Apparizione della Madonna di Valverde

Valverde di Rezzato (BS)

- Nella tarda primavera del 1399 -

ed il 1° Ottobre del 1711

Immagine della Madonna di Valverde

La storia dell'apparizione del 1399 e la nascita del  "Movimento dei Bianchi"

L’interessante storia del Santuario della Madonna in Valverde di Rezzato (BS), con il suo laghetto, risale al 1399, tra fine giugno ed i primi di luglio. Un bravo contadino sta arando il suo campo, all'entrata della Valverde nei pressi di Rezzato, nelle vicinanze di una chiesetta dedicata alla Madonna. Improvvisamente i suoi buoi si fermano, cadono ginocchioni e si rifiutano di proseguire. Meravigliato il contadino alza lo sguardo e vede davanti a sé un Personaggio vestito di una tunica rossa ed un manto azzurro.

Con tono autorevole il Personaggio ordina: “Prendi i tre pani che hai nella bisaccia e va a gettarli nello stagno (laghetto). Preso da timore, il pio contadino (nella storia è chiamato bifolco) si avvia sollecito ad eseguire l’ordine ricevuto. Quando però sta per gettare il primo pane nello stagno una voce soavissima lo chiama:

“Fermati! Non li gettare”.

È una Signora, apparsa su di uno scoglio in mezzo all’acqua, che gli rivolge la parola. Il timido contadino è interdetto, non sa che cosa dire né che cosa fare.

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La Signora riprende a parlare:

Madonna di Valverde: gruppo ligneo

Ritorna dall’adorabile Signore che qui ti ha inviato e pregalo da parte mia che si compiaccia di revocare il suo comando ed assicuralo che io troverò il modo di soddisfare la sua divina giustizia”.

Il contadino ritorna ai piedi del Personaggio, riferisce della visione avuta, della Signora e delle sue parole, ma il Signore si mostra adirato, insiste nell’ordine dato e vuole che venga eseguito. Triste il contadino ritorna al laghetto con i suoi tre pani, deciso ad eseguire gli ordini, ma la Signora lo ferma ancora una volta:

“No! Non li gettare”.

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“Ma l’ordine di quel Signore è questo, ed io lo devo eseguire” risponde il contadino.

“No! Fermati, ascolta – riprende la Signora – Io sono la Madre del Divin redentore e il Signore che ti ha dato questo ordine è appunto il mio Divin Figlio. Egli è giustamente adirato contro la perversità sconfinata che regna fra gli uomini, ed ha deciso di punirli con flagelli spaventosi. Gettare questi pani significherebbe il decreto irrevocabile. Va’, dunque e prega il mio Gesù di voler ancora usare misericordia ai poveri peccatori nella speranza che questi ritornino a vita virtuosa”.

Raccolte le sue forze, fiducioso nella protezione della Madonna, il contadino ritorna con passo svelto alla presenza del Redentore. Prostrato a terra espone tra le lacrime il desiderio della sua divina Madre, presenta i suoi meriti, le sue preghiere, il suo interessamento e lo assicura del ravvedimento quasi certo dei peccatori, ma con fermezza e volto severo Gesù gli ordina: “Ritorna allo stagno ed esegui il comando che ti ho dato. Le iniquità degli uomini sono al colmo, la mia giustizia è ormai stanca; il vizio, la lussuria che dominano più che mai in mezzo a loro mi muovono a tanta nausea; va’ e compi ciò che ti ho ordinato”.
Al colmo dello spavento, il pio contadino rifà il penoso sentiero, e con lo schianto nel cuore, fissa i suoi occhi nel volto della Madonna per implorare da Lei pietà ed aiuto.

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E si sente ripetere:

“O buon uomo! Il caso è gravissimo. Insistiamo ancora a pregare la Divina Misericordia. Il getto di questi tre pani significherebbe lo scatenarsi sopra la terra di tre terribili flagelli, la peste, la fame, la guerra con lo sterminio di gran parte delle genti. Va’ di nuovo ai piedi del mio Divin Figliuolo, presentagli a nome mio i meriti delle sacratissime sue Piaghe, della sua Passione e morte, rinnovagli i miei voti e i desideri, l’intercessione delle mie suppliche, digli che mi impegnerò per mezzo tuo di richiamare le genti a sincera penitenza. Insisti devotamente, prega con molta umiltà e la misericordia di Lui prevarrà”.

Il contadino ritorna ancora una volta, piangendo davanti al Personaggio; gli riferisce le preghiere e le suppliche della Madonna, e finalmente si sente rispondere: “Alla benedetta mia Madre nulla io so negare. Per amore di Lei sospendo due dei castighi ed inoltre se gli uomini ritraendosi dai loro immondi costumi si purificheranno profondamente nelle lacrime della penitenza verrà alleggerito di molto anche il terzo. Va’ al laghetto e gettavi un solo pane”.

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Ritornato al laghetto il contadino trova la Madonna che gli permette di gettare in acqua uno dei tre pani, e gli dice:

“Ora vai ad annunziare le cose che hai viste ed udite. Esorta la gente ad abbandonare le vie dell’empietà, esortali a vivere cristianamente per placare la divina giustizia che hanno gravemente irritata. Suggerisci loro la purificazione nel sacramento della penitenza, facciano devote novene con processioni... vestano bianche vesti... assistano con devozione alla S. Messa... ricevano con fede la S. Comunione. Tra i canti mi è assai gradito lo Stabat Mater dolorosa...”.

Il contadino dopo aver gettato un solo pane, quello della peste, come gli chiarirà la Madonna, corse ad informare i suoi compaesani dell'accaduto. L'uomo poi, accompagnato da un gruppo di discepoli vestiti di bianco come lui, si mosse di paese in paese, di regione in regione a narrare quanto visto e ad annunziare le parole udite, predicando penitenza e preghiera e facendo processioni.

Nasce così il movimento dei Bianchi, o Disciplinati, di cui S.Antonino di Firenze riferisce nella parte III della sua Opera storica; grandioso movimento religioso che si diffonde non solo in Italia, ma anche in Germania, Francia e Spagna.

L'apparizione del 1° ottobre 1711

Quasi a conferma della sua predilezione per Valverde, la Madonna appare una seconda volta nel 1711. Verso la fine dell’estate di quell’anno la provincia di Brescia è colpita da una grave epidemia con grande moria di bovini. Gli abitanti di Rezzato e dei paesi vicini ricorrono alla Madonna di Valverde e programmano una solenne celebrazione nel Santuario per venerdì 2 ottobre. Il giorno precedente, giovedì 1 ottobre, due ragazzi Paolo Ogna di otto anni e Francesco Pelizzari di 11 anni si recano a raccogliere castagne sul colle san Pietro vicino al laghetto del Santuario.

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Verso le 16, mentre stanno per ritornare a casa, volgono lo sguardo alla cappella del laghetto e vedono con meraviglia uno splendore sul tetto di essa.

Santuario Madonna di Valverde di Rezzano

Fissando con maggiore attenzione, vedono in mezzo a quel chiarore una donna vestita di bianco e risplendente come il sole, vestita di candide vesti e con un manto azzurro sollevato quasi da una misteriosa brezza. La curiosità li spinge a precipitarsi dal monte e a correre al laghetto. La donna è inginocchiata verso oriente e prega. I due ragazzi si dicono estasiati: “Questa è la Madonna!”. Ed inginocchiatisi, recitano davanti ad essa la Salve Regina. La visione presto scompare, ma quel chiarore è stato notato anche da una donna che nei dintorni raccoglie legna. I ragazzi corrono a raccontare l’accaduto, la gente corre al Santuario certa che l’epidemia sarebbe cessata, come realmente avviene.(1)

Vicino al luogo dell'apparizione esisteva una piccola chiesa ottagonale risalente al XII secolo. Rivelatasi inadeguata per accogliere il crescente afflusso di pellegrini, i rezzatesi decisero di erigere un più spazioso santuario, che fu terminato nel 1615.

La devozione alla Madonna di Valverde è viva anche ai nostri giorni. Il Beato Papa Giovanni XXIII ebbe ad esprimersi così: “Rezzato! L’ho qui nel cuore col suo bel Santuario che ho visitato” ed il 22 ottobre 1967 il Cardinale Salesiano Raul Silva Henriquez, Arcivescovo di Santiago del Cile, ha visitato il Santuario di Valverde ed ha presieduto la solenne funzione religiosa in occasione dell’Anno della Fede.

(1) Ermenegildo Bianchini, L’apparizione del Redentore e di Maria SS. In Valverde di Rezzato nel 1399 (Milano, Tip. Artigianelli, 1946); Antonio Fappani, Rezzato e il suo Santuario (Brescia, Linotip. Squassina, 1962).

Don Mario Morra SDB;

Fonte: rivista "Maria Ausiliatrice", Settembre 2002; con aggiunta di particolari prelevati da altre fonti.

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La festa della Madonna

Ogni anno, nell'ultima domenica di luglio, una cerimonia di eccezionale interesse rappresenta la duplice apparizione di Cristo e della Madonna con una processione che si snoda dalla parrocchiale al Santuario di Valverde. Il corteo sacro si caratterizza per la presenza di alcuni giovani figuranti in costume che impersonano vari santi (S.Anna, S.Agnese, S.Lucia, S.Maria Goretti, S.Cecilia, S.Teresina di Lisieux, S.Maria Maddalena, S.Orsola, S.Elisabetta madre di S.Giovanni Battista, S.Elisabetta regina d'Ungheria, S.Elena, S.Tarcisio, S.Luigi Gonzaga, S.Domenico Savio, S.Giovanni Bosco, S.Francesco d'Assisi, S.Rocco) e le virtù teologali (Fede, Speranza, Carità). Al corteo partecipano anche i tre personaggi-chiave della vicenda: Cristo, la Madonna e il bifolco, impersonati da altrettanti figuranti in carne e ossa. In processione viene portato anche il gruppo statuario che raffigura un momento del dialogo tra la Madonna e il bifolco. Già dal venerdì che precede la processione questo gruppo viene spostato dal santuario alla parrocchia. Chiudono il corteo il piccolo clero e il celebrante che reca la reliquia della Santa Croce.

Durante la processione colui che impersona il Cristo incede puntando il dito, in segno d'imperio, verso il bifolco. La Madonna, circondata da un gruppo di bambine vestite di bianco, appare ornata di corona, catene d'oro e gioielli (donati al santuario dai fedeli, in segno di riconoscenza per le grazie ricevute). Il bifolco, che indossa rozzi abiti d'epoca, regge invece tra le mani una tipica pagnotta rezzatese ("biove") e, per mostrare la sua soggezione a Cristo, cammina a spalle indietro fino al laghetto e lungo il viale che porta al Santuario.

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La storia della Confraternita dei "Penitenti Bianchi"

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