tentarono di farla migliorare con una iniezione di cortisone, ma purtroppo il suo corpo non reagì più a tale forte medicina, anzi le fece salire la glicemia di colpo da 140 a 400, e il respiro divenne sempre più affannoso.

Dopo sei ore dal ricovero nell’ospedale di Alzano (BG), nonostante l’ossigeno il suo cuore cessò di battere. Erano le ore 0,35 di Domenica 16 giugno. Le sue malattie erano troppe per riuscir a vivere ancora a lungo. Il suo calvario era ormai stato completato. Da diversi giorni continuava a dire: «Io sto molto male; sappiate che io sto molto male e non so quanto durerò ancora». 

Madre Provvidenza era un’anima mistica ed ha vissuto la Passione di Gesù al completo in tutte le sue membra. Infatti (ora lo posso dire) spesse volte Gesù le diceva: «Tu dovrai soffrire tutti i dolori della Mia Passione». Molte volte pronunciava le seguenti parole: «Quando io nacqui mi disse una voce: tu sei nata a portar la Mia croce». 

Ora abbiamo una grande santa in Paradiso, anche se la sua scomparsa ha lasciato un incolmabile vuoto. 

I funerali si sono svolti mercoledì 19 giugno alle ore 16, 30. Centinaia di persone hanno partecipato e sessanta Sacerdoti hanno concelebrato. Moltissime persone sono venute anche da fuori e da molto lontano. 

Da oggi, purtroppo ci tocca un compito molto difficile: continuare l’opera intrapresa dalla Madre a sostegno e beneficio di tutte quelle persone che lei spesso incontrava e consigliava. Tutti quelli che l’avevano conosciuta piangevano perché sapevano d’aver perso una vera amica, una confidente e un’infallibile consigliera. La Madre ha aiutato migliaia di persone. Ora siamo sicuri le aiuterà dal Cielo. 

P. Luigi Duilio Graziotti 

Fondatore 

 Per altre meditazioni di Madre Provvidenza vedi il sito www.sehaisetediluce.it 

 

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