Il "dio" televisione


Non è compito mio frugare nei cassonetti di Medjugorje (onnipresenti e sempre piene da scoppiare!) per rivelarne le brutture. Al contrario, come il cercatore di perle desidero metterne in piena luce le meraviglie perché un bel ringraziamento salga a Dio. I racconti scelti non devono farci credere che tutto sia ingenuamente roseo in questo paesino santo! C'è del rosa, certo, del rosso, del blu ma anche del nero. 

Il cugino di Vicka, Karlo, l'altro giorno mi ha detto: 

"Quando ero piccolo e camminavo rasente le case alla sera, sentivo che tutte le famiglie recitavano il rosario. Camminavo al ritmo dei Padre Nostro e delle Ave Maria che sfuggivano da ogni finestra. Oggi, se passo vicino alle stesse finestre, mi arriva solo il rumore dei televisori e questo mi rattrista. Non abbiamo riconosciuto il tempo in cui siamo stati visitati dalla Grazia: é grave".

Padre Jozo constata anche lui: 

"Nelle famiglie la televisione ha sostituito la preghiera. Quel che non sono riusciti a fare il comunismo e l'islam per secoli contro la fede del popolo, il denaro l'ha fatto in dieci anni...".

Questi due commenti, fra molti altri, fanno eco al grido della Gospa: non abbandonate la preghiera o sarete perduti! Senza preghiera non abbiamo la vita, siamo dei morti ambulanti. Senza preghiera ci condanniamo l'elettroencefalogramma piatto per quanto riguarda l'amore. All'inizio delle apparizioni, la Gospa ha dato ai veggenti interessanti rivelazioni sul cielo e sul purgatorio. In cielo i beati vivono tra loro relazioni d'amore molto personalizzate. Si conoscono nella piena luce di Dio, da anima a anima e comunicano tra loro in modo a noi sconosciuto. 
Ogni beato sa chi ha pregato per lui quando era sulla terra o soffriva in purgatorio, e il Signore permette tra lui e il suo "benefattore" un legame privilegiato ed eterno nel seno del corpo mistico. Se oggi dico solo queste parole: "Padre benedici Jacques nella sua prova", Jacques avrà con me (e io con lui) un' unione d'amore in cielo per sempre. Queste quattro parole e la grazia che questa preghiera avrà attirato su di lui, saranno nel suo cuore una sorgente inestinguibile di meraviglia e di gioia, perché il suo grado di gloria è stato aumentato da questa grazia. In cielo, conosceremo esattamente ogni più piccolo sacrificio, la più piccola preghiera che gli altri, gli uomini ma anche gli angeli avranno fatto per noi. Gioiremo profondamente dei favori di Dio e sapremo chi ce li ha ottenuti, come, quando, e a che prezzo. Capiremo il valore inaudito, inestimabile della minima preghiera. Con i nostri occhi contempleremo lo splendore della Comunione dei Santi.

L’anima che non prega non può da sola decidere di convertirsi, di rompere con un certo peccato, di diventare caritatevole, di distaccarsi dal denaro, di perdonare a un nemico ecc. Quest'anima è inerte, fa parte di quei figli morti che sono in seno alla Chiesa, secondo le parole di S. Caterina da Siena. Per contro il cammino verso il bene che quest'anima non può fare, la mia preghiera può ottenerlo per lei. Un giorno, quest'anima prenderà una buona decisione che salverà la sua vita. Chi avrà ottenuto questa grazia? Non lo saprà che in cielo. Cosi nel seno della visione beatifica che farà la nostra gioia eterna, la felicità dei beati sarà intessuta di legami d'amore e di riconoscenza degli uni verso gli altri. Meraviglie del Corpo Mistico! Quando qualcuno lascia il mondo e si consacra alla preghiera, sceglie di specializzarsi in un lavoro prodigioso: risuscitare i morti. Mi sono spesso chiesta perché nessuno applichi questo chiarissimo comandamento di Gesù: "Risuscitate i morti!" Dov'è il Lazzaro contemporaneo che dichiara: "Ero morto da quattro giorni quando qualcuno mi ha detto: alzati!" No, Gesù non ci chiede di andare nei cimiteri a gridare: "Forza, risvegliatevi, voi laggiù! Tutti in piedi!" Si tratta di ben altro. Maria a Medjugorje ce ne dà la chiave: ogni mia preghiera va a toccare un paralitico nell'anima per rimetterlo in piedi. 


Quando arriverò in cielo, lui salterà come un cervo e noi ci abbracceremo nella gioia di un uomo che era morto e che è tornato in vita. Capirò anche che, se non sono sprofondato io stesso in fondo all'abisso, è perché qualcun'altro ha pregato per me. Preferendo la televisione alla preghiera, smettiamo di sentire il grido dei morti. Chi li soccorrerà? E' satana che vuol fare di noi dei succubi dello schermo, dei mangiatori di vuoto, dei maniaci dello zapping. 

A Medjugorje la chiesa si è in parte vuotata dei suoi paesani quando la televisione ha trasmesso Santa Barbara all'ora della messa. Santa Barbara! Non poi così santa! Sicuramente in cielo esiste una Santa Barbara. Ma io sospetto che ci mormora: "Non sbagliare lavoro, non sbagliare felicità: premi "0ff", stacca la spina e va a risuscitare i morti!".


Tratto dal libro:"Medjugorje:il trionfo del cuore", di suor Emmanuel. Edizioni Shalom

Negli anni 80, la Gospa ha nominato qualche volta la televisione, ma non l’ha mai proibita, non ci ha mai chiesto di buttare via i televisori. Come una Madre, sa che per alcuni dei suoi figli sarebbe troppo difficile. (Chi soffre di depressione o è nella totale solitudine, non ha che la tele per sentire altre voci). Inoltre alcune trasmissioni sono molto belle; sta a noi fare in modo che ce ne siano molte! Ma per i giorni di digiuno la Gospa ha detto:

- "Se non avete la forza di digiunare a pane ed acqua, potete rinunciare ad alcune cose. Sarebbe buona cosa rinunciare alla televisione, perché dopo aver guardato alcuni programmi, siete distratti ed incapaci di pregare…" (Dic. 1981)

- "Se guardate i programmi televisivi, i giornali, avete la testa piena di notizie ed allora non c’è più posto per me nei vostri cuori" (17 Aprile 1986)

"Ho notato che la televisione, vista regolarmente, ogni giorno, per le notizie, e alla sera un’oretta prima di andare a riposare, mi annega la mente e l’intelligenza in una fiumana di immagini".

La preghiera del Silenzio

di Maddalena di Spello

Basta con il calcio e i suoi scandali:

ECCO L'ITALIA CHE LA TV NON RACCONTA!

di Antonio Socci

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