Nostra Signora del Mirteto

29 luglio 1537

Ortonovo (SP)

Il santuario di Nostra Signora del Mirteto (m. 302 s.l.m.) sorge su un contrafforte del Monte Boscaccio che forma una sorta di balcone naturale, affacciato verso la piana di Luni e la bassa valle della Magra.

Fu costruito, nei pressi del centro di Ortonovo, su una collina che domina il mare e la campagna, tra il 1540 e il 1566. Avrebbe dovuto perpetuare il ricordo delle lacrime di sangue scese dagli occhi di una Madonna dipinta su un quadro posto nell'oratorio dei Disciplinati. Il miracolo si era verificato il 29 luglio 1537, domenica e festa di Santa Marta, verso le ore 16, nel bosco odoroso di mirto.

«Appena si seppe del grande miracolo - racconta uno scritto del padre Gio Battista Cipollini, domenicano, rettore del santuario tra il 1720 e il 1740 - si vide giungere un numero stragrande di visitatori, in massima parte forestieri, che accorrevano per saziare la propria vista di quelle lacrime e per rendere ossequio a Maria con munifici doni e pregarla di accoglierli sotto la sua protezione. Tanto crebbe il fervore dei fedeli che, rendendosi impossibile ai poveri confratelli dell'Oratorio soddisfare alle consolazioni sospirate da tante anime devote, fu stimato necessario ricorrere a qualche Religione, e fu prescelta quella del mio Ordine, come la più diletta della Vergine. I domenicani accettarono di buon grado».

Un giorno, in occasione di lavori di pulizia, sul muro in cui era dipinta l'immagine del miracolo fu notata una scalfittura. Tale Angelo Cerisia, incaricato del restauro, si accinse all'intervento. Ma restò improvvisamente cieco. In qualche modo spense la lanterna che aveva acceso per guardare meglio il da farsi. Ai presenti spiegò che forse era stato abbagliato dalla fiamma. Presto, tuttavia, si accorse dell'errore. Era rimasto senza vista. Invocò aiuto. E in ginocchio chiese perdono alla Madonna. Forse si era mostrato rozzo e presuntuoso? Pianse umilmente. La Vergine gli restituì il perfetto uso degli occhi. «Immaginabili lo stupore e l'ammirazione di tutti».

Seguirono altri prodigi puntualmente annotati dal priore domenicano. Ci sono testimonianze di miracoli nel 1730, nel 1731, nel 1736. Monsignor Antonio Monficola, vescovo di Segni, parlò della Madonna del Mirteto al Concilio di Trento, e dettò le parole per la lapide celebrativa delle lacrime di sangue vivo della Vergine. Il primo tempietto è oggi contenuto nella chiesa dalla facciata marmorea e il complesso è curato dai figli della Divina Provvidenza di don Orione. L'immagine votiva conta, accanto a Maria, Marta, Giuseppe D'Arimatea, Niccodemo, Gesù, Giovanni e Maria Maddalena.

La festa viene celebrata in forma solenne l'8 settembre. Già nel giorno della vigilia i pellegrini arrivano a Ortonovo per prendere parte alla processione - che si svolge la sera - e alla veglia di preghiera (fino a pochi anni fa si protraeva per tutta la notte). Moltissimi salgono a piedi (c'è un regolare servizio di autobus). Le donne dei paesi vicini formano gruppi sempre più consistenti che s'incamminano verso il santuario già in anticipo sulle prime luci dell'alba, quando da poco sono terminati i fuochi artificiali che di anno in anno illuminano a giorno la candida facciata della chiesa.

La Madonna del Mirteto è stata proclamata Patrona dei donatori di sangue.

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