Apparizione di San Bartolomeo al Mare (IM)

Nostra Signora della Rovere

18 aprile e 10 maggio 1671 

(Nel 1608 apparve sul campanile della medesima chiesa)

  • Storia del santuario

Il “Santuario della Rovere”, detto anche “Santuario di Nostra Signora della Rovere”, è tra i più antichi e rinomati della Liguria, sia per le guarigioni miracolose qui avvenute, sia per il flusso di pellegrini e turisti che vi hanno sostato e continuano a sostare in preghiera. E’ adagiato nella vasta conca compresa tra Capo Cervo e Capo Berta della Riviera dei Fiori, nel comune di San Bartolomeo al Mare, poco lontano dalla Via Aurelia. E’ una perla incastonata in un borgo medioevale, tra roveri e ulivi, pini e palme, oleandri e gerani, siepi di buganvillee e viali odorosi d’aranci e limoni.

Indietro nel Tempo
"Borman", divinità ligure crudele e sanguinaria

L’antico e vasto territorio su cui sorge il borgo medioevale della “Rovere”, compreso tra le cittadine di Cervo e Diano, in epoca preromana era denominato “Lucus Bormani”, dove “lucus” equivale a “bosco sacro”, “bor” a “sorgente” e “man” a “dedica”; per cui il “Lucus Birmani” indicava il “bosco sacro dedicato al dio Borman”, il dio delle sorgenti, crudele e sanguinario. I Romani dedicarono il bosco ricco di selvaggina a Diana, dea della caccia, per cui il villaggio di Diano fu chiamato “Pagus Dianius”.

Le cinque piante di rovere che ancora oggi attorniano il “Santuario della Rovere”, sono gli ultimi esemplari di quell’antico bosco. Negli anni 1977-1982, la Soprintendenza Archeologica della Liguria ha riportato alla luce, a nord della chiesa, ruderi di una “mansio romana”, ossia di un luogo di sei vani destinato alla sosta di truppe e al cambio di cavalli. Inoltre, durante i lavori di consolidamento della parte destra della facciata della chiesa, furono scoperte tre sepolture tardo-romane, databili al secolo III-IV dopo Cristo, resti di un piccolo villaggio che si conserva ancora oggi.  Ciò rende ipotizzabile che esistesse, in quel luogo, un edificio sacro, forse di epoca paleocristiana o almeno bizantina. Di questa antica origine restano solo indizi storici relativamente alla porzione dell'antico abside e all'antichità della statua di Maria col Bambino del secolo XIV. Si dice che la statua sia stata trovata su una quercia, ma forse più reale è il fatto che la statua sia stata realizzata con la quercia sulla quale era apparsa la Madonna.

Fasi costruttive del Santuario

Il santuario della “Madonna della Rovere”, è superbo nelle sue linee architettoniche, ma manca d’unità, per il fatto che fu costruito a più riprese e con sovrapposizione di stili. Lo storico della diocesi d’Albenga, Leone Raimondi, considerando l’antichità delle due feste maggiori, l’Assunta e la Purificazione di Maria che si celebrano rispettivamente il 15 agosto e il 2 febbraio, ipotizza alla Rovere, l’esistenza di una cappella fin dai secoli VII-VIII dopo Cristo. E’ documentata, invece, la sua esistenza nel 1353. Infatti, in quell’anno, nell’ambito della chiesa matrice di S.Giorgio di Cervo, esisteva la “Villa S.Maria de Ruvere” e, naturalmente, detta villa (=villaggio) supponeva una piccola chiesa dedicata a S.Maria. Da indizi architettonici pare fosse orientata verso nord. Verso la metà del 1400, alla Rovere, la chiesa era ad unica navata, con campanile a sinistra, triplice porta d’ingresso sulla facciata e finestra ad occhio sopra di essa. Questa, non più orientata a nord, ma ad est, è riprodotta nel dipinto fiammingo risalente, appunto, a metà del 1400.

La chiesa della Rovere, il 27 luglio 1505, era dedicata al mistero dell’Annunciazione. Questa notizia è ricordata nell’atto di smembramento della parrocchia di Cervo, per creare la nuova di S.Bartolomeo, di cui la contrada della Rovere era frazione. A partire della seconda metà del 1500, la chiesa subì un rifacimento radicale, e fu costruita a tre navate. Il portale rinascimentale risale al 1553 e i pilastri ottagonali e le feritoie a doppia strombatura della navata di destra agli stessi anni. Probabilmente anche il campanile risale allo stesso periodo.

Nel 1602, il campanile fu aperto da tre lati per allungare la navata. Nel 1646 fu innalzata la cupola della navata centrale e nel 1647, quella della navata di sinistra. Negli anni 1809-1810, durante l’epoca napoleonica, fu abbassato di circa un metro il livello del sagrato per impedire all’acqua piovana di confluire all’interno e fu posata la nuova pavimentazione in acciottolato, e infine, nel 1860, fu rifatta la facciata in stile neoclassico.

Il crocifisso catalano

In fondo alla navata di destra, in una stupenda cornice di marmi policromi, spicca il crocifisso catalano, di epoca quattrocentesca. La storia di questo crocifisso è legata al passaggio di un gruppo di pellegrini francesi. Si tratta probabilmente di una compagnia di “flagellanti”. Fermatisi per trascorrere la notte presso la chiesa della Rovere, quando l’indomani mattina entrarono in chiesa per riprendere il crocifisso, lo trovarono così saldamente conficcato in terra che non poterono muoverlo. Mentre pregavano sforzandosi di alzarlo, udirono la voce del Cristo: 

"Dov’è la Madre può stare il Figlio…"

Così il crocifisso in legno d’ulivo restò nella chiesa.

L'apparizione della Madonna

Giacinto Perato di Rollo, d’anni 50, la notte del 3 aprile 1671, dopo aver lavorato tutto il giorno precedente in campagna, chiamò la moglie affermando che gli faceva male un braccio. Era stato colpito da un ictus, per cui il braccio sinistro rimase come morto, insensibile ai pizzicotti e alle punture dei medici. Dietro loro consiglio fece delle cure, ma senza risultato. Alcuni giorni dopo, il 18 aprile, tenendo il braccio al collo, portò la sua giovane somara al pascolo nella località detta Armea. Qui gli capitò una cosa singolare che lui stesso descrisse con queste parole: 

"Qualche ora prima di mezzogiorno, pochi passi avanti a me, vidi una donna vestita di turchino con un scossale che luceva come il sole… Ella mi disse che mi raccomandassi alla Madonna che mi aiuterà”. 

Inoltre chiese notizie del suo male ed egli precisò che nella settimana successiva si sarebbe recato al Santuario per chiedere la grazia della guarigione. La Donna però gli disse che, quando si aveva un impegno importante, non si doveva lasciar passare molto tempo. Gli disse quindi di recarsi alla "Madonna della Rovere" a sciogliere il voto che aveva fatto. Nel suo cuore pensava che questa donna fosse la Madonna e la vide allontanarsi verso i monti, mentre era arrivata dal mare.

Molti ancora furono i miracoli attribuiti alla Vergine: nel 1608, qualche anno prima di questo avvenimento, la Vergine apparve alla finestra del campanile della chiesa.

Guarigione miracolosa nel santuario.

Il 19 aprile 1671, lo stesso Giacinto Perato, cavalcando la sua giovane somara, si recò al santuario di “Nostra Signora della Rovere”, in compagnia della moglie e di don Damiano Tagliaferro. Durante la messa, al momento della comunione, gli si offuscarono gli occhi e cadde a terra svenuto. Quando, dopo tre quarti d’ora, si svegliò e, sorretto dalla moglie, si alzò pian piano allungando le braccia con disinvoltura.  Era completamente guarito. Su questo fatto, hanno deposto con giuramento, ben sette persone, tra cui un medico, un notaio e sei sacerdoti. Gli atti sono conservati nell’archivio della Curia vescovile di Alberga.

Il 10 maggio 1671 la Madonna riapparve al contadino guarito e gli chiese che fosse costruita una cappella nel luogo dove era apparsa. Tutte queste apparizioni infervorarono la devozione ed il richiamo Mariano. La chiesa fu costruita subito.

Numerose altre grazie.

Il santuario della Madonna della Rovere, inoltre, fu teatro anche di numerose altre guarigioni miracolose. La storia ne documenta nove nel solo 1671, tutte autentificate dal vescovo di Alberga, monsignor Tommaso Pinello, dopo aver raccolto numerose testimonianze giurate. Ricordiamone tre:

  1. Angelica Viale della Chiappa, colpita tre anni prima da paralisi al braccio, alla coscia e alla gamba, fu caricata su un asinello tra due corbe e accompagnata al Santuario della Rovere, dove guarì;

  2. Caterina Languasco di Oneglia, d’anni 15, da sette anni, in seguito a caduta da scala, era rimasta “storpiata”. Accompagnata nel Santuario della Rovere, cadde a terra “tramortita” e quando si svegliò si sentì guarita;

  3. Carlo Francesco Viale di Diano Castello, d’anni 10, affetto fin dalla nascita da ernia carnosa, grossa come un uovo. Dopo novene di preghiera e pellegrinaggi dei genitori al Santuario della Rovere, l’ernia scomparve.

  • Il culto: l'incoronazione. 

In data 23 dicembre 1820, il cappellano e i fabbricieri della chiesa del Santuario della Rovere, allora sotto la giurisdizione della parrocchia di S.Bartolomeo, ottennero dal Capitolo della Basilica Vaticana l’autorizzazione a procedere all’incoronazione della statua di “Santa Maria della Rovere, venerata da tempi remotissimi”. Allo scopo fu delegato il vescovo diocesano monsignor Carmine Cordiviola. La solenne incoronazione avvenne l’8 settembre 1921 sul sagrato della Chiesa, dove era stato allestito un maestoso altare. Il sagrato era affollato in ogni settore dalle popolazioni provenienti da Porto Maurizio, Oneglia, Diano, Cervo, Andora e da altri paesi vicini. Durante la cerimonia, fra il lieto suono delle campane e lo strepito fragoroso di centinaia di mortaretti, la gente singhiozzava e piangeva. 

  • Le feste 

Ogni anno, il 2 febbraio, festa della Purificazione detta anche “Candelora”, il Santuario è meta di numerosissimi fedeli. Secondo un’antica consuetudine, che ritroviamo nelle storie di tutti i santuari delle nostre vallate, a questa festa religiosa se ne affianca una laica, nata in origine per essere un momento di incontro, di scambio di merci, di vendita del bestiame, con balli campestri, musica e cibo in comune. Oggi rimane solo una fiera che si protrae anche il giorno seguente. Anche il 15 agosto, festa dell’Assunta, e l’8 settembre, Natività di Maria, sono celebrate con grande affluenza di pellegrini.

  • La madonna pellegrina nel Dianese 

Dal mese di Marzo al giugno dell’Anno Mariano 1988, la Santa Effigie della Madonna della Rovere ha effettuato un lungo itinerario nel Vicariato Dianese, toccando tutti i paesi della vallata, raccogliendo attorno a sé, come in un abbraccio, migliaia e migliaia di devoti.

  • Ogni giorno

Ogni giorno, per quasi tutto il tempo dell’anno, alla Madonna della Rovere salgono molti turisti provenienti anche da diversi paesi lontani. Salgono per affidare a Maria il proprio cammino, per raccontarle le proprie preoccupazioni e per dirle il proprio grazie gioioso per i doni ricevuti.

LINK: http://www.santuariodellarovere.it/   -   http://santuarionostrasignoradellarovere.blogspot.it/

Notizie ed immagini tratte da un opuscolo redatto dal Santuario della Rovere ("Santuario della Rovere", di Felice Bellini, Edizioni Villadiseriane), con aggiunta di notizie prelevate dal sito www.santuari.it .

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