Il Santuario di Marija Bistrica:

Avvocata fedelissima della Croazia   

Nelle vicende dolorose della sua storia, il popolo croato ha sempre guardato alla Vergine come a baluardo di salvezza – Il Santuario di "Marija Bistrica" è il più importante degli oltre duecento del Paese.

I Croati hanno ricevuto il Battesimo tredici secoli fa e sono tra i popoli cristiani più antichi d’Europa: cristiani, ma anche e soprattutto mariani. Il popolo croato, infatti, venera e ama la Madonna in modo del tutto speciale; e di questo sono testimonianza i tanti Santuari dedicati a Maria: Trškivrh, Sinj, Trsat, Gospa o Škrpijela, Tekije, Aljmaš, Vocin, e poi, soprattutto, il famosissimo Santuario di Marija Bistrica, dove il Santo Padre Giovanni Paolo II, nel 1998, ha proclamato beato il Cardinale Alojzije Stepinac, martire della fede e icona delle molte sofferenze del popolo croato.

Si stenta quasi a credere come la Croazia possa contenere nel suo angusto territorio ben 222 Santuari, sparsi un po’ ovunque su luoghi pittoreschi, di fronte all’azzurro intenso del mare o alle falde di ripide montagne e con i titoli più cari al cuore del popolo cristiano: Madonna della Salute, Aiuto dei Cristiani, Madonna del Rosario, Madonna delle Grazie, Madonna del Perpetuo Soccorso…

Fra tutti, quello di Marija Bistrica è ormai la sede del culto mariano di tutta la Croazia e accoglie ogni anno oltre mezzo milione di Pellegrini. Un culto che parte da molto lontano, e di cui vale la pena ripercorrere – sia pure per sommi capi – la storia, allo scopo di poter comprendere fino in fondo quel "quid", altrimenti indecifrabile, della devozione dei Cattolici croati per la Madre di Dio, che qui, in questo lembo dei Balcani, assume contorni davvero unici e irripetibili.

Una storia di fede e di speranza, di dolore e di coraggio, di violenze inaudite e di spirituale, continua rinascita, sotto l’occhio sempre carezzevole e materno della Gospa, la Celeste Signora, "Avvocata fedelissima" della Croazia.


Basilica-Santuario di "Nostra Signora di Bistrica", in Croazia.

I semi del culto mariano

In Croazia un Imperatore, un Papa e un Arcivescovo, ferventi devoti di Maria, ne diffusero il culto fin dal VII secolo. L’Imperatore bizantino Eraclio (610-641), che portava sempre nelle sue spedizioni militari un’icona della Madre di Dio, chiamò i Croati in Dalmazia nella prima metà del secolo VII e provvide subito alla loro cristianizzazione con l'aiuto del Papa dalmata Giovanni IV (640-642). 
I missionari, venuti da Roma, non trovarono perciò difficoltà di sorta, seguendo i consigli del Pontefice nel loro lavoro apostolico: portare a Gesù per mezzo di Maria.

Giovanni di Ravenna, primo Arcivescovo di Salona-Spalato (640), diede libero corso al suo amore per Maria fin dall’inizio della sua attività pastorale, ponendo sotto la protezione di lei la nuova provincia ecclesiastica e l’evangelizzazione dei Croati ancora primitivi e di recente stabiliti su quelle coste adriatiche. Restaurò e trasformò in chiesa-cattedrale il mausoleo dell’Imperatore Diocleziano, fino ad allora consacrato a Giove.

La fiamma iniziale della devozione mariana si sviluppò poi nel corso dei secoli a somiglianza di un lievito che agita e feconda la pasta mediante il contributo di Re, Vescovi, Sacerdoti, Religiosi e Monaci, come i Benedettini francesi nell’IX secolo e quelli di Montecassino nell’XI secolo. I semi di culto mariano sparsi dai primi missionari e poi dai Santi Cirillo e Metodio, i grandi apostoli degli Slavi, portarono frutti abbondanti e si radicarono profondamente nell’animo delle popolazioni appena convertite, rendendo familiare il ricorso a Maria nei vari pericoli della vita, sia individuale che collettiva.

Tutto questo venne facilitato dalla liturgia che, sotto la spinta di San Metodio, sopravvissuto al fratello minore Cirillo, cominciò ad essere celebrata in slavo: è la cosiddetta "liturgia glagolitica", in parte ancora in uso. Il primo Santuario mariano fu quello di Solin [l’antica Salona], detto Gospe od Otoka [Madonna dell’Isola], fatto costruire dalla regina Jelena verso la metà del secolo X, accanto ad un’altra chiesa, dedicata a Santo Stefano, che serviva come mausoleo della dinastia. Jelena invece volle essere sepolta nella chiesa mariana, come testimonia ancora la sua lapide sepolcrale.

L’apogeo del Regno croato si ebbe con Zvonimir (1075-1089), protetto dal grande papa Gregorio VII. Egli, accanto alla residenza reale di Knin fece erigere la Cattedrale per il Vescovo metropolita della Croazia, sino allora senza sede fissa; Zvonimir volle che fosse dedicata alla Vergine Maria e il giorno della consacrazione, la festa dell’Assunta del 1076, rimase nella storia della Nazione per solennità e per concorso di personaggi e di popolo.

Inespugnabile baluardo della fede

Intorno al 1300 la pressione musulmana si fece sentire assai forte; gli eserciti turchi risalirono la Penisola balcanica, investendo e conquistando uno dopo l’altro i vari Stati della Regione e puntando sull’Impero tedesco. La Serbia preferì scendere a patti; la Bosnia, conquistata nel 1463, restò con brevi intervalli in mano ai Turchi fino al 1878, ma la Croazia rimase un ostacolo insormontabile. L’attaccamento alla fede cattolica e alla sede di Roma, e in particolare al culto mariano, molto profondo e radicato nel popolo, contribuì in modo determinante all’esito della lotta contro gli invasori.

Gran parte dei Santuari della Croazia ebbero a che fare, in un modo o nell'altro, con le invasioni e la dominazione turca, e quindi tali luoghi risultano particolarmente significativi per la loro storia. Gli ex-voto di quel periodo, in buon numero ancora conservati, riguardano molto spesso i pericoli corsi dai fedeli durante le scorrerie turche. Alla fine della Prima Guerra Mondiale, con il crollo della monarchia asburgica, nacque il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni [comprendente anche la Bosnia-Erzegovina], che nel 1929 prese il nome di Jugoslavia. Dopo l’occupazione da parte delle truppe tedesche, ungheresi e italiane, verificatasi durante la Seconda Guerra Mondiale, il popolo croato dovette subire un nuovo lungo periodo di persecuzioni: quelle del dominio comunista. Come in passato, la sua reazione fu di stringersi attorno al Clero, alle sue tradizioni e ai suoi Santuari.

In seguito, verso la fine degli anni Sessanta, prese l’avvio una fase di distensione che portò al ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra la Jugoslavia e il Vaticano. Un significato particolare ebbe, nel 1976, il cosiddetto "Giubileo croato": la celebrazione congiunta dei mille anni del Santuario mariano della Madonna dell’isola di Solin, considerato il più antico della Nazione, e, insieme, dei mille e trecento anni dell’evangelizzazione del popolo croato.

I centri principali di questo Giubileo furono due Santuari: quello di Solin, edificato dalla regina Jelena e ricostruito nel secolo scorso, e il Santuario nazionale di "Marija Bistrica".


Il Santo Padre Giovanni Paolo II presiede la Cerimonia di Beatificazione
del Card. Alojzije Stepinac davanti al Santuario di "Marija Bistrica", il 3 Ottobre 1998.

La via maestra dell’evangelizzazione

A 40 km dalla capitale Zagabria, nel cuore della Croazia, il Santuario di Marija Bistrica agli occhi del popolo croato riveste un po’ la stessa importanza che Czestochowa ha per i Cattolici polacchi. Un baluardo della fede, e soprattutto la memoria di un martirio silenzioso, quello dell’Arcivescovo Stepinac, intrepido difensore della cattolicità.

Fu lui ad iniziare la pratica dei Pellegrinaggi annuali al Santuario di Marija Bistrica fino a quando saranno proibiti nel 1946 dal Governo comunista. Il Cardinale Luigi Stepinac (1898-1960), l'eroico Arcivescovo metropolita di Zagabria, riabilitato dal Parlamento della Croazia indipendente in data 14 febbraio 1992, prima di essere incarcerato (11 ottobre 1946) si recava ogni anno a piedi al Santuario, guidandovi un Pellegrinaggio della città di Zagabria e pronunciandovi commoventi omelie. È rimasto famoso il suo discorso che tenne nel Pellegrinaggio votivo del 1935, quando, rivolgendosi alla Madonna, disse: "Ti promettiamo che rimarremo fedeli a te e tuoi sinceri ammiratori. Fedeli finché si sentono i mormorii dei nostri ruscelli, finché rumoreggiano i nostri fiumi, finché spumeggia il nostro mare; fedeli finché saranno verdi i nostri prati, finché saranno dorati i nostri campi, finché vi sarà l’ombra dei nostri boschi, finché si sentirà il profumo dei fiori della nostra Patria".

Tali parole profetiche si sono avverate alla lettera per lui e per tutto il popolo croato, che è restato fedele alla propria fede cristiana e all’amore ardente e fiducioso alla Madre di Dio, sia sotto il regime comunista sia durante la recente guerra civile jugoslava. In uno scenario da sogno, sul pendio antistante il Santuario di Marija Bistrica, sabato 3 ottobre 1998 si è radunata una folla di mezzo milione di Croati per assistere alla Beatificazione del loro intrepido Arcivescovo.

"Il Beato Alojzije Stepinac – disse in quell’occasione Giovanni Paolo II – non ha versato il sangue nel senso stretto della parola. La sua morte è stata causata dalle lunghe sofferenze subite: gli ultimi 15 anni della sua vita furono un continuo susseguirsi di vessazioni, in mezzo alle quali egli espose con coraggio la propria vita per testimoniare il Vangelo e l’unità della Chiesa".

Aveva solo 39 anni quando divenne Arcivescovo di Zagabria. Si trovò così ad essere il capo dei Cattolici della Jugoslavia. Progettò il rinnovamento cristiano delle popolazioni. Fondò Case di contemplativi, incrementò la vita dei Santuari mariani, come quello di Marija Bistrica: qui guidava, a piedi per 35 chilometri, decine di migliaia di Pellegrini con sorprendenti frutti di bene, certo che la Madonna è la via maestra dell’evangelizzazione, la via regale per portare Gesù alle anime. Ma l’orizzonte si faceva denso di nubi oscure. Torturato dai dolori fisici e morali, si spense il 10 febbraio 1960. Nonostante l’opposizione dei Comunisti, il suo funerale fu un trionfo. Oggi la sua tomba a Zagabria è meta di continui Pellegrinaggi. Il seme caduto nella terra ha dato molto frutto.

Maria Di Lorenzo

Fonte: rivista "Madre di Dio", aprile 2005

Luoghi di culto nell'Europa cristiana

Santuari mariani nel mondo