- Il mondo ha bisogno di sofferenza per essere salvato ancora…- 

 Dice Gesù: 

     <<Che Io sia con te è un atto di bontà mia. Desiderio di un Dio di amore è questo di stare con le sue creature, e quando le creature non lo cacciano con il loro tradimento Iddio non si allontana. In certi casi, e per speciali rispondenze dell’anima, la vicinanza è più sensibile.

     Ma guai se l’anima che gode della benedizione della presenza sensibile di Dio cadesse in peccato di superbia. Perderebbe subito Dio perché Dio non è dove è superbia. Più è grande l’umiltà della creatura e più in essa scende Dio. Maria ebbe Dio in sé, non solo spiritualmente ma come Carne viva, perché raggiunse il vertice della umiltà santa.

     Ma se Dio desidera stare con le sue creature, le creature dovrebbero desiderare di stare con Dio.

     Troppe sono le divagazioni delle anime! Corrono dietro agli interessi umani, si perdono su piste di umano piacere, si sviano dietro a bugiarde dottrine, si abbagliano in troppi miraggi di scienza umana. Giunge la sera della loro vita e si trovano così da Me! Stanche, nauseate, corrose, non hanno più la forza di accostarsi al Signore. Gia è molto se resta in loro un residuo di nostalgie celesti e di ricordi di Fede che fa loro gettare il grido degli antichi lebbrosi:”Gesù, abbi pietà di me”.

     E’ il grido che salva perché non si chiama mai inutilmente il mio Nome. Io, che veglio in attesa d’ esser chiamato, accorro presso chi mi invoca e per il mio Nome, davanti al cui suono tremano di gioia i Cieli e di terrore gli abissi, opero il miracolo.

     Ma non bisognerebbe o figli disamorati e imprudenti, venire a Me soltanto all’ultima ora. E sapete voi in anticipo se avrete tempo di chiamare Me? E sapete voi se satana, con ultima astuzia, vi giocherà l’ultimo inganno per nascondervi l’appressarsi della morte, onde far sì che essa vi colga come ladro che giunge improvviso?

     Il mondo è pieno di morti improvvise. Sono uno dei prodotti della vostra maniera di esistere. Avete moltiplicato il piacere e la morte, avete moltiplicato il sapere e la morte.

     Il primo vi conduce alla morte, e non soltanto voi che peccate, ma anche i figli e i figli dei vostri figli, così come voi scontate i peccati dei padri dei vostri padri, attraverso le conseguenze delle vostre libidini e delle vostre crapule.

     Il secondo vi conduce alla morte attraverso il vostro cosiddetto “progresso”, del quale tre quarti è opera dell’ insegnamento di Satana, perché frutto del vostro progredire sono le opere e i mezzi di raffinata distruzione che voi create, e l’altro quarto è dato da un eccessivo amore delle comodità, sotto il quale si cela, oltre che l’epicureismo, anche l’antica superbia di voler emulare Iddio nella velocità, nel volo, e in altre cose superiori all’uomo. Che se Salomone trovò che chi aumenta il sapere aumenta il dolore, e lo trovò allora, che si dovrebbe dire adesso che avete ridotto il mondo un caos di sapere dal quale manca il freno della legge di Dio e della carità?

    Tanto avreste avuto da studiare senza lambiccarvi  la mente in astruserie dannose o dietro opere omicide. Nel mio Universo sono pagine sterminate nelle quali l’occhi dell’uomo poteva, e Io avrei voluto così fosse, leggere soprannaturali insegnamenti e leggi di bellezza e bontà. Io l’ho creato, Io, Dio uno e Trino, quest’universo che vi circonda, e in esso non ho messo del male per voi.

     Tutto nell’universo obbedisce ad una legge di amore verso Dio e verso l’uomo. Ma voi, dal corso ordinato degli astri, dal succedersi delle stagioni, dal fruttificare del suolo, non importa, non imparate nulla. Nulla che serva a conquistare i Cieli. Unici che non obbedite, siete il disordine dell’Universo. E il vostro disordine pagate con rovine continue, in cui perite come greggi impazzite che si precipitano giù da un burrone in torrente mugghiante.

     Miseri uomini che avete ottuso lo spirito sotto al peccato; ottuso al punto di non sapere più capire l’armonia delle cose universali, le quali cantano tutte le lodi del Dio Creatore e parlano di Lui, e a Lui obbediscono con un amore che inutilmente Io cerco nell’uomo.

     Lasciate il vagolare vano dietro a tanto umano sapere, a tante umane fami. E venite a Me.

     La mia Croce c’è per qualche cosa, così ben alta sul mondo. Guardatela questa croce dove un Dio si immola per voi e, se avete viscere d’uomini e non di bruti, regolatevi in proporzione al mio amore per voi.

     Io non vi ho dato la mia vita perché voi continuaste a perdere la vostra. Io ve l’ho data per darvi la Vita. Ma voi dovete volerla avere questa vita eterna e agire di conseguenza, e non emulare gli animali più immondi vivendo nel pantano.

     Ricordatevi di possedere uno spirito. Ricordatevi che lo spirito è eterno. Ricordatevi che per il vostro spirito è morto un Dio. Avete tanta paura di un malanno che poco dura,  e non temete l’orrore della dannazione i cui tormenti non hanno termine.

     Tornate sulla via della Vita, poveri figli.  Ve ne scongiura Colui che vi ama.

     E a te, che ascolti e scrivi, insegno, perché tu lo insegni ai fratelli, il modo sicuro di venire a Me.

     Imitare il Maestro in ogni cosa. Ecco il segreto che salva. Se Egli prega, pregare. Se Egli opera, operare. Se Egli si sacrifica, sacrificarsi. Nessun discepolo è più del Maestro e diverso dal Maestro.

E nessun figlio è dissimile dal genitore, se è buon figlio.

     Non hai mai notato come i bambini amino imitare il padre loro negli atti, nelle parole, nel camminare? Mettono i loro piccoli piedi sulle orme paterne e pare loro di divenire degli adulti nel fare ciò, perché imitare il padre che amano è per loro raggiungere la perfezione.

     Maria mia, fa’ come quei piccini. Fallo sempre. Segui le orme del tuo Gesù. Sono orme sanguinose, perché il tuo Gesù è ferito per amore degli uomini. Anche tu, per amore di essi, sanguini da mille ferite. In cielo si muteranno in gemme, perché saranno tante testimonianze della tua carità, e la carità è la gemma del Cielo.

     Conducimi le anime. Sono riottose come capretti. Ma se tu le attiri con dolcezza esse si piegheranno. Esser dolci fra tanto amaro che il prossimo distilla continuamente, è cosa difficile. Ma occorre filtrare tutto attraverso l’amore di me. Occorre pensare che, per ogni anima che viene a Me, il mio giubilo è grande e mi fa dimenticare le amarezze che continuamente l’uomo mi dà. Occorre pensare che la Giustizia è molto irritata e che occorre esser più che mai vittime redentrici per placarla.

     Io non voglio che tu mi segua solo con amore. Voglio che tu mi segua anche con dolore. Io ho sofferto per salvare il mondo. Il mondo ha bisogno di sofferenza per essere salvato ancora.

     Questa dottrina, che il mondo non vuole conoscere, è vera .

Bisogna usare tutti i mezzi per salvare l’umanità che muore.

Il sacrificio nascosto e la palese dolcezza sono due armi  per vincere questa lotta della quale Io ti darò premio.

     Come il tuo Signore, sii eroica nella carità, eroica nel sacrificio, dolce nelle prove, dolce verso i fratelli. Prenderai allora il volto e la veste del tuo Re, come un limpido specchio rifletterai il mio Volto.

     Bisogna saper imitare Maria che portava tra la gente il Cristo: Salute del mondo. >>

  (da "I Quaderni del ’43", pagg. 437/ 40- Ediz. C.E.V.)