Apparizione di Napoli

- Campania -

- Giugno 1529 - Martedì di Pentecoste -

Santa Maria di Costantinopoli

Per comprendere nella sua pienezza quest'apparizione mariana è necessario partire da lontano e precisamente dalla città di Costantinopoli, capitale dell'Impero romano d'Oriente, voluta da Costantino il Grande, a cavallo del Bosforo e del Corno d'Oro sul luogo dell'antica Bisanzio. La città ebbe fin dai primi tempi per la Madre di Dio, la Vergine Theotokos, un culto tutto particolare, ad incrementare il quale non sarebbe stata estranea la madre dello stesso Costantino, l'imperatrice Elena.
Nel V secolo, Teodosio II (408 - 450) eresse a Costantinopoli tre basilichette mariane in luoghi detti Blacherne, Chalcopratia (mercato del bronzo) ed Odeghi (guide). L'immagine venerata agli Odeghi rappresentava la Vergine col Bambino in braccio.
La denominazione Odigitria, da odos, "via", significa "Colei che indica la via" e per alcuni il nome deriverebbe dal fatto che i condottieri (odigoi) si recavano in questo monastero a pregare, per altri dal nome della via della città imperiale in cui vi era la Chiesa detta "delle guide", che conservava un'immagine simile, venerata come opera dell'evangelista Luca. Successivamente acquistò un significato personale a causa della posizione del braccio di Maria che indica il Figlio come "via, verità e vita".
Questa celebre immagine fu considerata la protettrice della citta' e di tutto l'impero d'Oriente. Furono gli imperatori stessi a portarla alla testa dei loro cortei trionfali, come indicatrice e guida della via, avvalorando in questo modo il titolo di "Odigitria". Ad incrementarne il culto a Costantinopoli contribuì l'imperatrice Pulcheria che volle stabilire una devozione particolare verso la Madre di Dio nei martedì: questo perché la definizione dommatica della Divina Maternità pare che sia avvenuta di martedì e inoltre perché di martedì, in quello successivo alla Pentecoste, per intercessione della Madonna, il popolo di Costantinopoli avrebbe avuto una vittoria sui persiani che avevano posto l'assedio alla città.
Il tipo iconografico di S.Maria di Costantinopoli, infatti, ritrae generalmente la città turrita e cinta di mura in preda alle fiamme, che alcuni storici descrivono come un imponente incendio; altri spiegano più realisticamente come conseguenza di un assedio di Saraceni.
Le lotte iconoclaste del 700 e la presa di Costantinopoli da parte di Maometto II nel 1453 determinarono, in questo lasso di tempo molto ampio, l'importazione delle immagini care al popolo cristiano d'Oriente nei territori dell'Italia Meridionale.
Non solo, ma anche usi, tradizioni, costumanze liturgiche e architettura bizantina fecero sentire il proprio influsso, innestandosi nella cultura storica e popolare del Sud. Non poche furono la Immagini della Madonna di Costantinopoli la cui devozione si sviluppò in vari centri della Puglia (Bari, Acquaviva delle Fonti), Abruzzo e Molise (Ortona e Portocannone), Campania (Ischia, Terranova e Felitto).

Antesignana della venerazione alla Madonna di Costantinopoli fu però la città di Napoli in un contesto storico e sociale caratterizzato da guerra e pestilenza, due variabili che occupano un ruolo determinante nella nostra ricostruzione storica.
Il diarista Gregorio Rosso scrive infatti che "l'anno 1528 fu infelicissimo a tutta l'Italia, particolarmente allo nostro Regno di Napoli perché ci furono tre flagelli de Iddio, guerra, peste e fame". I napoletani, presi dal panico, organizzavano processioni di penitenza, ma il viceré le vietò ed invitò il popolo a radunarsi a pregare nelle chiese. Contemporaneamente nel 1528, Francesco I inviò in Italia il visconte di Lautrec che, informato delle difficoltà di Napoli conseguenti alla fame e alla sete, marciò su Napoli, ma un errore tattico della politica dei Francesi alienò loro l'animo degli alleati genovesi. Il Doria passò infatti al fronte spagnolo e tolse il blocco navale, mentre la peste faceva un vero sterminio tra le truppe del Lautrec. I resti dell'armata francese si arresero l'8 settembre 1528, giorno della Natività di Maria.
Il popolo era libero dal nemico esterno, ma viveva ugualmente sotto un terribile incubo; quello della peste che non cessava di seminare morte e lutti. L'epidemia perdurava ancora ai primi del 1529 e riprendeva con maggiore violenza nel mese di marzo. Con l'estate - cosa insolita - il flagello accennò a scomparire. 

Il Rosso attribuì all'intervento della Madonna, come la fine dell'assedio, così pure quello della peste:

"Nello mese di giugno di questo anno 1529, il terzo giorno di Pasca Rosata (martedì di Pentecoste), fu ritrovata vicino le mura della città di Napoli una immagine della Madonna Santissima Madre di Dio, per rivelazione de una vecchierella, che abitava là vicino, alla quale fu promesso dalla Madre di Dio il fine della peste, come si vedde con effetto; et perciò la Città di Napoli diede principio subito ad edificare una Chiesa a detta Immagine, con lo titolo di Madonna di Costantinopoli, et si spera, che la protegga da detto morbo per l'avenire in ogni tempo futuro. E non solamente la Madonna di Costantinopoli liberò Napoli dalla peste, ma anco dalla guerra…".
La Vergine disse:

"Rallegrati, o figlia, perché si è placata l'ira del mio Divin Figlio; porta questa buona nuova ai tuoi afflitti concittadini. Dirai loro, da parte mia, che in rendimento di grazie scavino la terra qui vicino, ove troveranno dipinta sopra un muro la mia immagine nascosta sotto le rovine di un'antica cappella. Qui voglio che, ad onore del Mio Figlio Gesù ed a Mio nome, sia edificata una chiesa, dove onorandomi mi farò conoscere loro pietosa avvocata".

La vecchietta fu subito creduta perché la città era allo stremo delle forze causa la peste. Effettuati gli scavi, vennero trovati i resti di un'antica chiesa dedicata a Santa Maria di Costantinopoli e su una parete l'immagine mariana. La chiesa venne subito riedificata e consacrata il 15 agosto dello stesso anno.

L'immagine della Vergine (rinvenuta dalla vecchietta) è di ispirazione chiaramente bizantina: l'affresco fu eseguito su tavola di marmo tufaceo da un manierista napoletano della fine del 1400. La Vergine è rappresentata a mezzo busto, assisa sulle nubi, nell'atto di reggere sulla destra il Bambino Gesù, che le si tiene stretto al petto. Indossa un corsetto rosso cinabro e un manto azzurro l'avvolge tutta scendendole dalla testa bionda. Dietro, in alto, due angeli tengono spiegata una cortina verde che fa da sfondo alla Vergine e ai due personaggi che la fiancheggiano: S.Giovanni Battista e S.Giovanni Evangelista. Sotto, due angeli genuflessi fanno l'atto di reggere le nuvole che dividono la visione celeste dal panorama della città di Costantinopoli in preda alle fiamme, sulla quale due piccoli angeli versano l'acqua da due anfore.
D'Engenio Caracciolo, storico napoletano del 1600, riferisce con serietà documentaria, che la chiesa di S. Maria di Costantinopoli in Napoli era "di grandissima divotione e non solo il giorno della sua festività, ma anco tutti i martedì dell'anno vi concorre tutta Napoli, e buona parte di quella in cotal giorno s'astiene anco di mangiar carne, e latticini… La festa principale del titolo con grandissima solennità si celebra nel primo martedì dopo la Pentecoste con straordinario concorso di popolo".

Fonte: www.madonnadiporto.it 

Quest'apparizione mariana è collegata all'apparizione di Gimigliano in Calabria, dove si estese il culto della Madonna di Costantinopoli.

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