La mattina del 29 agosto 1953, alle ore 8,30  in  una  modesta  casa  di lavoratori, sita in  Siracusa, via degli Orti n.11, un quadretto di gesso, raffigurante il Cuore Immacolato di Maria, versò lacrime umane.

Il  fenomeno, che a riprese più o meno lunghe, si protrasse nei giorni 30-31 agosto e 1 settembre, attirò subito una moltitudine di persone che poté vedere coi propri  occhi, toccare con le proprie mani, asciugare e   perfino assaggiare la salsedine di quelle lacrime.

Era la domenica del 30 agosto, il 2° giorno della lacrimazione. Nicola Guarino, un cineamatore di Siracusa,
con la sua cinepresa documentò in 300 fotogrammi la Lacrimazione. In quelle immagini viene ripreso il formarsi,
il fluire e lo sciogliersi delle lacrime. L’occhio umano potrebbe anche lasciarsi suggestionare, ma l’obbiettivo della cinepresa, ritrae quello che oggettivamente avviene.

Il 1° Settembre, alle ore 11, una Commissione di medici e di analisti, per incarico della Curia Arcivescovile di Siracusa, si recò in casa della famiglia Iannuso e dopo aver asciugato il volto del quadretto e dopo aver atteso che il fenomeno si ripetesse, prelevò più di un centimetro cubo di quel liquido che sgorgava dagli occhi del quadretto. Sottoposto ad analisi microscopica, il liquido risultò di aver tracce di proteine e di urati, di quelle stesse sostanze che si riscontrano nelle lacrime di un bambino e di un adulto. Il responso della scienza fu: “lacrime umane”.

Le guarigioni fisiche ritenute straordinarie dalla Commissione medica, appositamente istituita, furono circa 300 (fino a metà novembre del 1953). In particolare le guarigioni di Anna Vassallo (tumore), di Enza Moncada (paralisi), di Giovanni Tarascio (paralisi).

Numerose sono state anche le guarigioni spirituali, ovvero le conversioni. Fra le più eclatanti quella di uno dei medici responsabili della Commissione che analizzò le lacrime, il dott. Michele Cassola.

Dichiaratamente ateo, ma uomo retto ed onesto dal punto di vista professionale, non negò mai l’evidenza della lacrimazione. Venti anni dopo, durante l’ultima settimana della sua vita, alla presenza del Reliquiario in cui erano sigillate quelle lacrime che egli stesso aveva controllato con la sua scienza, si aprì alla fede, ricevette l’Eucarestia.

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