Apparizione di Santa Maria di Valverde

- Catania -

1038

"Non toccare il mio devoto"

Posto su un ridente altopiano alle falde dell’Etna, dall’incantevole panorama sulla lussureggiante Valle Verde, fino all’azzurra distesa del mare Ionio, il Santuario della Madonna di Valverde è da sempre meta di numerosi e devoti pellegrinaggi. L’immagine di Maria, che vi si venera su un pilastro, è bellissima tanto da essere attribuita non a pennello d’uomo; la Liturgia la dice divinitus formata, fatta divinamente!

La tradizione la fa risalire all’apparizione della Vergine ad un feroce brigante che si converte. Siamo in tempi sanguinosi e drammatici per la storia della Sicilia. È l’epoca in cui si fronteggiano tre civiltà: quella Araba che vi domina da oltre due secoli, quella Bizantina che tenta di riconquistare l’antico dominio, e la giovane civiltà Normanna che riuscirà vincitrice. In questo grandioso e drammatico scenario si succedono guerre, distruzioni, banditismo, piraterie, furti, assassinii ed ogni genere di violenza.

La Madonna e il brigante

Le truppe Normanne, alleate di quelle Bizantine, ma indignate per l’ingiusta ripartizione del bottino tolto agli Arabi nella prima battaglia, si ritirano nella loro contea di Aversa. Un soldato però, un certo Dionisio, forse ligure di origine, attratto dall’amenità e ricchezza del luogo, e più ancora per la cupidigia di facili guadagni, rimane nell’isola e si dà ad una vita di brigantaggio, appostandosi nel folto del bosco che costeggia la via che da Catania porta all’antica Aci, in prossimità della sottostante Vallis viridis. Questa zona diventa teatro dei suoi furti, delle sue aggressioni ed assassinii. Ma proprio qui lo attende la Madonna, Madre di misericordia!

Un pio cittadino di Catania di nome Egidio, dovendo recarsi ad Aci, pur temendo il pericolo, ma fiducioso nella protezione della Madonna, della quale è gran devoto, si mette in viaggio. Ha già percorso un buon tratto di strada, quando all’improvviso, dal folto della boscaglia gli piomba addosso l’assassino che con il pugnale alzato lo minaccia di morte.

All’improvviso una voce, da un globo di luce, si fa sentire.

“Dionisio, Dionisio, non toccare il mio devoto!”.

A quella voce il brigante trattiene il braccio, si guarda attorno, poi alza lo sguardo in alto:

“Deponi quell’arma – si sente ancora dire – e cessa questa vita di brigantaggio”.

A queste parole Dionisio rientra in se stesso, comprende in un baleno la mostruosità della sua vita, riconosce il suo errore, scaglia lontano l’arma omicida e si prostra ai piedi della vittima, chiedendo perdono. È il primo miracolo: Egidio è salvo e Dionisio è convertito! La Madonna appare in seguito a Dionisio che piange i propri peccati nella caverna dove abita, lo conforta esortandolo ad avere fiducia nella bontà e nella misericordia di Dio: si presenti al sacerdote per ottenere il perdono ed inviti sacerdoti e fedeli di Aci a salire processionalmente sul colle di Valverde.

Acqua per costruire e per guarire

Maria avrebbe indicato, con un prodigio, il luogo dove desiderava che si costruisse una chiesa con i soldi acquistati con la violenza. Quando, alcuni giorni dopo, la devota processione del clero e del popolo di Aci giunge sul colle, uno stormo chiassoso di gru volteggia nel cielo e si posa sul posto dove ora sorge il Santuario: è il segno che Maria desidera avere lì la sua casa! I lavori per la costruzione della primitiva cappella iniziano subito con grande fervore, ma procedono assai lentamente per la mancanza di acqua. La fede di Dionisio si rivolge ancora una volta alla Madonna che interviene ordinando di picconare alla base della roccia che forma la grotta dell’antico brigante. Ne scaturisce una polla d’acqua che non solo permette il proseguimento dei lavori di costruzione della cappella, ma diventa ben presto fonte di guarigione per molti ammalati. I lavori, iniziati nel 1038 sono ultimati due anni dopo, nel 1040, ma la chiesetta rimane ancora priva di un segno della presenza di Maria.

L’immagine miracolosa

Una notte di agosto, mentre è assorto in preghiera, Dionisio è colpito da un raggio di intensa luce e da una nube nella quale vede la Madonna attorniata da Angeli. Quando la nube si alza, e la luce scompare, una bellissima immagine di Maria è impressa sulla ruvida parete di un pilastro della chiesa.

La Madonna appare «Seduta su di una scranna a larga spalliera, vestita con tunica rossastra a fregi d’oro, stretta ai fianchi con cintura alla nazzarena. Un candido velo le copre il capo, lasciando vedere gli abbondanti capelli, che par si possano contare a uno a uno sulla spartitura della fronte.
Un manto, dal color celeste scuro, ricco di trine d’oro, le copre con grazia le spalle e le ginocchia, dandole un’espressione di maestosa dignità, il volto è di una bellezza di cielo: guance vermiglie e piene, breve la fronte, naso profilato, bocca pronunziata e ridente, occhi neri, vivacissimi, che fissano, parlano, conquidono, innamorano.

Con la destra sorregge il Figlioletto Gesù, dal volto di una ingenuità affascinante, dai capelli inanellati, bellissimo, vestito di una tunichetta bianca, sciolta al seno: le siede in grembo poggiandosi su di un cuscinetto verde-rosso a fregi d’oro. Con la manina destra benedice gli astanti guardandoli amorosamente, e con l’altra carezza una piccola gru, che timidamente si nasconde nella mano sinistra della Vergine bella. In alto due angioletti sorreggono un aureo triregno sul capo di Maria, quasi dicano che Essa è la Regina della Vallis Viridis fortunata e dell’Etna maestoso». (1)

Don Mario Morra SDB

Fonte: rivista "Maria Ausiliatrice", gennaio 2005

(1) Anonimo, Cenni storici popolari del Santuario di Valverde, La Nuovagrafica, Catania, 1962.

Sito internet: www.santuariodivalverde.it 

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