"L'anima debole, peccatrice, non abbia paura d'avvicinarsi a me: quand'anche avesse più peccati di quanti granelli di sabbia vi sono sulla terra, tutto scomparirà nell'abisso della mia misericordia. La mancanza di fiducia delle anime mi strazia profondamente". 

(Dal diario di Santa Faustina Kowalska)

Gesù, seconda persona della Santissima Trinità, Figlio primogenito di Dio Padre, circa duemila anni fa (quando Cesare Tiberio era imperatore a Roma ed aveva, in Galilea, come suo rappresentante, Ponzio Pilato) si incarnò e per trentatré anni visse in Palestina la sua avventura terrena.

Una notte un uomo ebbe un sogno. 

Sognò che stava camminando lungo una spiaggia con il Signore. Nel cielo venivano proiettate alcune scene della sua vita. Per ogni scena lui notò due file di impronte sulla sabbia, una sua e l'altra del Signore. Quando apparve l'ultima scena della sua vita lui guardò le impronte sulla sabbia. Notò che molte volte lungo il sentiero della sua vita c'era soltanto una fila di impronte. Notò anche che questo era successo nei momenti più tristi e bui della sua esistenza. 

Questo lo turbò veramente e ne discusse con il Signore. "Signore, Tu hai detto una volta che se io avessi deciso di seguirTi, Tu avresti camminato con me per tutto il cammino. Ma ho notato che durante i momenti più difficili della mia vita, c'era soltanto una fila di impronte. Non capisco perché quando avevo più bisogno di Te, Tu mi abbia lasciato". 

Il Signore rispose: "Figliolo, Mio prezioso bambino, ti amo e non ti avrei mai lasciato. Durante i tuoi momenti di tribolazione e sofferenza, quando hai visto solo una fila di impronte, ero Io che ti stavo portando in braccio".

Autore anonimo

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