L'apparizione di Caravaggio (BG)

(dal giornale del Camper Club La Granda "INSIEME" N. 50 - 2/99)

"Ecco davanti ai suoi occhi una Matrona bellissima e ammirabile, di alta statura, dal viso grazioso e dall'aspetto venerando, di un atteggiamento ineffabile e, non mai pensato, vestita di color viola e il capo coperto di un bianco velo". E’ questa la traduzione dal latino di una pergamena, il più antico racconto del fatto miracoloso, l'apparizione della Madonna ad una giovane donna di Caravaggio.
 
Era il tardo pomeriggio del 26 maggio 1432 e Giovannetta, o Giannetta, 32 anni, sposa poco felice di Francesco Varoli, contadino o forse soldato, si rivolse come era solito fare a Dio e alla Madre di suo Figlio con fiducia per trovare conforto alle umiliazioni e ai maltrattamenti cui il marito continuamente la sottoponeva.
 
"Ascolta bene e ricorda le mie parole.- disse Maria - Mio Figlio Onnipotente voleva distruggere la terra tutta per la cattiveria degli uomini che continuano a compiere sempre nuove scellerataggini e peccati. Ma io l'ho pregato per sette anni perché ciò non facesse. Voglio che tu dica a tutti che digiunino a pane e acqua il venerdì in onore di Mio Figlio e che celebrino il sabato dopo il vespro per devozione a Me. Alzati e non temere. Riferisci ciò che ti ho comandato e quanto dirai sarà comprovato da tali meraviglie che nessuno dubiterà della verità delle tue parole".
 
Nel luogo ove era inginocchiata Giovannetta sgorga una fonte mai vista prima alla quale gli ammalati "confidando nella potenza divina si recarono e ritornarono poi liberati dalle infermità di cui erano afflitti".
L'apparizione della Madonna avviene in un momento difficile per la gente di Caravaggio che viveva al confine fra due Stati: Venezia e Milano. Quelle terre erano crocevia di saccheggi, di lotte sanguinose, di scorribande di compagnie di ventura. Entrarne in possesso significava controllare in campo militare ed economico le popolazioni bergamasche e cremonesi. Da qui le lotte, gli assedi, le stragi. Solo sotto il dominio degli Sforza Caravaggio conosce un periodo di relativa pace. Rimarrà Stato di Milano fino all'unità d'Italia, passando alla provincia di Bergamo nel 1861. Da quel lontano 1432 i pellegrini fanno di Caravaggio uno dei centri di attrazione spirituale nella geografia mariana d'Italia: più di due milioni e mezzo di pellegrini (e tra loro anche Giovanni Paolo II nel giugno 1992) giungono in questo grandioso tempio edificato nella pianura lombarda per venerare Santa Maria del Fonte.

 

Caravaggio non é solo uno dei più importanti templi mariani d'Italia, con una storia centenaria ed una sua ricca spiritualità; é anche uno scrigno d'arte.  Il 31 luglio 1432, a soli due mesi dall'apparizione, il vescovo di Cremona concedeva la facoltà di "porre in luogo la prima pietra della chiesa".
 
L'attuale maestoso tempio, sorto sul luogo della prima cappella, é di Pellegrino Pellegrini (1527-1596). Questo architetto, su indicazione di san Carlo Borromeo, progetto come cuore del tempio quello che sarà poi chiamato Sacro Speco, ubicato proprio nel luogo dell'apparizione. Sopra vi progetto, utilizzando il linguaggio di Michelangelo in chiave monumentale e manieristica, una gigantesca cupola. La maestosa costruzione venne poi portata a termine solo nei primi decenni del Settecento. L'edificio, a croce latina, comprende due chiese raccordate dalla grande cupola che le abbraccia armoniosamente. Al centro si eleva il grandioso complesso marmoreo dell'altare. Il tempietto é formato da otto colonne che sorreggono un baldacchino a festoni dorati. Nel sottostante Sacro Speco é posto il gruppo statuario in legno raffigurante Maria e Giovannetta, realizzato in Val Gardena è stato inaugurato nel 1932 dal cardinale Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano, in occasione delle celebrazioni per il quinto centenario dell'Apparizione. La verga fiorita, posta tra le due statue é in argento e risale alla prima incoronazione della Madonna, nel 1710.
Pregevoli sono le opere artistiche del santuario. La parte più suggestiva si trova nell'attuale sagrestia: a Giuseppe Procaccini (fine 1600) si devono i diciotto affreschi sulla vita di Maria; a Giacomo Carminati e fratelli di Caravaggio (prima metà del 1700), gli intagli lignei dei grandiosi armadi in noce. Gli affreschi del santuario sono ottocenteschi e quasi tutti di artisti locali. Fra gli altri si deve a Giovanni Moriggia (dal 1845 al 1959) la decorazione dei quattro pennacchi sottostanti la cupola e le volte dei due bracci ai lati dell'altare.
 
La decorazione della volta di tutto il tempio é di Luigi Cavenaghi, nato a Caravaggio nel 1844, che restaurò anche il Cenacolo di Leonardo tra il 1903 ed il 1904. Opera di Camillo Procaccini (sec. XVI) é la tela raffigurante l'apparizione (assieme alla Madonna e Giannetta compaiono anche san Fermo e san Carlo Borromeo) che si trova nella navata est sulla parete sinistra; su quella destra una tavola dell'apparizione, opera di G.Montalto (sec. XVIII).
 
Nel transetto di sinistra una Deposizione di Ambrogio Borgognone (sec. XV). L'organo, nella grandiosa cassa lignea intagliata nel 1739 da Giacomo Carminati, é opera dei Serassi, che lo restaurarono nel 1781 e nel 1846. Un importante rifacimento fu realizzato nel 1955 con i comandi elettrici e la tastiera inglobati nella cassa settecentesca. Nel 1995 un restauro é stato effettuato da Vincenzo Salvato, organista nella chiesa di S.Michele a Padova e installatore dell'organo a 5 tastiere di Fatima in Portogallo. L'organo conta oggi ben 5.475 canne distribuite in 5 corpi e comandate da 4 manuali e dalla pedaliera. Una delle caratteristiche che rendono imponente ed estremamente funzionale il grandioso complesso architettonico (si pensi agli affollati pellegrinaggi con gli ammalati) é l'ampiezza degli spazi creati dai piazzali e dai portici che attualmente corrono per circa 800 metri, segnati da duecento arcate. I portici si aprono poi su un grandioso viale, lungo quasi due chilometri, che con lussureggianti filari di ippocastani raccorda il santuario alla città di Caravaggio.
 
Altra struttura di accoglienza dei pellegrini é il Centro di spiritualità, inaugurato il 26 maggio 1989. Moderno e funzionale, dispone di 50 confortevoli camere tutte con servizi, alcune sale per riunioni ed un salone di 500 posti. Luogo di silenzio e di raccoglimento, di preghiera e di riflessione, viene utilizzato per giornate di ritiro di laici, religiosi e ammalati, incontri spirituali di famiglie e gruppi giovanili, soste di preghiera e di silenzio per persone singole.

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Notizie pratiche
Come arrivarci
 
Il santuario di Santa Maria del Fonte in Caravaggio (provincia di Bergamo, diocesi di Cremona) si raggiunge facilmente sia in auto che in treno.
AUTO. Dall'Autosole (A.1), uscita Lodi con direzione Bergamo - Brescia;
- dalla Serenissima (A4), uscita Rovato su statale 11, direzione Milano per chi viene da Est;
- dalla Serenissima (A4), uscita Trezzo d'Adda, direzione Cassano d'Adda Treviglio per chi proviene d ovest;
- dalla Statale 11 (Milano - Brescia) la "Rivoltana" (da Milano - Linate fin quasi all'innesto sulla statale 11).
TRENO. La stazione di Caravaggio sulla linea Milano - Treviglio - Cremona, la vicina stazione di Treviglio é centro ferroviario per le linee Milano - Bergamo e Milano - Brescia - Venezia.
Curiosità
I MIRACOLI
 
Anche Caravaggio, come ogni santuario, ha la sua storia di grazie. I miracoli "storici" sono richiamati al pellegrino nel sotterraneo del Sacro Fonte, lungo trenta metri con cinque celle. Nell'ultima c'é una grande vasca in marmo di Siena, in cui i pellegrini possono attingere acqua benedetta.
 
Fra gli episodi curiosi, "la sfida di Graziano". Un certo Graziano, incredulo, volle sfidare il luogo ove Maria pose i suoi piedi. Preso un ramo secco, lo piantò e subito lo vide ricoprirsi di fiori e foglie.
Altro episodio é quello di Domenico Mozzacagna. Nel 1520, accusato di rapina, doveva essere decapitato; ma la scure del boia più volte calata sul suo collo non lo scalfì. Era il 26 maggio e la folla lo acclamò miracolato.
 
La sera del 9 agosto 1650 uno sconosciuto pellegrino incontrò qui un suo acerrimo nemico che lo rincorse cercando di ucciderlo. Il malcapitato cercò scampo nel tempio che era ormai chiuso. Implorata la protezione di Maria il catenaccio del portone si spezzò consentendo all’aggredito di porsi in salvo ai piedi della statua della Vergine dopo che il portone si era immediatamente rinchiuso alle sue spalle.
 
Francesco Viganò

www.caravaggio.org

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